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Tuesday, June 12, 2012

Mappatura del calore vulcanico su Io

Credit: NASA/JPL-Caltech/Bear Fight Institute

Una mappa dei punti caldi, classificati per la quantità di calore emessa dai vulcani sulla superficie di Io, mostra la distribuzione globale e la vasta gamma di attività vulcanica sul satellite di Giove. La maggior parte delle eruzioni di Io fanno impallidire quelle terrestri. “Questo è lo studio di emissione termica vulcanica del satellite più completa tra quelle ottenute sino ad oggi“, ha detto Glenn Veeder del Bear Fight Institute a Washington. Il team ha esaminato i dati provenienti principalmente dalla sonda Voyager della NASA e dalle missioni Galileo, ma anche dai dati a infrarossi ottenuti da telescopi sulla Terra. “La cosa affascinante è la distribuzione del flusso di calore che non è in linea con l’attuale modello preferito sul riscaldamento mareale di Io a profondità relativamente basse“, ha detto Davies. “L’emissione termica principale si verifica circa 40 gradi verso est rispetto alle posizioni previste. Il modello che emerge punta a un processo di riscaldamento complesso all’interno di Io“, ha detto Matson. “ – continua – indica una miscela di riscaldamento sia profondo che superficiale.” Il team ha scoperto che i vulcani attivi rappresentano circa il 60 per cento del calore di Io. Questo componente proviene soprattutto da crateri vulcanici, una caratteristica comune. Il restante 40% rappresenta ancora un mistero. “Stiamo studiando la possibilità che ci siano molti vulcani più piccoli che sono difficili, ma non impossibili, da individuare“, ha detto Veeder. “Siamo perplessi sul modello del flusso di calore osservato.” La comprensione di questo dilemma aiuterà a identificare i meccanismi di riscaldamento mareale non solo all’interno del satellite Io, ma anche del vicino Europa, uno degli obiettivi privilegiati per la NASA nella sua ricerca di vita oltre la Terra. Questi risultati provengono da dati raccolti dalla sonda NASA e dai grandi telescopi terrestri e appaiono nel numero di giugno della rivista Icarus.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

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