I droni utilizzati dall’esercito americano, conosciuti anche come UAV (Unmanned Aerial Vehicles: veicoli senza pilota), sono velivoli-robot molto silenziosi, adoperati in quelle situazioni particolari in cui la vita del pilota sarebbe eccessivamente messa a rischio.
Usati soprattutto nella guerra in Afghanistan, l’impiego dei Reaper e dei Predator è aumentato in maniera esponenziale con l’amministrazione Obama per la lotta contro il terrore. Un drone è in grado restare in missione anche 36 ore – cosa che un normale caccia non può fare – e può garantire, insieme ad altri aerei, grazie ad un collegamento satellitare e ad una base di terra, una vera e propria copertura – anche visiva – delle zone di guerra. Ma quali sono le esatte funzioni dei droni? Grazie all’impiego di apparecchiature molto sofisticate quali ad esempio telecamere, laser e intensificatori di immagini, i droni possono rimandare alla base video del campo e di quello che sta succedendo in tempo reale; sono in grado di intercettare le conversazioni telefoniche e soprattutto possono sparare razzi e bombe contro il nemico.
La cosa interessante è che la loro azione può essere guidata da molto lontano. I droni militari, infatti, possono trovarsi in zone di guerra ma anche a diverse migliaia di chilometri. Per bombardare il Pakistan (l’ultimo raid, coinciso con l’uccisione di 5 Talebani risale solo ad un paio di giorni fa), l ad esempio, sui cui confini con l’Afghanistan hanno sede le basi di Al Qaeda, obiettivo degli americani, gli Stati Uniti fanno base addirittura nel loro paese, esattamente a Creech, nello stato del Nevada.
Ad essere gestite sul posto sono esclusivamente le operazioni di atterraggio e decollo.
di Giuseppe Genova in Mondo
Fonte: http://www.befan.it
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