La spazzatura? Un problema anche "spaziale" che ci riguarda molto da vicino
di Leopoldo Benacchio
Una rappresentazione di come la fascia di detriti spaziali circondi la Terra come una rete (non in scala)
Fra le caratteristiche che sono comuni, nel mondo contemporaneo, a tutti i Paesi, ricchi o meno, è la crescente e quasi incredibile capacità di produrre spazzatura, accompagnata dai problemi e i costi che vediamo anche, purtroppo, nella cronaca quotidiana. Come spesso succede del problema ce ne rendiamo conto quando diventa più che evidente e complicatissimo da risolvere. Insomma quello della spazzatura oggi è anche un problema "spaziale". Attenzione, non stiamo facendo della facile e parecchio discutibile ironia, ma introducendo un fatto piuttosto serio che minaccia ogni minuto l'esistenza e lo sviluppo dei sistemi satellitari, sempre più usati e indispensabili nella nostra vita. Le trasmissioni telefoniche, radio, televisive dipendono oggi infatti sempre più dallo spazio, e così i sistemi di guida di automobili e mezzi aerei e navali basati sui satelliti GPS oggi e sulla costellazione europea Galileo domani, per non parlare dello studio della Terra, il monitor delle risorse di mari e continenti, l'aiuto in caso di terremoti e alluvioni e la lista sarebbe lunghissima.
Ebbene ognuno dei 1000 e più satelliti che orbitano attorno alla Terra è, ad ogni minuto in pericolo per la presenza di relitti cosmici. Vediamo perché.
Lo spazio attorno alla Terra lo pensiamo vasto, profondo, libero, ma purtroppo non lo è affatto e, al contrario, oggi come oggi trovare un orbita sicura per un nuovo satellite o sorvegliare la sicurezza di quelli in funzione è un impresa sempre più complessa e soprattutto costosa. E siamo solo all'inizio perché, se non si trova un rimedio, la situazione è destinata a peggiorare in modo esponenziale.
Questo il messaggio, piuttosto preoccupante, avanzato con forza dal Generale William Shelton, comandante dell'Aviazione USA, nel corso di una lunga relazione tenuta un paio di settimane fa ad un importante Convegno annuale sulle condizioni dello spazio che si tiene in USA.
La responsabilità di questa situazione è della "spazzatura spaziale", composta da pezzi di satelliti che non funzionano più da anni, pezzi di razzo vettore rimasti in orbita e altri, più o meno grandi, di satelliti che si sono scontrati fra loro. Ne conosciamo bene almeno 20.000 in orbita attorno alla Terra, che vengono seguiti costantemente, ma probabilmente sono almeno dieci volte tanto. Circondano la Terra in una sempre più pericolosa rete a maglie strette, un reale pericolo per i satelliti tuttora in funzione. E questi grossi pezzi di spazzatura continuano ad aumentare senza sosta, perché i satelliti hanno una vita operativa limitata e restano spesso in orbita anche quando diventano inattivi. Di conseguenza aumenta il pericolo di uno scontro distruttivo, comunque devastante, anche se avviene fra due pezzi di "spazzatura", dato provoca semplicemente una ancora più pericolosa frantumazione.
Stanno su varie orbite, soprattutto nella zona fra i 700 e 1200 chilometri dal suolo, ma ce ne è una seconda fascia molto più lontano, nelle orbite dei satelliti geostazionari e di telecomunicazione, sui 30.000 chilometri dal suolo.
Come se non bastasse l'incubo provocato dai "pezzi grossi" dobbiamo anche pensare ai milioni di piccolissimi pezzi, diciamo tipicamente della grandezza di un bullone, che si sono creati anni fa nello scontro in orbita fra un satellite della costellazione telefonica Iridium e un vecchio ed inattivo satellite russo Cosmos. Non solo, altrettanti ne ha prodotti l'esperimento cinese, perfettamente riuscito nel 2007 , di distruzione in orbita di un satellite tramite un razzo che lo ha intercettato.
Ma che male potrà fare mai un bullone a un oggetto grande come un campo da calcio, com'è ad esempio la Stazione Spaziale internazionale, ISS ? Giusto chiedercelo, sulla base della nostra esperienza "terrestre", ma nello spazio può farne proprio parecchio, dato che viaggia a migliaia e migliaia di chilometri all'ora, anche sui 30.000, molto più veloce di una pallottola sparata da una pistola.
Il fatto è che questa spazzatura non è un fenomeno naturale, magari reversibile, ma lo abbiamo creato noi, per disinteresse, e ora che sono circa 50 i Paesi con satelliti in orbita è anche molto difficile mettersi d'accordo per chi e come debba cercare di risolvere il problema. Soluzioni ne sono state proposte anche di fantasiose o veramente incredibili, come raccogliere i detriti spaziali con coppie di satelliti che stendano una rete a strascico in orbita o disintegrarli con cannoni laser, arpionarli con satelliti appositamente costruiti, quasi come fossero baleniere. Insomma la creatività va anche bene, ma pare poco serio come approccio.
Il problema cresce ogni giorno al crescere dei rifiuti spaziali, e, soprattutto, non riguarda solo i satelliti "civili" ma anche quelli militari.
E infatti il DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency, ha preso in mano la cosa e stilato un rapporto sulle possibili soluzione ed I costi. Impossibile risolvere il problema, si può alleggerire la situazione e soprattutto accordarsi per non peggiorarla, questo il verdetto sanamente realista dell'imponente rapporto.
Una prima iniziativa per alleviare il problema dovrebbe potrebbe essere quella di tentare il recupero dei pezzi di grandi dimensioni tramite satelliti attrezzati a questo scopo. Si inizierebbe da quelli che stanno su orbite particolarmente pericolose. Insomma, si va verso la raccolta differenziata anche nello spazio. Risolverà il problema? Fra pochi mesi i primi tentativi.
Commento di Oliviero Mannucci: La mia rititolazione dell'articolo non vuole offendere nessuno. Ho abitato a Napoli per un breve periodo, ho visitato la Campania e ho sempre un vivido ricordo della simpatia e del calore della gente campana che non merita quello che sta passando. Spero che la classe politica tiri fuori le palle( se ce l'ha?) e si decida a "ripulire" la regione da tutta "l'immondizia" che impedisce una vita serena a milioni di persone. Ci siamo capiti vero?