Sunday, February 5, 2012

"MERDE" , il nucleare non è conveniente

Analisi impietosa della Corte dei conti francese: l’energia nucleare non è conveniente. Parigi ora dovrà riconsiderare il suo mix energetico.


Come noto la Francia è il paese europeo che più di tutti ha puntato sul nucleare per il suo approvvigionamento energetico. Nucleare a cui i francesi sembrano quasi affettivamente legati (ma evidentemente ci sono in ballo interessi miliardari), vista la reticenza nell’avviare un programma di abbandono dell’atomo, come fatto da altri paesi (come la Svizzera).

L’incidente di Fukushima ha però costretto anche i turbonuclearisti francesi a qualche riflessione, tanto che Sarkozy ha richiesto alla Corte dei conti francesi un’indagine conoscitiva sui costi del nucleare. Un’indagine i cui risultati sono stati pubblicati negli scorsi giorni, e che calano una sentenza impietosa: il nucleare non conviene.

È risaputo che l’elettricità prodotta dalle centrali nucleari è quella che viene venduta a minor prezzo. Il che però non significa che sia la meno cara, giacché molti costi sono occulti (o occultati, secondo alcuni). Secondo le stime dell’alta corte francese, nel 2010 un megawatt prodotto con il nucleare costava circa 60 euro. Un costo che ora è però destinato a salire ulteriormente a seguito delle ulteriori misure di sicurezza necessarie, arrivando fino a 70-90 euro a megawatt.

E le altre fonti energetiche? Sempre secondo la Corte dei conti francese, l’energia eolica costa 69 euro e quella provenienti dalle centrali a carbone 44 euro. Costi che, soprattutto per le energie rinnovabili, sono però destinati a scendere.

Non è finita. I togati transalpini hanno voluto pure analizzare il fondo di garanzia in caso di incidenti nucleari di EDF, la principale compagnia elettrica del paese, dotato di 92 milioni di euro: totalmente insufficienti, bisogna portarlo almeno a 700 milioni. Come minimo, perché come dimostrato da Fukushima i costi di un disastro nucleare possono essere stratosferici. Costi che le assicurazioni da sempre si rifiutano di assicurare, proprio perché assolutamente imprevedibili.

Poi c’è il problema dello smantellamento delle centrali nucleari giunte al termine del loro esercizio, generalmente 40 anni, che se prolungato porta ad ulteriori costi, e quello dello stoccaggio definitivo delle scorie. Due problematiche su cui i giudici non sono riusciti a giungere ad una conclusione definitiva sul loro costo, giacché nessuno finora ha una soluzione in merito. Altri milioni, miliardi, destinati ad essere spesi.

“Merde!”. Questa, in una parola, la conclusione a cui è giunta l’alta corte. Già, perché allo stato attuale in Francia ben il 74% dell’energia proviene dal nucleare, e perché ben 22 centrali (su 58) dovranno essere spente entro il 2022. Sostituirle tutte in così poco tempo è impossibile, prolungare il loro esercizio causerà ulteriori importanti investimenti.

Che anche la turbonuclearista Parigi sia costretta ad una riconversione?

Fonte: http://www.ticinolibero.ch

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