I meteoriti non sono solo pericolosi per i danni che potrebbero causare con la loro caduta, ma possono diventare preziosi alleati degli scienziati nello studio delle origini del nostro e degli altri pianeti. Lo sostiene Paul Withers, ricercatore all'Università di Boston, che da qualche tempo sta studiando ciò che accade agli strati superiori delle atmosfere della Terra, di Venere o di Marte durante e dopo il passaggio di una roccia spaziale. (Speciale Curiosity: le immagini e i segreti dell'ultimo rover mandato su Marte)
Il ferro venuto dallo spazio. L'atmosfera di questi pianeti è costituita principalmente da elementi leggeri come l'ossigeno, la CO2 e i nitrati e quando viene attraversata da particelle solide, polvere o vere e proprie rocce vaganti, si arricchisce di elementi più pesanti come il ferro, il silicio o il magnesio. Questo può avere effetti significativi sulla dinamica dei venti e sulla circolazione dell'aria all'interno dell'atmosfera stessa.
La parte più alta dell'atmosfera, la ionosfera, contiene plasma, cioè un mix di particelle a carica positiva e negativa. Si tratta di atomi ionizzati e degli elettroni che sono stati loro strappati via. Quando la ionosfera viene attraversata da molecole semplici, per esempio l'ossigeno (O2), queste si rompono, e decadono nel giro di pochi minuti. Ma i materiali più pesanti portati dai meteoriti possono andare incontro a processi chimici più complessi. Le particelle di magnesio per esempio, possono essere ionizzate dall'energia solare o dal contatto con altre molecole che gli strappano un elettrone: queste particelle cariche possono impiegare anche 24 ore prima di decadere.
In pratica, i metalli che arrivano dallo spazio creano "artificialmente" del plasma che in origine non c'era.
La superficie lunare, che in assenza di atmosfera è bersaglio facile per meteoriti e asteroidi. (Nasa)Somiglianze spaziali. Ma lo studio di Withers si è spinto oltre, scoprendo che gli strati superiori dell'atmosfera di Venere, di Marte e della Terra sono molto più simili di quanto ritenuto fino ad oggi.
La pressione, la temperatura e la chimica delle tre ionosfere sono infatti praticamente uguali e nonostante la diversa distanza da Sole — il principale agente ionizzante del Sistema Solare — dei tre pianeti, la densità di plasma nelle diverse ionosfere è nello stesso ordine di grandezza. (La più grande eruzione solare degli ultimi anni: le foto)
Ma come fanno gli scienziati a studiare le atmosfere di pianeti diversi dalla Terra? Grazie alle onde radio trasmesse da veicoli spaziali e sonde a spasso per lo spazio. Le cariche elettriche presenti nella ionosfera dei pianeti sono infatti in grado di causare interferenze piccole ma misurabili in questi segnali.
Fonte: http://it.notizie.yahoo.com
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