Saturday, January 15, 2011

Sarà torinese il robot umanoide capace di "vivere" su Marte

Primo partner dell'iniziativa è Thales Alenia Il centro impiega 100 ricercatori di Politecnico e Iit

di MARIACHIARA GIACOSA

Il robot tra 15 anni sarà morbido e accarezzabile, al posto di giunture e bulloni avrà muscoli di plastica e saprà prendere decisioni. E' il futuro della ricerca tecnologica e virtuale e Torino ne ospiterà un pezzo importante con il nuovo Center for space human robotics IITPolito, inaugurato ieri mattina a Torino.

Resistere a temperature e condizioni estreme, effettuare rilevamenti nello spazio è compito più da macchine, che da uomini: ecco perché per i prossimi 5 anni, nelle aule di un palazzotto di corso Trento, si studieranno le migliori tecnologie per realizzare robot adatti a "vivere e sopravvivere" nello spazio. Da soli o accompagnati.
Lo scenario è da Blade runner: si metteranno a punto materiali capaci di resistere ai 200 gradi sotto lo zero che si registrano nelle stazioni spaziali, e di garantirsi approvvigionamento energetico laddove non si può certo inserire la spina nella presa. Oggetti dotati di particolare "sensibilità": robot umanoidi che sappiano "leggere" e interpretare gesti e indicazioni manuali; o ancora guanti intelligenti, che, indossati sulla terra, fanno compiere al robot un particolare gesto, controllandolo a 5 mila chilometri di distanza.

L'investimento per il polo torinese vale 5 milioni di euro, finanziati dall'Istituto italiano di tecnologia (IIT), ed uno dei nove poli di tecnologia attivati dall'Istituto in tutta Italia: un network di centri di ricerca sulla robotica per migliorarne "gli aspetti umani". In un futuro non troppo lontano i robot saranno come delle auto utilitarie, una sorta di modello base, su cui caricare, come sull'Iphone, le configurazioni specifiche per tagliare l'erba, occuparsi della casa, ma soprattutto per curare malattie e fare ricerca.

Nel Center - oltre mille metri quadrati di laboratori - lavorano un centinaio di giovani ricercatori provenienti da 32 nazioni. "L'idea è nata un anno fa - ha spiegato il direttore di Iit Roberto Cingolani - e abbiamo lavorato in tempi record". Alla base del progetto la collaborazione tra l'Istituto e i principali enti di ricerca. A Torino è stato naturale il matrimonio con il Politecnico e con il comparto dell'aerospazio "perché andiamo dove ci sono le eccellenze" ha precisato il presidente di Iit, Gabriele Galateri di Genola.

"E' una bella avventura per Torino: qui c'è sangue che si mescola" secondo il rettore Francesco Profumo, con riferimento alla provenienza "multietnica" dei ricercatori, ma anche alla commistione tra università e imprese. Primo partner dell'iniziativa è infatti Thales Alenia. "Oggi nella nostra stazione internazionale, insieme a Paolo Nespoli, c'è un robot, ma è della Nasa e non è perfetto - spiega Luigi Maria Quaglino, vice presidente di Thales Alenia. "Daremo indicazioni per svilupparne di più sofisticati in grado di fare assistenza e manutenzione". Il futuro però è l'esplorazione: a Torino dovrà nascere l'umanoide capace di precedere l'uomo nello spazio, sulla Luna o su Marte.

Tratto da: http://torino.repubblica.it/

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