Tuesday, March 19, 2013

La NASA studia la guerra nucleare per contrastare l’effetto serra

Guerra nucleareAlan Robock, assieme ad uno staff di ricercatori nordamericani e russi, ha confermato la teoria dell’inverno nucleare. Robock inoltre ha studiato l’introduzione di aerosol in atmosfera per modificare intenzionalmente il clima della terra.
Da tali studi nasce il suo avviso di NON adoperare uno strumento che rischia di creare disastri senza fine, anche dove si optasse per una limitata applicazione locale. Robock mette in guardia non solo rispetto ad una guerra regionale nucleare, ma anche sulle probabili conseguenze in caso di irrorazioni atmosferiche.
La NASA ha voluto approfondire tramite simulazioni al computer l’ipotesi di un dosaggio mirato di esplosioni di bombe nucleari, per comprendere l’effetto sul clima. Più di 2000 test atomici realmente effettuati (anche se poco noti all’opinione pubblica) hanno fornito dati significativi. (1)
Risultato: la simulazione dei ricercatori della NASA porta alla conclusione che una “piccola” guerra nucleare diminuirebbe l’effetto serra del pianeta influendo sul clima terrestre e innescando un raffreddamento globale. La causa sarebbero gli incendi derivati dalle esplosioni. Circa 6 milioni di tonnellate di carbonio andrebbero a depositarsi nella troposfera. Il carbonio assorbendo il calore solare si eleverebbe andando poi a finire nello strato più esterno della nostra atmosfera dove impiegherebbe molto più tempo per abbandonare il cielo.
Le conseguenze di questa drastica cura sarebbero carestie diffuse e una drastica diminuzione della produzione agricola. Inoltre l’assottigliamento o ancor peggio la scomparsa di buona parte dello strato di ozono esistente causerebbe un’esposizione molto elevata ai raggi ultravioletti, potenzialmente dannosi. Ciò comporterebbe nuove malattie della pelle e danni agli organi interni.
Le ‘cure’ ipotetiche esaminate hanno una caratteristica in comune: la potenziale forza distruttrice per l’ecosistema.
La notizia era stata diffusa dalla NASA attraverso il National Geographic.

Edoardo Capuano

Fonte

No comments:

Post a Comment

Note: Only a member of this blog may post a comment.