Tuesday, October 8, 2013

Fukushima, malattie e malformazioni: trapelano i primi dati

In aumento difetti cardiaci e tumori alla tiroide. Ma i ricercatori non forniscono informazioni precise. Alimentando la paura.



I bambini giapponesi hanno il cuore più malato. Anzi malformato, come si dice con il linguaggio a volte freddo della medicina.Nel 2011 il numero dei bimbi nati con difetti congeniti è aumentato, passando dal 2,31 al 2,43%. Se il fenomeno sia legato al disastro nucleare di Fukushima però non è dato sapersi. L'università di Yokohama City che ogni anno dirama i dati in merito, infatti, ne ha posticipato la diffusione. E non sembra intenzionata a scorporarli per prefettura, cioè a fornire le cifre relativa all'incidenza dei problemi nella zona che l'11 marzo 2011 è stata colpita dal terremoto e dallo tsunami che hanno poi portato al disastro nucleare.
L'ALLARME GLOBALE SU FUKUSHIMA. Gli scienziati si sono fermati alle prime rassicurazioni: la percentuale su scala nazionale non desta preoccupazioni. Ma dopo l'aumento dei tumori alla tiroide tra i minori di 18 anni denunciato ad agosto 2013 tra i residenti dell'area, e dopo lo scandalo della contaminazione dell'acqua vicino alla centrale, negata fino all'ultimo dal governo, ci sono buone ragioni per chiedere la maggiore trasparenza possibile.

I dati del 2013 non sono ancora stati pubblicati

L'università di Yokohama raccoglie i dati sulle malformazioni congenite dei bambini dal 1999.
Nel 2011, l'anno della tragedia atomica, è stato registrato il picco massimo: il 2,43%. La crescita rispetto all'anno precedente è dello 0,12%. Non strabiliante, a dire il vero. Specie perché il livello è ancora sotto 2,5 che è la quota media registrata nella popolazione mondiale.
Secondo i ricercatori, inoltre, negli ultimi anni la percentuale di bambini con difetti al cuore, come il problema del setto atriale (un buco tra le due pareti superiori del muscolo cardiaco) è cresciuta soprattutto a causa del progressivo aumento dell'età delle madri. Le cifre sono state pubblicate dal magazine americano Daily Beast che è riuscito a ottenerle dopo lunghe insistenze. Abitualmente, infatti, il report sulle malformazioni congenite viene pubblicato a maggio: ma nel 2013 non è stato ancora reso pubblico.
IL NIET DEI RICERCATORI. I numeri sono il frutto di indagini in 170 diversi ospedali, ma i cronisti americani hanno chiesto agli scienziati nipponici i dati scorporati per le 47 prefetture del Paese. Il ricercatore responsabile della statistica, Fumiki Hirahara, ha però fatto sapere di ritenere «insensato» il confronto delle cifre provenienti dalle diverse province: «Non c'è un aumento significativo», ha detto.
Ma per capire se il disastro di Fukushima stia compromettendo la salute dei cittadini, come hanno sostenuto diversi ricercatori esperti di radiazioni, servirebbero dati per area geografica. E divisi per mese: solo così si può capire rapidamente se si è di fronte a una tendenza progressiva.
L'università, però, non si è dimostrata particolarmente interessata ad approfondire la faccenda, forse per via di preoccupanti precedenti.

Già 44 casi sospetti di tumori alla tiroide tra i minori

La prefettura di Fukushima ad agosto ha denunciato 44 casi sospetti di cancro alla tiroide tra i 360 mila minori di 18 anni che sono stati esposti alle radiazioni. Il risultato proviene da uno studio che è ancora in corso ma che ha già scatenato l'allarme.
Nel disastro nucleare di Chernobyl (avvenuto nel 1986), l'unico paragonabile per gravità a Fukushima, morirono circa 130 persone nel primo impatto delle radiazioni e nel tentativo di spegnere il reattore. Ma la diffusione dei tumori venne scoperta solo dopo anni.
E nelle aree colpite dalle radiazioni la quota di incidenza sui bambini del tumore alla tiroide aumentò da 10 a 100 volte.
TUMORI DOPO CINQUE ANNI. Ci vollero cinque anni perché la verità iniziasse a venire alla luce. Secondo i dati del registro tumori di Minsk, infatti, le prime conseguenze furono riscontrate solo nel censimento del 1991, nella popolazione tra i 15 e i 29 anni, cioè tra coloro che all'epoca dell'incidente avevano tra i 10 e i 24 anni: una fascia solitamente non affetta da questa tipologia di canceroma.
Secondo Jota Kanda, docente dell'Università della Scienza e della tecnologia marina di Tokyo, il livello di cesio contenuto nei reattori di Fukushima attualmente è il doppio di quello di Chernobyl. Cifre che potrebbero spiegare un'emergenza dei tumori più rapida e amplificata.
«EVACUATE I BAMBINI». Nel maggio scorso i giapponesi hanno invaso le strade dello Shinjuku, il distretto dello shopping di Tokyo, chiedendo che i bambini fossero evacuati dalla prefettura di Fukushima. Ma nulla è stato fatto. Anzi, il governo ha cercato di nascondere più di una verità sul disastro.
A febbraio Kanda ha infatti pubblicato i risultati delle sue ricerche sulla contaminazione di Fukshima, compresa quella delle acque marine: allora, la Tepco e il governo tentarono di negare la possibilità di fuoriuscite radioattive. Ma furono travolte da un'ondata di indignazione che le costrinse a fare retromarcia.
I SERBATOI CONTAMINATI. Il particolare grottesco è che lo studio del professore non lanciava l'allarme sulla contaminazione della costa, bensì sull'acqua radioattiva ancora contenuta nei serbatoi: la vera fonte del pericolo per la salute. Per arginare le perdite, il 6 ottobre il premier Shinzo Abe ha chiesto l'aiuto dei paesi stranieri.
La Tepco ha fatto sapere che il livello di contaminazione nei serbatoi è aumentato di 18 volte fino a raggiungere 1.800 milisievert all'ora: a una persona adulta bastano quattro ore di esposizione per morire. Per uccidere un bambino ci vuole molto meno.

Giovanna Faggionato

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