Thursday, July 5, 2012

Via libera alla disattivazione della centrale nucleare di Trino (Vercelli)



Va avanti la procedura per la disattivazione della Centrale nucleare di Trino (VC), e l’ISPRA ha emesso, in data 2 luglio, il proprio parere favorevole. Un parere fondamentale, che è il primo del genere emesso in Italia sul piano globale di disattivazione di una centrale nucleare e che serve anche come stimolo per gli altri impianti, vista l’esigenza di arrivare in tempi brevi alla loro disattivazione con i conseguenti benefici di riduzione del rischio radiologico sui siti. L’Istituto lo ha trasmesso al Ministero dello Sviluppo Economico ed alle altre Amministrazioni interessate, ai fini dell’emanazione, da parte del Ministero stesso, dell’atto di autorizzazione alle operazioni di disattivazione della Centrale gestita dalla Sogin S.P.A, secondo quanto previsto dalle procedura stabilita dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n 230. L’emissione di detto parere giunge a conclusione di un’approfondita istruttoria nell’ambito della quale l’Istituto ha svolto le proprie valutazioni e acquisito informazioni integrative sul piano di disattivazione della centrale presentato dalla Sogin, tenendo altresì presenti le osservazioni formulate dalle altre Amministrazioni (il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, della Salute, dell’Interno, del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché delle Regione Piemonte e del Comune di Trino). Il parere è corredato da condizioni e prescrizioni atte a regolare, nel pieno rispetto del requisiti di sicurezza nucleare e di radioprotezione, le operazioni di disattivazione fino al rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica.
Nell’ambito del piano di disattivazione che sulla base di tale parere verrà autorizzato è prevista la permanenza nel sito dei rifiuti radioattivi, stoccati in idonee strutture di deposito temporaneo, fino al conferimento al Deposito nazionale. Prima dell’avvio delle operazioni di smantellamento dell’isola nucleare dell’impianto dovranno essere completate le operazioni di allontanamento dal sito del combustibile nucleare irraggiato, per il quale è previsto il trasferimento presso l’impianto di riprocessamento di La Hague in Francia, da attuarsi nel prossimo anno nell’ambito dell’Accordo Intergovernativo Italia-Francia stipulato nel 2006.
Il quadro prescrittivo associato al parere regola la gestione dei rifiuti radioattivi attualmente presenti nell’impianto e quelli che saranno generati delle operazione di disattivazione, le modalità di svolgimento in sicurezza delle operazioni di smantellamento, gli scarichi di effluenti liquidi e aeriformi, la gestione dei sistemi per il mantenimento in sicurezza dell’impianto, l’allontanamento di materiali solidi dall’impianto e il riuso di edifici ed aree senza vincoli di natura radiologica. Con le prescrizioni fissate, le operazioni si svolgeranno nel rispetto del criterio di non rilevanza radiologica e, per gli eventi incidentali ipotizzabili nel corso delle operazioni, nel rispetto di un obiettivo di radioprotezione fissato nel limite di dose annua per la popolazione.
Il parere stabilisce anche le modalità di svolgimento dei controlli preventivi che verranno svolti sulle operazioni e fissa al riguardo un elenco di attività ed interventi, ritenuti rilevanti la sicurezza nucleare e la radioprotezione, per la cui esecuzione dovrà essere preceduta dalla preventiva approvazione dell’ISPRA sulla base della presentazione di specifici progetti o piani operativi.
Particolare attenzione è dedicata alla previsione di idonei strumenti d’informazione della popolazione e delle amministrazioni locali sulle operazioni che verranno svolte e sugli aspetti di sicurezza e di radioprotezione ad esse associate.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

Il nucleare in Italia: la centrale di Trino Vercellese e gli incidenti

Trino Vercellese

La centrale nucleare Enrico Fermi di Trino

TRINO / La storia del nucleare in Italia è strettamente legata a quella di Trino. E’ qui che fu costruita a inizio anni ’60 quella che per 2 anni fu la centrale per energia atomica più potente al mondo: GUARDA IL REPORTAGE DA TRINO
In quest’angolo di pianura padana, tra distese d’un verde verdissimo, campi coltivati, vigneti e risaie, si scorgono in lontananza le sagome degli impianti che ospitarono i reattori nucleari.
La storica centrale Enrico Fermi, si trova sulle sponde del Po. I lavori per costruirla iniziarono nel 1961. Durarono solo 3 anni. Poi dopo il referendum dell’87, anche questo impianto venne fermato. Da allora è in corso il cosiddetto decomissioning, il complesso e costosissimo smantellamento della centrale, che si protrarrà almeno per altri 40-50 anni.
Nel 1967 il primo incidente. Si fessurò una guaina d’acciaio di una barra di combustibile. Un incidente non di particolare gravità ma che provocò il blocco dell’impianto per 3 anni. La centrale scaricò trizio radioattivo nelle acque del Po. E non fu l’unica volta. Anche nel 79, l’impianto venne fermato per introdurre una serie di modifiche dopo l’incidente alla centrale nucleare americana di Three Miles Island.
Oggi la centrale nucleare rimane lì in un’area di fatto contaminata, inaccessibile se non dopo numerosi controlli e solo ai lavoratori che partecipano alle operazioni di smantellamento. A poca distanza ci sono alcune abitazioni. Da tempo ferve un dibattito sull’inquinamento della falda acquifera. Sorprende vedere a poca distanza, solo al di là della strada, campi coltivati.
Ma il nucleare negli anni 70 e inizio 80 andava a gonfie vele. E nel giro di poco arrivò la decisione di costruire una seconda centrale.
Il comune con una giunta di sinistra l’approvò. Ci furono scontri violenti e proteste che non bastarono a fermare i lavori. Fu scelta una zona più sicura, lontana dal fiume Po. Lo stop e la riconversione dell’impianto a lavori di fatto già iniziati, costarono almeno 2.000 miliardi delle vecchie lire per i contratti non rispettati. Sarebbe stata la centrale più potente di tutte, anche rispetto a quella di Caorso. Erano previsti 2 reattori.
In questo caso, oggi non c’è il problema delle scorie, che invece continua ad esserci per l’impianto numero 1 di Trino. Gli scarti estremamente radioattivi sono stati portati a Saluggia, ad una trentina di km di distanza. E da qui verranno portati in Francia. 8 viaggi speciali a bordo di treni super scortati sono previsti entro il 2012. Ma le polemiche si infiammano sia sulla totale mancanza di comunicazione di quando siano effettuati i trasferimenti – la popolazione non viene avvisata – sia sulla pericolosità del sito dove sono stoccate.
La zona è ultrapresidiata. E’ pressoché impossibile avvicinarsi.
Precauzioni efficaci per l’uomo ma non contro il nemico alluvione. Nel 94 e poi nel 2000, i depositi furono in grande parte sommersi. Per un soffio si evitò una catastrofe.
Lasciti a dir poco problematici del nucleare, con le cui insidie qui bisogna ancora oggi fare i conti tutti i giorni. E i cartelli non poi così veritieri comune denuclearizzato sono un lascito che diventa monito per il futuro.

Trino Vercellese sarebbe (stata) proprio uno dei primi siti a riaprire in caso di riattivazione delle centrali in Italia.

Fonte: http://www.cronacalive.it

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