Wednesday, July 18, 2012

La Nasa prepara già il menù per Marte 2030: alimentazione vegetariana

Marte



Un menù per sei-otto astronauti che rimarranno nello spazio per due anni e mezzo. Il viaggio verso il pianeta rosso durerà sei mesi e la missione dovrebbe rimanere sul posto per 18 mesi prima di intraprendere il viaggio di ritorno. "Su Marte non possiamo mandare una navetta ogni sei mesi per rinnovare le scorte di cibo, come facciamo per la Stazione Spaziale Internazionale", spiega Maya Cooper, ricercatore presso Lockheed Martin, responsabile dello sviluppo menù.

Gli astronauti che vanno verso la Stazione Spaziale Internazionale hanno infatti una scelta di cento piatti, tutti preparati e liofilizzati, che si conservano per due anni almeno. Anche se l'assenza di gravità influenza il gusto e l'odore: il cibo, nello spazio, risulta di fatto insipido nonostante sia stato attentamente testato prima della partenza.

Stavolta la leggera gravità che esiste su Marte permetterà alla Nasa di prendere in considerazione un menù diverso, come racconta Le Matin. Gli astronauti potranno infatti cucinare e far bollire l'acqua con una pentola a pressione. Maya Cooper e la sua squadra lavorano alla creazione di una "serra marziana". Frutta e verdura, dalle carote ai peperoni, saranno però piantati in acqua minerale e non nel terreno. Gli astronauti potranno darsi al giardinaggio e poi usare questi ingredienti per preparare i pasti.

"Questo menù è positivo perché permetterà di avere ortaggi e frutta fresca in costante crescita", ha detto Maya Cooper. Agli astronauti verranno forniti sufficienti elementi nutritivi, minerali e calorie per tenerli fisicamente in buona salute. E anche psicologicamente. Studi scientifici hanno dimostrato che alcuni piatti, come il tacchino il giorno del Ringraziamento, migliorano il morale e l'umore. Un "legame con casa" che sarà fondamentale durante la missione su Marte.

La Nasa ha già sviluppato un centinaio di ricette tutte vegetariane, dal momento che gli astronauti non avranno né carne né prodotti lattiero-caseari a bordo. "E' impossibile mantenere questi prodotti abbastanza a lungo... e nemmeno inserire una mucca nell'equipaggio!", scherza Maya Cooper.

Per assumere una quantità sufficiente di proteine ci saranno il tofu o le noci. E' stata anche ideata una pizza senza formaggio, ma con carote, peperoni rossi, funghi, scalogno, arachidi e una salsa piccante. Un astronauta potrebbe dedicarsi interamente alla preparazione dei pasti. Ma se così non sarà si potrà fare ricorso ai piatti liofilizzati simili a quello che la Nasa progetta per i residenti della Stazione Spaziale Internazionale.

In questo caso, l'alimento dovrà conservarsi per cinque anni invece di due. "L'ideale sarebbe abbinare piatti liofilizzati e verdure fresche", dice Maya Cooper. Uno degli ostacoli principali è rappresentato dalle vincoli di bilancio della NASA. L'intero budget dell'agenzia spaziale statunitense è stato rivisto al ribasso da parte dell'amministrazione Obama. Attualmente, circa un milione di dollari vengono spesi ogni anno per sviluppare il menu per Marte, secondo Michele Perchonok, un ricercatore specializzato in tecnologia culinaria della Nasa, con un bilancio complessivo di oltre 17 miliardi di dollari nel 2012.

Fonte: http://affaritaliani.libero.it

Commento di Oliviero Mannucci: Dieta vegetariana per gli astronauti che andranno su Marte?! Non è una novità, ne avevo già parlato nella mia presentazione in PPT, presente in rete, intitolata "Mission to Mars" portata al convegno del Centro Ufologico Svizzera Italiana nel maggio del 2009, dove parlai proprio della futura missione su Marte. Ein particolar modo del progetto MELISSA dell'ESA, un ecosistema chiuso, simile a quelle terrestre, dove esseri umani e piante vivono in simbiosi per assicurare la reciproca sopravvivenza. Se vi interessa andate a cercare la mia presentazione, che è stata utilizzata per insegnare negli istituti scientifici svizzeri da un chimico biomolecolare presente come relatore anche lui nello stesso convegno di 3 anni fa.Io sono vegetariano dal 1985, ed è inutile dire, che l'alimetazione vegetariana è quella eticamente ed ecologicamente più corretta.

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