Saturday, March 19, 2011

L'Europa decide per un supercargo modulare, l'ATV-derivative

L'Europa dello spazio metterà in moto la macchina per realizzare a partire dal 2018 un supercargo di nuova concezione, flessibile e modulare: un veicolo spaziale da trasporto in grado di portare in orbita capsule, moduli spaziali per la stazione, carichi e materiali, e anche di fungere da rimorchiatore per la stessa stazione come di fare lo spazzino in orbita. La decisione rappresenta un grande salto di qualità nelle capacità autonome di accesso allo spazio per il Vecchio continente. E un passo avanti verso una vera politica comune spaziale planetaria futura, visto che farà parte di una strategia concordata tra tutte le principali agenzie spaziali (Cina esclusa), dalla Nasa alla giapponese Jaxa, dall’Esa alla russa Roscosmos.

Il veicolo, per ora chiamato ATV-derivative, fa parte di un progetto più ampio in cui l’Europa spenderà circa 4 miliardi di euro di qui al 2020. L’idea è di arrestare la produzione dell’attuale cargo automatico ATV (attualmente l’ATV-2 è agganciato alla ISS) dopo il lancio dell’ATV-5 nel 2014, e di sostituire l’ATV con un nuovo veicolo concordato con la Nasa e con gli altri che rappresenterà in pratica il contributo europeo alla Iss. Se i paesi membri daranno il via libera previsto, verranno sbloccati 450 milioni di euro per predisporre in vista della ministeriale del 2012 – l’appuntamento in cui i responsabili politici dei vari paesi consacrano le decisioni Esa – il primo schema di sviluppo del nuovo veicolo.

A differenza del vecchio ATV, che funge esclusivamente da cargo, l’ATV-derivative sarà basato su di un modulo di servizio con motori ed avionica cui si potranno agganciare moduli pressurizzati come i nodi di cui è fatta la ISS, moduli gonfiabili del tipo Bigelow, capsule, serbatoi di carburante. Ma potrà diventare anche un rimorchiatore per la Stazione Spaziale, o un veicolo capace di neutralizzare satelliti in difficoltà o catturare rifiuti spaziali in orbita. Un affare, ovviamente, particolarmente interessante anche dal punto di vista economico e industriale per le industrie aerospaziali europee.
L'Europa dello spazio metterà in moto la macchina per realizzare a partire dal 2018 un supercargo di nuova concezione, flessibile e modulare: un veicolo spaziale da trasporto in grado di portare in orbita capsule, moduli spaziali per la stazione, carichi e materiali, e anche di fungere da rimorchiatore per la stessa stazione come di fare lo spazzino in orbita. La decisione rappresenta un grande salto di qualità nelle capacità autonome di accesso allo spazio per il Vecchio continente. E un passo avanti verso una vera politica comune spaziale planetaria futura, visto che farà parte di una strategia concordata tra tutte le principali agenzie spaziali (Cina esclusa), dalla Nasa alla giapponese Jaxa, dall’Esa alla russa Roscosmos.

Il veicolo, per ora chiamato ATV-derivative, fa parte di un progetto più ampio in cui l’Europa spenderà circa 4 miliardi di euro di qui al 2020. L’idea è di arrestare la produzione dell’attuale cargo automatico ATV (attualmente l’ATV-2 è agganciato alla ISS) dopo il lancio dell’ATV-5 nel 2014, e di sostituire l’ATV con un nuovo veicolo concordato con la Nasa e con gli altri che rappresenterà in pratica il contributo europeo alla Iss. Se i paesi membri daranno il via libera previsto, verranno sbloccati 450 milioni di euro per predisporre in vista della ministeriale del 2012 – l’appuntamento in cui i responsabili politici dei vari paesi consacrano le decisioni Esa – il primo schema di sviluppo del nuovo veicolo.

A differenza del vecchio ATV, che funge esclusivamente da cargo, l’ATV-derivative sarà basato su di un modulo di servizio con motori ed avionica cui si potranno agganciare moduli pressurizzati come i nodi di cui è fatta la ISS, moduli gonfiabili del tipo Bigelow, capsule, serbatoi di carburante. Ma potrà diventare anche un rimorchiatore per la Stazione Spaziale, o un veicolo capace di neutralizzare satelliti in difficoltà o catturare rifiuti spaziali in orbita. Un affare, ovviamente, particolarmente interessante anche dal punto di vista economico e industriale per le industrie aerospaziali europee.

Fonte: http://www.lastampa.it/


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