Viaggi interstellari? La Nasa non lo esclude
Servirebbe un motore alla Star Trek
Einstein ci ha insegnato che non esiste nulla che può superare la velocità della luce.
In linea teorica dovrebbe, quindi, essere impossibile raggiungere le stelle, considerando che la più vicina (Proxima centauri) si trova a 4,23 anni luce, qualcosa come 40 mila miliardi di chilometri.
C'è chi la pensa diversamente, però, e per avvalorare le sue teorie ricorre pure a Star trek e al propulsore a curvatura dello spazio-tempo installato sulla navicella Enterprise.
DUE BUCHI NELLA RELATIVITÀ.
È Harold White, capo dei ricercatori Nasa in tema di propulsori
spaziali, per il quale la relatività generale einsteiniana ha due
«buchi» che, in teoria, potrebbero consentire di viaggiare attraverso lo
spazio-tempo: uno sono i cunicoli o varchi spazio-temporali (una specia
di galleria gravitazionale che mette a contatto punti lontani del
nostro universo), l'altro è la curvatura dello spazio.
ENERGIA NEGATIVA DEL VUOTO.
Nel secondo caso, si tratterebbe di dotare la futura navicella
spaziale di «una spinta» ottenuta dall'energia negativa del vuoto, un
effetto quantistico che deriva dal principio di indeterminazione di
Heisenberg: se si riuscissero a eliminare tutte le fluttuazioni casuali
si avrebbe una densità di energia negativa.
CONTRAZIONE DELLO SPAZIO.
Ottenuta questa spinta, ha spiegato White, lo spazio davanti alla
navicella si contrarrebbe, mentre quello alle sue spalle si
espanderebbe, con il risultato che la nave interstellare potrebbe
coprire grandi distanze in tempi brevi. Tutto ciò, però, richiederebbe
un'enorme quantità di energia.
Secondo lo scienziato della Nasa, tuttavia, da quando questa teoria è
stata resa pubblica nel 1994, molte cose sono cambiate. Nuovi studi
hanno indicato, per esempio, che servirebbero minori quantità di
energia.
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