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Thursday, September 6, 2012

Autopsia aliena: 17 anni dopo, ancora nessuna verità

I due autori del ’caso ufologico’ dietro il ritrovamento di un extraterrestre nel deserto del New Mexico raccontano la loro versione dei fatti. Tra contraddizioni e nuove rivelazioni



Se oggi con Photoshop è possibile costruire filmati UFO e spacciarli per autentici, altra cosa è essere autori e rei confessi della truffa del secolo (scorso) e continuare a vivere felici. Questo almeno a giudicare dalle facce di Ray Santilli e Gary Shoefield, che appaiono in un’intervista videoregistrata per un documentario americano - ancora inedito in Italia - e nella quale i due ’cervelli’ dietro l’intera trama dell’Autopsia Aliena confermano, smentiscono, incespicano e si rialzano per una loro verità che fa acqua da tutte le parti.

Per tornare a parlare del ’Santilli Footage’ e delle sue famose immagini è necessario tornare indietro di ben 17 anni, all’estate 1995, quando vennero divulgate in contemporanea mondiale attraverso una manovra mediatica senza precedenti. Tutto era iniziato pochi mesi prima, con una notizia d’agenzia che recitava:

"Londra, 27 MAR – Un film ultra segreto girato circa 50 anni fa da militari americani e che mostra un ’extraterrestre morto’ sarà proiettato questa estate in Gran Bretagna a una platea internazionale di appassionati di UFO. Lo ha detto l’organizzatore della manifestazione, Philip Mantle. Mantle, dell’associazione britannica di ricerche sugli UFO, ieri ha detto che il film è stato girato nel 1947 nel deserto del Nuovo Messico (USA) da membri dell’Aeronautica degli Stati Uniti dopo che un disco volante era precipitato a terra. Un ex cameraman militare americano, ora di 82 anni, avrebbe fatto una copia del film e l’avrebbe poi consegnata a Ray Santilli, un regista di documentari inglese. Secondo Mantle, nel film di 91 minuti si vedono alcuni scienziati mentre fanno un’autopsia a una ’creatura’ che sarebbe un extraterrestre. In un altro punto, nel film in bianco e nero girato in 16 millimetri, si vedono pezzi del disco volante che sarebbe stato fatto di un materiale indistruttibile. ’Il film è già stato esaminato dalla Kodak che ha confermato che è vecchio di 50 anni e ora vogliamo farlo esaminare da esperti universitari’, ha detto Mantle, secondo cui il filmato non è mai stato mostrato in pubblico. La proiezione è stata fissata a agosto all’Università di Sheffield in occasione di una conferenza di due giorni a cui parteciperanno 500 esperti ‘ufologi’.

Le scioccanti immagini in bianco e nero, sgranate, spesso fuori fuoco e apparentemente risalenti al 1947, anno in cui avvenne l’incidente UFO di Roswell, mostravano la dissezione di un corpo dalle caratteristiche non umane, fecero il giro del mondo e divennero all’istante il più sensazionale ’caso ufologico’ di tutti i tempi. Da allora, il dibattito sulla loro autenticità si è acceso a più riprese, ponendo pesantemente in contrasto non solo scettici e sostenitori, ma soprattutto gli ufologi che, quasi unanimemente, avevano optato per il falso pur in assenza di prove di fatto in tal senso.

Le prove sono giunte nel 2006, con due mosse consecutive ancora orchestrate dall’ineffabile Santilli. La prima: nelle sale cinematografiche esce il film ’Alien Autopsy’, targato Warner Bros e Qwerty Films, interpretato da Ant e Dec, stelle della comicità inglese e del quale Ray e il suo partner sono produttori esecutivi. Ai botteghini il film, una ricostruzione fra il demenziale e il grottesco dell’intera vicenda, ottiene risultati striminziti. Nel finale appare una ripresa di 18 secondi in bianco e nero che mostra mezzi militari americani e individui in tenute di varie forze e medici che ispezionano il corpo di un essere deposto su una barella, vagamente simile a quello del filmato autoptico.

Il ricercatore Philip Mantle non ha dubbi: lo spezzone, per quanto a effetto, è stato confezionato dalla Qwerty Films e non è d’epoca. Seconda mossa: durante uno speciale documentaristico di ’Eamonn Investigates’ della britannica ’Sky’, condotto dalla vecchia volpe Eamonn Holmes, Santilli e Shoefield per la prima volta cambiano versione. Ammettono di aver salvato solo pochi fotogrammi delle 22 bobine di pellicole originali in 16 millimetri contenenti i filmati autoptici e consegnate a Santilli nel 1993 dal fantomatico cineoperatore americano Jack Barnett.

Le pellicole si erano irrimediabilmente deteriorate a causa dell’esposizione al calore e all’umidità. Quindi, Ray e Gary erano stati costretti a un’opera di restauro. Sulla base dei filmati visti da Ray nel 1992, i fotogrammi superstiti erano stati accoppiati in tele-cinema a nuove pellicole (d’epoca, ma perfettamente conservate e girate con la medesima cinepresa) sulle quali c’erano le riprese effettuate in un appartamento londinese nel 1995 dal team di Santilli. L’incarico di realizzare il corpo dell’essere alieno era stato affidato all’artista e scultore della Royal Academy John Humphreys, il quale avrebbe lavorato su due diversi manichini in lattice riempiti con interiora di animali.

Nel documentario di Eamonn Holmes, inoltre, Santilli rivelava che anche l’intervista videoregistrata a Jack Barnett e venduta alla Nippon TV era stata in realtà confezionata ingaggiando un ex attore americano, un barbone trovato su un marciapiede di Los Angeles, al quale erano stati offerti 500 dollari e una notte in un motel per interpretare quel ruolo. Insomma, una truffa colossale, perfettamente congegnata. Eppure per quanto riguardava le immagini dell’autopsia, Santilli ribadiva che non si trattava di un falso, bensì di un “restauro” realizzato unendo le immagini della ricostruzione scenica ai fotogrammi originali salvati. Dal prodotto finale non sarebbe stato più possibile distinguere i fotogrammi d’epoca da quelli delle nuove riprese.

In questa mirabolante maniera il dinamico duo britannico avrebbe ingannato il mondo intero, guadagnando cifre da capogiro dalle vendite dei diritti televisivi e home video dei filmati.

Questa versione apparentemente definitiva, è stata però messa in discussione nel 2007 con l’entrata in scena da un certo Spyros Melaris, illusionista inglese di origine cipriota, il quale dichiarava a Philip Mantle di essere stato lui il regista e produttore del filmato girato nell’appartamento di Camden, Londra, su commissione dello stesso Santilli. Fatto ancor più importante: a detta di Melaris non esistevano immagini originali. A supporto delle sue affermazioni, Melaris forniva dei disegni, dettagli tecnici e i nomi dei partecipanti alle riprese.

La controversia fra Santilli e Melaris scaturiva dal mancato rispetto degli accordi che prevedevano il riconoscimento delle percentuali sulle vendite dovute a Melaris. Oltre alle 10.000 sterline ricevute al termine del montaggio delle immagini, Melaris non aveva più ricevuto nulla ed era diventato il nemico numero uno di Santilli, insieme a Philip Mantle, la cui fiducia nei confronti di Ray si era disgregata.

Il problema con le dichiarazioni di Melaris è che sono prive di conferme fattuali. Dal Febbraio 2008 si attende invano l’uscita di un suo libro accompagnato da un dvd, intitolato ’Alien Autopsy: The Myth Exposed’. Nulla di quanto promesso da Melaris è stato pubblicato o reso noto apertamente. Melaris fa parte (ma da tempo sembra essersene defilato) di un gruppo, operativo da anni attraverso internet e composto da 14 ricercatori internazionali, al quale appartiene anche chi scrive. Intento di questo team è accertare definitivamente il falso, cosa appena sfiorata con Melaris, ma non ancora toccata con mano.

Ora, dagli USA, emergono altre notizie, grazie a un’intervista di 20 minuti rilasciata da Santilli e Shoefield e contenuta nel documentario ’Alien from Area 51 – The Alien Autopsy Footage Revealed’, reperibile in dvd nelle catene dei supermercati. Mark Center, componente del gruppo di ricerca, ha visionato il documentario, giudicando l’intervista interessante. Il retrocopertina del dvd prodotto dalla Reality Films dice: “Finalmente Ray Santilli e Gary Shoefield rivelano tutto: le minacce che hanno ricevuto dai Men in Black, come i cinesi fossero a conoscenza del footage originale, il credo di Ray e Gary nelle visite aliene al pianeta terra, come i governi di tutto il mondo gestiscono il fenomeno e la mutazione genetica del genere umano”.

Nell’intervista, Ray e Gary dichiarano che il filmato e il cineoperatore esistevano davvero e che al momento della prima proiezione del filmato effettuata dal cameraman a beneficio di Santilli, a Cleveland, Ohio, le pellicole si deteriorarono sino a divenire inutilizzabili nel giro di un anno e mezzo. Vale a dire che, dopo essere stata chiusa ermeticamente per 50 anni, una volta estratta dalla sua custodia, la pellicola era stata proiettata su una parete ed era ancora perfetta. Ma, passati diciotto mesi dalla prima e unica esposizione ad agenti esterni, (Santilli e Shoefield non menzionano infiltrazioni di acqua o umidità) la pellicola aveva reagito a contatto dell’aria, si era ossidata e quasi tutte le immagini erano andate perdute.

Questo contraddice precedenti affermazioni di Santilli, secondo le quali le pellicole erano state danneggiate da umidità e, prima ancora, che si erano bruciate non appena esposte all’aria. La storia del ’restauro’ non regge. Per chi scrive, assomiglia a una copertura. O di un falso spudorato, o di una diversa verità che non vedrà mai la luce del sole.

Fonte: indro.it

Commento di Oliviero Mannucci: Ma che ce frega, ma che ce 'mporta, se l'oste al vino c'ha messo l'acqua.... recita una canzone romana, i fatti stanno a zero, l'FBI ha pubblicato dei documenti desecretati dove si dice che a Roswell c'è stato un UFO crash nel 1947 ( li ho già pubblicati su questo blog, cercateli nella casella "search") , tutto il resto è noia, soprattutto gli scettici!


1 comment:

  1. mamma mia scioccante veramente,pensavo che la razza umana fosse l'unica a esistere nell'universo,e invece ora dovrò ricredermi.

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