La Nasa rivela: esistono altri 883 pianeti abitabili. Almeno potenzialmente. Questo il principale annuncio del secondo Kepler Science Conference, meeting dove si discutono le più recenti scoperte del Kepler Space Telescope e che si tiene questa settimana presso l'Ames Research Center della Nasa a Moffett Field (California, Usa).
Una nuova analisi dei dati del Kepler ha ora
dimostrato che la maggior parte delle stelle della nostra galassia hanno
almeno un pianeta. Questo suggerisce come moltissime di loro possa
essere sede di sistemi planetari, tra i quali forse alcuni analoghi al nostro sistema solare. Dai primi tre anni di dati di Keplero, d'altronde, sono emersi più di 3 mila e 500 potenziali mondi.
La missione della sonda è proprio quella di determinare quale percentuale di stelle come il sole porta con sè piccoli pianeti con dimensioni e temperatura analoghi a quelli della Terra. Per quattro anni, il telescopio spaziale monitora simultaneamente e costantemente la luminosità di oltre 150 mila stelle,
registrando una misurazione ogni 30 minuti. I dati raccolti per più di
un anno devono ancora essere rivisti e analizzati. Ma sembra che i primi
riscontri siano incoraggianti.
"Le stelle sono i mattoni della galassia, in quanto hanno condotto la sua evoluzione e hanno costituito porti sicuri per i pianeti – ha spiegato William Chaplin, professore di astrofisica presso l'Università di Birmingham (Uk) - Studiando
le stelle si esplora veramente la galassia e il nostro posto
all'interno. […] Questi sono dati che qualche anno fa sognavamo
soltanto".
Quasi 400 scienziati provenienti da 30 diversi paesi
partecipa alla Kepler Science Conference. Questo, secondo gli esperti
di Kepler, evidenza l'impatto dei risultati della missione sulla ricerca
nel campo degli esopianeti e dell'astrofisica stellare.
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