Lo spettometro a neutroni di produzione russa DAN, a bordo dell'apparato Curiosity, ha iniziato a sondare attivamente il suolo del pianeta Marte in cerca di tracce di acqua ghiacciata. Nel frattempo, il futuro di Marte si decide sulla Terra
La
ESA (European Space Agency) e Roskosmos stanno pianificando di
esaminare attentamente la composizione dell'atmosfera di Marte, il che
potrebbe finalmente confermare la presenza di vita sul Pianeta Rosso.
Anche alla NASA si accingono a studiare l'atmosfera e la composizione
interna del Pianeta nell'ambito dei due programmi MAVEN e InSight.
Lo
spettometro a neutroni DAN, a bordo del rover Curiosity, è funzionante
con grandi successi da metà agosto. Nonostante i test di collaudo non
siano ancora terminati del tutto, l'equipe di studiosi ha già dato avvio
all'esperimento sulla superficie del pianeta.
Il
primo risultato di DAN è stato inatteso. Sul luogo dell'atterraggio del
rover il suolo si è rivelato povero di idrogeno. Indicatore che non
conferma i dati precedenti, ottenuti dallo spettometro russo HEND
installato a bordo della sonda orbitale Mars Odissey (NASA). Secondo le
mappe ricostruite sulla base delle informazioni fornite da HEND, il
cratere Gale, in cui è atterrato Curiosity, sarebbe addirittura «umido»,
con una concentrazione di idrogeno cinque volte superiore.
Ad
ogni modo, «inatteso» non significa «oscuro». La risoluzione spaziale
di HEND è nella misura di centinaia di chilometri, mentre DAN misura la
presenza di idrogeno nel suolo immediatamente sottostante il rover con
una risoluzione di qualche metro. Insomma, la distribuzione del ghiaccio
sul suolo di Marte si è rivelata molto più complessa di quanto ci si
aspettasse. Per questo sono indispensabili le misurazioni estremamente
precise per cui è stato progettato Curiosity.
Questa
necessità è presa in considerazione da tutti i programmi attivi per lo
studio di Marte: MAVEN e InSight (NASA), ExoMars (progetto congiunto di
ESA e Roskosmos), e altri progetti di altri Paesi. I loro obiettivi sono
simili, uniti dalle questioni per ora insolute nello studio del
pianeta. Come si è sviluppato Marte? Perchè ha perso il proprio campo
magnetico e l'acqua? C'è mai stata vita su Marte, o almeno le condizioni
perchè si sviluppasse?
Le
risposte vanno cercate nello studio dell'atmosfera del pianeta, nella
sua struttura interna, nella distribuzione del ghiaccio e dei minerali
sulla superficie e sullo strato immediatamente inferiore del suolo di
Marte. Il sogno dei ricercatori è, un giorno, toccare con le propie mani
il suolo di Marte. Allo stato attuale si suppone che sia un obiettivo
non più lontano degli anni 20 del terzo millennio. Nel frattempo le
agenzie spaziali internazionali si danno da fare su progetti più
semplici che hanno l'obiettivo di portare sulla Terra campioni di suolo
marziano.
Per
la Russia il progetto ExoMars, che dovrebbe essere firmato a novembre, è
particolarmente significativo. Sono già iniziati i lavori di
preparazione della prima sonda orbitale, il Trace Gas Orbiter, che
dovrebbe essere lanciata nel 2016. È un'altra apparecchiatura per lo
studio dell'atmosfera di Marte, della sua composizione gassosa,
dell'aerosol e per il controllo metereologico. La Russia dovrebbe
fornire due su quattro delle apparecchiature previste a bordo, il
complesso spettometrico ACS e la sonda a neutroni FREND.
Il
primo stadio del progetto ExoMars prevede anche la prova del sistema di
atterraggio EDL (Entry, Descent and Landing - per l'entrata
nell'atmosfera, la discesa e l'atterraggio). L'obiettivo dell'apparato è
la messa a punto di un atterraggio morbido. Nonostante la presenza a
bordo di un complesso di sonde per lo studio dell'atmosfera e del tempo
metereologico su Marte, l'apparato non può essere ancora definito
scientifico in tutto e per tutto, vista la sua resistenza ancora troppo
breve, in tutto 2-4 giorni. Il secondo stadio del progetto prevede per
il 2018 il lancio del rover Pasteur. La Russia parteciperà fornendo il
razzo-vettore «Proton» e la piattaforma di atterraggio mediante la quale
Proton si poserà sul suolo marziano, inoltre i tecnici russi si
occuperanno dell'installazione dei due apparecchi sul rover e del
complesso di apparecchiature sulla piattaforma di atterraggio.
Fonte: http://italian.ruvr.ru
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