
La Nasa vuole dire addio alle fiammate spettacolari per lanciare i missili nello spazio con un sistema forse meno spettacolare ma più efficiente: si chiama propulsione termica e si basa sull’idea di innescare il missile attraverso luce laser o microonde da terra. Come una miccia, l’innovativo sistema di propulsione innesca il missile rimanendo a terra e consente di avere maggiore efficienza e sicurezza.
Il sistema propulsivo tradizionale è composto di combustibile e ossidante caricati insieme nella camera di combustione posta all’interno del missile. L’esplosione che deriva dalla miscela reattiva così composta è la causa della fiammata che siamo abituati a vedere alla partenza di un missile, e trasferisce a questo l’energia necessaria a vincere la forza di gravità fino a farlo uscire dall’atmosfera. In altre parole la forza con cui i gas prodotti dalla combustione vengono espulsi fuori consente al missile di avere una spinta così forte da superare l’attrazione verso la superficie terrestre.
Questo sistema, se pur efficiente, ha diversi limiti. Innanzitutto può essere pericolo perché si basa di fatto su un’esplosione. Inoltre, dovendo trovarsi a bordo del missile e liberando una grossa quantità di energia, limita molto il quantitativo di energia extra utilizzabile, e implica la costruzione di un sistema combinato di più missili, determinando dunque il rilascio nello spazio di parti dell’apparecchiatura una volta superata la barriera di gravità del nostro pianeta.
L’innovazione consente non solo di evitare esplosioni e separazioni di parti di missile potenzialmente pericolose, ma anche di avere un sistema in grado di andare in orbita in 3-4 min contro gli 8-10 di quello tradizionale, nonché uno spazio per il carico di energia significativamente maggiore.
Inoltre un missile così congegnato non ha bisogno di essere a tre stages (sistema combinato di tre missili che usano propellenti diversi), come quelli tradizionali, perché non necessita di disperdere l’energia su più missili, in quanto il grosso quantitativo di energia che ha consentito la partenza rimane a terra.
Naturalmente i missili dovranno essere costruiti di materiale non riflettente per i laser e il grosso limite per ora è il costo, perché, soprattutto il laser è decisamente poco economico. “Miglioreremo la potenza e abbatteremo i costi entro le prossime decadi” promette tuttavia Kevin Parkin, capo ricerca del progetto ‘Missili a microonde termiche’ dell’Ames Research Center della Nasa.
Se le parole di Parkin diventeranno fatti avremo una piccola grande rivoluzione nel campo delle missioni aereospaziali.
Roberta De Carolis
Fonte: http://www.nextme.it/
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