La situazione della sicurezza nucleare in Cina
"non si presta all'ottimismo" ed è complicata dall'utilizzo di
tecnologie e reattori di tipo diverso: è quanto si legge in un rapporto
pubblicato dal Ministero dell'Ambiente cinese. Dopo la catastrofe di
Fukushima il governo di Pechino aveva avviato un programma di ispezione
dei 41 reattori in attività o in costruzione, sospendendo le
autorizzazioni per i nuovi impianti; il rapporto sottolinea in
particolare come "il sistema di risposta rapida di emergenza agli
incidenti nucleari debba essere migliorato".
Prima di Fukushima l'obbiettivo della Cina era arrivare a una potenza installata di 86 GWatt entro il 2020, contro i 12 GWatt
del
2011; obbiettivo rivisto al ribasso fino ai 40 GWatt. Il nucleare
contribuisce attualmente appena all'1% del fabbisogno cinese, dominato
ancora dal carbone (70%) e idroelettrica (15%).
Fonte: http://www.milanofinanza.it
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