Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
Tuesday, March 5, 2013
Fukushima: decenni per tornare alla normalità
“Ciò che mi preoccupa di più è che ci sia una disparità nel ritmo di ricostruzione delle zone devastate del nord-est”, ha dichiarato Hiroshi Suzuki, il capo di un comitato consultivo per la ricostruzione della provincia di Fukushima. Tre prefetture del nord del Giappone (Iwate, Miyagi e Fukushima) sono state maggiormente colpite dallo tsunami causato dal terremoto dell’11 marzo2011, disastro che ha ucciso quasi 19.000 persone e causato un grave incidente nella centrale nucleare di Fukushima. Secondo Suzuki, la situazione nella provincia di Fukushima è “molto complicata” a causa dell’incidente nucleare avvenuto. “Quando ho visitato le comunità colpite da questa catastrofe atomica, ho scoperto che non c’era stata una sufficiente attenzione per la salute mentale di queste persone”, ha detto. “La situazione è molto grave. [...] Anche se gli abitanti hanno la possibilità di incontrarsi, non hanno modo di raccontare il danno che hanno subito. Sta a noi, che non siamo stati direttamente interessati, venire a visitarli e ad ascoltarli; ma finora questo interessamento è stata molto debole”. “Durante il primo anno e mezzo dopo il disastro, molti esperti hanno visitato le zone colpite, ma la maggior parte di loro hanno solo attraversato la prefettura di Fukushima, andando a visitare quelle di Iwate e Miyagi,” ha detto questo professore emerito dell’Università degli Studi di Fukushima. Il governo ha ordinato a circa 110.000 persone di evacuare una vasta zona intorno al complesso nucleare ora paralizzato, congelando di fatto la ricostruzione della città e dei villaggi circostanti. Alcuni, in seguito alla ridefinizione delle aree contaminate, hanno cominciato a ritornare nei territori più lontani dalla centrale, ma si teme che alcune aree rimarranno inabitabili per diversi decenni.
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