Monday, December 5, 2011

Fukushima, è quasi sindrome cinese

2 dicembre 2011

“Praticamente tutto il combustibile non è più nel proprio alloggiamento originario”, avvisa la Tepco


La camera del primo reattore di Fukushima è sfondata nel lato inferiore: come racconta il Guardian la Tepco, la società che gestisce la centrale di Fukushima e fornisce l’energia a Tokyo, lo afferma. Il combustibile rimanente nella stanza principale del reattore ha continuato la sua corsa verso il decadimento e, avvertono in questi giorni gli scienziati giapponesi, è quasi completamente fuso. Barre di uranio arricchito, radiazioni impazzite e incontrollabili stanno danneggiando le loro strutture di contenimento in maniera irreparabile e, soprattutto, molto pericolosa.

SINDROME CINESE – L’uranio ha “sfondato la camera a pressione interna”, bucato “il vano di contenimento” ed eroso il pavimento di cemento per “almeno 65 centimetri”, secondo ciò che le fonti a disposizione raccontano: è la stessa società gestrice, come dicevamo, ad ammettere che la situazione al reattore 1 di Fukushima sta superando la soglia di guardia, visto che il muro di cemento è “l’ultimo ostacolo prima della libertà” per l’uranio fuso. Siamo, dunque, alla Sindrome Cinese, ma non c’è niente di chiaro. “Non abbiamo idea delle condizioni originarie della struttura, e non abbiamo sufficienti dati: le nostre analisi non sono sufficienti, nonostante i nostri impegni”, ammette la Tepco: “Il cemento potrebbe essere stato penetrato, ma il combustibile rimane comunque nello scudo esterno del reattore”. La situazione non va meglio nella struttura numero 2 del reattore, “fusa al 57%”, e nella struttura numero 3, con il reattore sciolto “al 63%”, anche se in questi casi i danni causati sarebbero “minori”. “Praticamente tutto il combustibile non è più nel proprio alloggiamento originario”. La situazione rischia di diventare pericolosa a breve: “Solo 37 centimetri di cemento rimangono fra il cemento e lo strato più esterno di acciaio, nell’area più danneggiata”.

SPEGNERE IL REATTORE – I lavori alla centrale continuano, in realtà senza risultati soddisfacenti. Litri e litri d’acqua continuano ad essere pompati nel sistema, per tentare un raffreddamento; ad oggi, gli impiegati non possono entrare nella struttura per l’eccessivo ammontare di radiazioni. Per la metà di dicembre è previsto un “cold shutdown del reattore”, una soluzione che vuole essere definitiva: il reattore è sotto controllo quando “l’acqua usata per raffreddarlo” riesce a rimanere sotto il punto di ebollizione, riuscendo ad evitare che il combustibile si scaldi di nuovo”. . Se non ci fossero “almeno 40 centimetri di acqua fredda permanentemente dentro il primo reattore”, spiega lo Yomiuri Shimbun, “la temperatura del combustibile sarebbe sufficientemente alta per sciogliere qualsiasi cosa dentro lo strato pressurizzato, non solo il combustibile ma anche le barre di controllo”. Questo combustibile fuso rimarrà sul groppone delle future generazioni “nei prossimi 30 anni”, andando a complicare un processo di decommissioning che si annuncia già problematico.

Fonte: http://www.giornalettismo.com

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