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Friday, September 14, 2012

Usa, manette per Anonymous

Con un raid notturno la polizia ha arrestato Barrett Brown, portavoce non ufficiale del gruppo di hacker. Probabilmente a causa di un video critico verso un agente federale. E la scena è stata ripresa da una webcam

(14 settembre 2012)
Barrett Brown

Barrett Brown
Lo hanno arrestato con un raid durante una delle sue celebri videochat di gruppo. Barrett Brown, trentenne del Texas noto per il ruolo di portavoce non ufficiale di Anonymous, il gruppo di cyberattivisti che conducono attacchi informatici a governi e aziende, è stato arrestato nella notte di mercoledì sotto gli occhi del mondo. Un secondo prima lo si vede in video, a torso nudo, scherzare online con altre persone collegate in chat; un attimo dopo si alza, e si sentono delle urla. La fidanzata chiude il collegamento video ma rimane l'audio che testimonia una cattura improvvisa, veloce e non propriamente cordiale.

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Brown è stato arrestato dalla polizia di Dallas e il giorno dopo consegnato all'Fbi. Sebbene il giovane fosse da tempo un "osservato speciale", e avesse già subito una perquisizione da parte dei federali americani lo scorso marzo, non è ancora chiara la ragione che ha portato al raid dell'altra notte. L'ipotesi più accreditata è che abbia a che fare con un video rilasciato su YouTube dallo stesso Brown, in cui si scaglia contro un membro dell'Fbi (Robert Smith), sostenendo che a causa dell'agente sua madre potrebbe essere accusata di intralcio alla giustizia. Nel video il cyberattivista pronuncia anche alcune frasi piuttosto minacciose: "Dunque la vita di Robert Smith è finita. E quando dico finita non intendo dire che lo voglio uccidere, ma che voglio rovinare la sua vita e investigare sui suoi dannati figli. Perché Aaron Barr (amministratore dell'azienda di intelligence HBGary, attaccata da Anonymous nel 2011, ndr) faceva la stessa cosa e non è stato arrestato per quello".

Bisogna contestualizzare il senso di quelle frasi, sostiene il legale di Brown, che invoca da un lato la libertà di espressione tutelata dalla costituzione americana e dall'altra il noto gusto per l'iperbole e la provocazione del suo assistito. Ma certo il giovane texano è un personaggio scomodo. Da quando è uscito dalle file di Anonymous per rivelare la propria identità e portare avanti una battaglia d'opinione ha subito molte critiche dagli stessi suoi ex-compagni, che non amano chi si espone ai media mettendoci addirittura la faccia. Allo stesso tempo, Brown ha iniziato un lavoro investigativo minuzioso su quello che chiama "il complesso cyber industriale", ovvero l'oscura e articolata rete di aziende di intelligence e di sorveglianza che lavorano con e per i governi nazionali e per quello americano in particolare.

Il suo gruppo, Project PM, si dedica a fare le pulci a una serie di società specializzate in raccolta e analisi di informazioni, data mining e profiling di vario tipo, inclusi contractor della Difesa come Northrop Gunman e Booz Allen Hamilton. Lo scorso agosto Brown aveva anche guidato la campagna di Anonymous contro TrapWire, una tecnologia di videosorveglianza basata sul riconoscimento facciale che è stata rivelata dai Global Intelligence Files, i documenti sottratti dagli hacker attivisti all'azienda di intelligence Stratfor e rilasciati da WikiLeaks, organizzazione con cui lo stesso Brown ha collaborato. "Stiamo lavorando come matti, ci siamo divisi i materiali provenienti dalle email e li stiamo analizzando", aveva detto solo un paio di settimane fa all'Espresso un Brown particolarmente febbrile e stacanovista durante una conversazione online.

Nel frattempo va detto che Anonymous non è rimasta a guardare. Malgrado Brown non abbia il pieno supporto di tutti gli hacktivisti, come spiega all'Espresso un operatore internazionale di Anonops nel canale OpTrapWire, gruppi di anonimi hanno iniziato subito a reagire. Gli AntiSec hanno pubblicato online i dati di alcune carte di credito appartenenti, almeno secondo gli hacker, a funzionari governativi. "Indipendentemente da qualsiasi affiliazione, ogni attivista ha la responsabilità di mettere da parte le proprie opinioni personali in difesa del primo emendamento in riferimento a Barrett Brown", scrive un account dell'area Anonymous in un tweet.

Se prima Brown poteva dividere gli anonimi, è possibile che il suo arresto porti a riunirli. In tal caso non si faranno aspettare.

Fonte: http://espresso.repubblica.it

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