Spazio: ultima frontiera. Credere che si sia soli nell'universo è come credere che la Terra sia piatta. Come disse l'astrofisico Labeque al palazzo dell'UNESCO, durante il congresso mondiale del SETI di Parigi del Settembre 2008, " SOMETHING IS HERE", "Qualcosa è qui", e I TEMPI SONO MATURI per farsene una ragione. La CIA, l'FBI, la NSA, il Pentagono, e non solo, lo hanno confermato!
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Wednesday, October 31, 2012
Ufo basi sotterranee aliene History Channel
Pubblicato in data 13/mag/2012 da RuneLoreSite
Documentario di History Channel sulle basi sotterranee aliene.
Altre informazioni su http://www.runelore.it
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Categoria:
La Russia testa il suo deterrente nucleare in vero stile sovietico
Sei missili balistici intercontinentali lanciati lo scorso 20 ottobre
verso il profondo blu atmosferico, questo il bilancio della più grande
esercitazione strategica compiuta da Mosca dalla fine della guerra
fredda. Una manifestazione di potenza inusuale, praticata in un momento
decisamente difficile
L’esercitazione ha coinvolto la triade nucleare russa al completo, oltre al sistema di comando e controllo degli armamenti strategici. L’esercito ha lanciato un missile balistico intercontinentale (ICBM) RS-12M Topol dal sito di Plesetsk nel nord della Russia. Quasi contemporaneamente il sottomarino a propulsione nucleare Svyatoy Georgiy Pobedonosets – classe Delta III – ha lanciato un SLBM dal mare di Okhotsk, probabilmente un SS-N-18. Oltre a esercito e marina, anche l’aeronautica è stata coinvolta, con il lancio di quattro missili cruise da bombardieri Tu-95 Bear e Tu-160 Blackjack.
Le forze armate russe hanno anche testato il sistema di comando e comunicazione, coinvolgendo il Comando generale delle forze armate della Federazione Russa al completo. Putin ha supervisionato l’esercitazione e secondo fonti del Cremlino si è congratulato con tutte le forze coinvolte per l’ottima riuscita della manifestazione. Nulla è trapelato sui reali risultati dell’esercitazione, per i quali si dovrà attendere un’analisi approfondita da qualche organo di intelligence open source occidentale. La presenza del presidente all’esercitazione era scontata, anche se ufficialmente in tempo di pace è il ministro della Difesa a dirigere il Comando generale delle forze armate. Putin, da vero presenzialista, non poteva mancare a un manifestazione di potenza in vero stile sovietico.
Lo show strategico aveva una doppia audience: il popolo russo e il mondo occidentale, in particolare i membri della Nato. L’esercitazione è sicuramente servita a Mosca per dimostrare che, nonostante la riduzione degli armamenti e le scarse dotazioni economiche delle forze armate, la triade nucleare è ancora affidabile per garantire la deterrenza a livello globale.
Un messaggio chiaro per la Russia sostenitrice di Putin, ma anche per le tante voci critiche che premono da destra e da sinistra per un revanchisme in salsa russa. A livello internazionale, l’esercitazione è servita a ricordare a Washington e alla Nato che la Russia è davvero pronta a “congelare” ogni ulteriore riduzione del suo arsenale nucleare, se gli Stati Uniti non si ammorbidiranno sulla “Missile Defense”, che Mosca vede come un tentativo occidentale di minare la parità strategica.
Il Cremlino ha poi annunciato la prossima uscita della Russia dal Nunn-Lugar Cooperative Threat Reduction Program. Il programma, che prende il nome dai due senatori statunitensi che lo hanno sponsorizzato, è stato approvato nel 1992 con lo scopo di smantellare in sicurezza parte dell’ex arsenale strategico sovietico. Fornisce fondi ed assistenza tecnica agli Stati ex-Urss per decommissionare le armi nucleari, biologiche e chimiche. In particolare sotto l’ombrello finanziario del programma ricade quella parte dell’arsenale nucleare russo che doveva essere smantellato in rispetto dei termini del trattato SALT II.
Ad oggi il programma ha avuto un discreto successo: sono stati disattivati o distrutti 7551 testate nucleari, 537 ICBM e relativi silos, 496 SLBM e 27 sottomarini nucleari. Oltre ai risultati, è il metodo del programma ad essere vincente. Attraverso fondi statunitensi – e non solo – i sistemi d’arma vengono smantellati e distrutti, mentre le parti più pericolose come il materiale fissile vengono immagazzinate in sicurezza sul territorio russo o negli Stati Uniti. Il sistema è pensato per evitare che la cronica mancanza di fondi di Mosca porti ad incidenti potenzialmente gravissimi durante la fase di decomissioning, oppure al furto o alla sparizione si materiale sensibile.
Il ritiro del Cremlino dal programma è dunque una notizia decisamente negativa per la sicurezza internazionale. Non è tanto l’arsenale nucleare a preoccupare, perché comunque Mosca è ancora tenuta a rispettare i termini del SALT II, quindi a mantenere operativi solo un certo numero di testate e di sistemi d’arma. A preoccupare sono le armi biologiche e chimiche. Il programma ad oggi ha finanziato lo smantellamento del 35% dell’arsenale chimico di Mosca, mentre i due terzi sono ancora stoccati in magazzini non proprio sicuri, almeno dal punto di vista ambientale.
Relativamente all’arsenale biologico non v’è certezza: il programma di guerra biologico sovietico – definito da Leitenberg e Zilinskas come il più grande e sofisticato mai intrapreso da una nazione – resta avvolto nel più completo mistero. Il Nunn-Lugar ha finanziato lo smantellamento e la trasformazione di alcune strutture di ricerca, ma nessuno ha ancora chiarito l’estensione dell’ex programma di armi biologiche di Mosca. La posizione ufficiale russa, ancora oggi, è che un programma biologico offensivo non è mai esistito.
Fonte: http://www.meridianionline.org
L’esercitazione ha coinvolto la triade nucleare russa al completo, oltre al sistema di comando e controllo degli armamenti strategici. L’esercito ha lanciato un missile balistico intercontinentale (ICBM) RS-12M Topol dal sito di Plesetsk nel nord della Russia. Quasi contemporaneamente il sottomarino a propulsione nucleare Svyatoy Georgiy Pobedonosets – classe Delta III – ha lanciato un SLBM dal mare di Okhotsk, probabilmente un SS-N-18. Oltre a esercito e marina, anche l’aeronautica è stata coinvolta, con il lancio di quattro missili cruise da bombardieri Tu-95 Bear e Tu-160 Blackjack.
Le forze armate russe hanno anche testato il sistema di comando e comunicazione, coinvolgendo il Comando generale delle forze armate della Federazione Russa al completo. Putin ha supervisionato l’esercitazione e secondo fonti del Cremlino si è congratulato con tutte le forze coinvolte per l’ottima riuscita della manifestazione. Nulla è trapelato sui reali risultati dell’esercitazione, per i quali si dovrà attendere un’analisi approfondita da qualche organo di intelligence open source occidentale. La presenza del presidente all’esercitazione era scontata, anche se ufficialmente in tempo di pace è il ministro della Difesa a dirigere il Comando generale delle forze armate. Putin, da vero presenzialista, non poteva mancare a un manifestazione di potenza in vero stile sovietico.
Lo show strategico aveva una doppia audience: il popolo russo e il mondo occidentale, in particolare i membri della Nato. L’esercitazione è sicuramente servita a Mosca per dimostrare che, nonostante la riduzione degli armamenti e le scarse dotazioni economiche delle forze armate, la triade nucleare è ancora affidabile per garantire la deterrenza a livello globale.
Un messaggio chiaro per la Russia sostenitrice di Putin, ma anche per le tante voci critiche che premono da destra e da sinistra per un revanchisme in salsa russa. A livello internazionale, l’esercitazione è servita a ricordare a Washington e alla Nato che la Russia è davvero pronta a “congelare” ogni ulteriore riduzione del suo arsenale nucleare, se gli Stati Uniti non si ammorbidiranno sulla “Missile Defense”, che Mosca vede come un tentativo occidentale di minare la parità strategica.
Il Cremlino ha poi annunciato la prossima uscita della Russia dal Nunn-Lugar Cooperative Threat Reduction Program. Il programma, che prende il nome dai due senatori statunitensi che lo hanno sponsorizzato, è stato approvato nel 1992 con lo scopo di smantellare in sicurezza parte dell’ex arsenale strategico sovietico. Fornisce fondi ed assistenza tecnica agli Stati ex-Urss per decommissionare le armi nucleari, biologiche e chimiche. In particolare sotto l’ombrello finanziario del programma ricade quella parte dell’arsenale nucleare russo che doveva essere smantellato in rispetto dei termini del trattato SALT II.
Ad oggi il programma ha avuto un discreto successo: sono stati disattivati o distrutti 7551 testate nucleari, 537 ICBM e relativi silos, 496 SLBM e 27 sottomarini nucleari. Oltre ai risultati, è il metodo del programma ad essere vincente. Attraverso fondi statunitensi – e non solo – i sistemi d’arma vengono smantellati e distrutti, mentre le parti più pericolose come il materiale fissile vengono immagazzinate in sicurezza sul territorio russo o negli Stati Uniti. Il sistema è pensato per evitare che la cronica mancanza di fondi di Mosca porti ad incidenti potenzialmente gravissimi durante la fase di decomissioning, oppure al furto o alla sparizione si materiale sensibile.
Il ritiro del Cremlino dal programma è dunque una notizia decisamente negativa per la sicurezza internazionale. Non è tanto l’arsenale nucleare a preoccupare, perché comunque Mosca è ancora tenuta a rispettare i termini del SALT II, quindi a mantenere operativi solo un certo numero di testate e di sistemi d’arma. A preoccupare sono le armi biologiche e chimiche. Il programma ad oggi ha finanziato lo smantellamento del 35% dell’arsenale chimico di Mosca, mentre i due terzi sono ancora stoccati in magazzini non proprio sicuri, almeno dal punto di vista ambientale.
Relativamente all’arsenale biologico non v’è certezza: il programma di guerra biologico sovietico – definito da Leitenberg e Zilinskas come il più grande e sofisticato mai intrapreso da una nazione – resta avvolto nel più completo mistero. Il Nunn-Lugar ha finanziato lo smantellamento e la trasformazione di alcune strutture di ricerca, ma nessuno ha ancora chiarito l’estensione dell’ex programma di armi biologiche di Mosca. La posizione ufficiale russa, ancora oggi, è che un programma biologico offensivo non è mai esistito.
Fonte: http://www.meridianionline.org
Marte, suolo simile a terreni di origine vulcanica
Analisi dalle rilevazioni fatte da Curiosity
Terreno vulcanico delle Hawaii |
Terreno marziano |
Il suolo di Marte somiglia ai terreni di origine vulcanica delle Hawaii: è quanto dimostra la prima analisi diretta di un campione di suolo marziano eseguita da Curiosity, il rover laboratorio della Nasa.
Arrivato su Marte nell’agosto scorso, Curiosity ha identificato in particolare i minerali del campione “ingoiato” recentemente dal rover, usando lo strumento Chemistry and Mineralogy (CheMin).
Dal punto di vista mineralogico, il campione si è rivelato simile ai materiali basaltici, con una notevole presenza di feldspato, pirosseno e olivina. «Finora abbiamo fatto molti ragionamenti per deduzioni sulla mineralogia del suolo marziano» rileva David Blake del centro di ricerca Ames della Nasa che è il responsabile scientifico dello strumento CheMin.
L’identificazione dei minerali nelle rocce e nel suolo, osservano gli esperti, è cruciale per l’obiettivo della missione che intende valutare se Marte e il cratere Gale, dove si trova Curiosity, abbiano mai offerto condizioni favorevoli alla vita. Ogni minerale infatti registra le condizioni sotto le quali si è formato e CheMin usa la diffrazione ai raggi X per leggere la struttura interna dei minerali, registrando come i cristalli interagiscono con i raggi X.
Il campione usato per la prima analisi era composto di polvere e sabbia raccolta nei giorni scorsi dalla paletta del rover. Il campione è stato elaborato attraverso un setaccio che ha escluso le particelle più grandi di 150 micrometri, circa la larghezza di un capello umano. La polvere analizzata è distribuita a livello globale dalle tempeste di polvere, la sabbia invece è distribuita a livello più locale. Entrambe, spiegano gli esperti, sono rappresentativo dei processi moderni avvenuti su Marte, a differenza delle rocce studiate da Curiosity un paio di settimane fa, i conglomerati, che hanno diversi miliardi di anni.
«Finora - osserva David Bish, della Indiana University che lavora alla missione - i materiali analizzati da Curiosity sono in linea con le nostre idee sul cratere Gale che ha registrato un passaggio da un ambiente umido a secco. Le rocce antiche, come i conglomerati, suggeriscono la presenza di acqua che scorreva, mentre i minerali più giovani testimoniano un’interazione limitata con l’acqua».
Fonte: http://www.lastampa.it
Il razzo che ci porterà oltre Marte
La Nasa ha progettato lo Space Launch System, una navicella con un'enorme capacità di trasporto. Ecco dove potremo andare
Altro che Marte. A quanto pare, lo Space Launch System (Sls), la navicella spaziale progettata dalla Nasa per soppiantare l'ormai pensionato Space Shuttle, ci porterà ben più lontano. Come vi abbiamo raccontato, la nuova astronave costerà oltre 25 miliardi di euro e sarà accelerata da enormi razzi a combustibile liquido. Ma la vera novità, raccontano alla Nasa, è l' enorme capacità di carico e trasporto di Sls rispetto al vecchio Shuttle. Si parla di ben 130 tonnellate, che consentiranno alla navicella di portare con sé sistemi di propulsione più grandi e una maggior quantità di carburante.
Cosa potremo fare, dunque, con una navicella di questa portata? Le possibilità di utilizzo sono enormi e talvolta sembrano sfiorare la fantascienza. Anzitutto, il recupero di campioni di grandi dimensioni da mete lontane come i satelliti di Giove, Saturno e Plutone. Finora, questi pianeti erano difficilmente accessibili, dal momento che le astronavi attuali, con un carico di propellente più esiguo rispetto a Sls, erano costrette a compiere lunghe manovre per farsi dare una spinta dalla gravità dei corpi che incontravano nel tragitto. Il tutto con grande dispendio di tempo prezioso: Sls, invece, ridurrà notevolmente la durata delle missioni, perché i suoi enormi sistemi di accelerazione consentiranno di prendere traiettorie più dirette.
L'aumentata capacità di carico renderà inoltre possibile portare nello spazio strumentazioni scientifiche più grandi e complesse. Per esempio, rover destinati a Venere o scudi necessari a operare nell'ambiente altamente radioattivo del sistema di Giove. O addirittura un enorme telescopio dotato di specchi di 16 metri di diametro, progettato per osservare luce ultravioletta, visibile e nel vicino infrarosso, che potrebbe localizzare e caratterizzare pianeti alieni attorno ad altre stelle. Il tutto in un unico lancio, perché non sarà più necessario dividere il bagaglio in più missioni per poi rimontarlo in orbita.
Sono anche previste, naturalmente, delle missioni con equipaggio umano: durante il 63 o Congresso Internazionale dell'Astronautica, svoltosi a Napoli all'inizio di ottobre, Jim Chilton, vicepresidente del settore esplorazione spaziale di Boeing, ha spiegato come con due soli lanci di Sls potrebbe essere possibile costruire una sorta di pompa di benzina spaziale nel punto di Lagrange tra Terra e Luna (ossia dove le forze gravitazionali dei due corpi si bilanciano). Un altro piano della Nasa prevede di montare su Sls l' Orion Multi-Purpose Crew Vehicle, un modulo progettato per ospitare un equipaggio, per raggiungere un asteroide dopo aver circumnavigato la Luna.
C'è poi chi pensa alle possibilità di business: l'azienda Bigelow ha proposto alla Nasa l'utilizzo dello Sls per la costruzione di una stazione spaziale privata da affittare ai governi per scopi di ricerca scientifica. Secondo space.com, le trattative sarebbero già iniziate: il primo viaggio di Sls dovrebbe portare in orbita quattro moduli BA330 e un'unità di propulsione. Anche il governo statunitense sembra essere molto interessato: il bagagliaio di Sls potrebbe essere utile a portare in orbita geostazionaria satelliti per le telecomunicazioni.
E infine ci sono gli scenari quasi fantascientifici: inviare nello spazio, grazie a questa immensa station-wagon, le componenti per assemblare una centrale spaziale a energia solare. Staremo a vedere.
Fonte: http://daily.wired.it
GEOINGEGNERIA: TEST DELLE ACQUE
DI NAOMI KLEIN
www.nytimes.com
Ho passato quasi vent’anni su un tratto di costa scoscesa della British Columbia, chiamata Sunshine Coast. Questa estate, ho avuto un'esperienza che mi ha ricordato perché amo questo posto, e perché ho scelto di avere un figlio in questa parte del mondo tanto scarsamente popolata.
Erano le cinque del mattino e il nostro bambino di tre settimane ci aveva appena svegliato. Mio marito ed io ci siamo alzati e guardando l'oceano, abbiamo avvistato due imponenti pinne nere dorsali: orche, gli squali assassini.
Poi altre due. Non avevamo mai visto una orca sulla costa, e mai sentito parlare di una loro venuta così vicino a riva. Nel dormiveglia, ci sembrava come un miracolo, come se il bambino ci avesse svegliato per essere sicuro di non farci perdere questa rara visita.
L'ipotesi che questo avvistamento fosse dovuto solo ad un caso fortuito è stata smentita un paio di settimane fa quando ho letto il rapporto di un esperimento bizzarro fatto al largo nell’oceano delle isole di Haida Gwaii, diverse centinaia di chilometri da dove abbiamo scoperto le orche che nuotavano.
In quel posto, un imprenditore americano, Russ George, ha scaricato 120 tonnellate di polvere di ferro da una barca da pesca che aveva preso in affitto: il suo piano era quello di creare una fioritura di alghe che avrebbero dovuto catturare anidride carbonica e in questo modo combattere i cambiamenti climatici (1).
Mr. George è uno dei tanti aspiranti geoingegneri, sempre in aumento, che sostengono che certi interventi tecnici su larga scala e ad alto rischio, potrebbero cambiare radicalmente gli oceani e cieli, e in questo modo ridurre gli effetti del riscaldamento globale. Oltre al sistema di Mr. George che serve a fertilizzare l'oceano con il ferro, ci sono altre le strategie di geoingegneria che includono il pompaggio di aerosol di solfato nell'atmosfera superiore per imitare gli effetti di raffreddamento di una grande eruzione vulcanica e lo "sbiancamento delle nuvole " per far in modo che riflettano maggiormente i raggi del sole verso lo spazio.
I rischi sono enormi. La fertilizzazione dell'oceano potrebbe provocare zone morte e maree tossiche. Varie simulazioni hanno previsto che mimando gli effetti di un vulcano si potrebbe interferire con i monsoni in Asia e in Africa, minacciando potenzialmente la disponibilità dell'acqua e la sicurezza alimentare di miliardi di persone.
Fino ad ora, queste proposte sono state usate per lo più come modelli e simulazioni al computer e per articoli scientifici. Ma con l'avventura nell'oceano del signor George, la geoingegneria è decisamente scappata dai laboratori. Se il resoconto di Mr. George sulla sua missione è veritiero, la sua azione ha creato una fioritura di alghe su un'area marina di una dimensione grande come la metà del Massachusetts ed ha attratto una vasta gamma di vita acquatica, tra cui le balene che arrivano "a dozzine."
Quando ho letto delle balene, ho cominciato a chiedermi: potrebbe essere che le orche che ho avvistato si stessero avviando verso quel buffet di pesce “all-you-can-eat” che si era creato intorno alla fioritura del signor George? La possibilità, per quanto possa essere improbabile, ci invita a dare uno sguardo su una delle inquietanti ripercussioni della geoingegneria: una volta che cominciamo deliberatamente ad interferire con i sistemi climatici della terra - sia con un filtro per il sole o con la concimazione del mare - tutti gli eventi naturali possono iniziare ad assumere un sfumatura innaturale. Un'assenza che poteva sembrare un normale avvicendamento ciclico nei modelli di migrazione o una presenza straordinaria che ci era sembrata come un dono miracoloso, diventano improvvisamente sinistri, come se tutta la natura fosse stata manipolata dietro le quinte.
La maggior parte dei rapporti che riguardano il signor George come geo-ingegnere lo presentano come una "canaglia". Ma ciò che mi preoccupa, dopo aver fatto molte ricerche su questo argomento, durate due anni e che serviranno per un libro di prossima pubblicazione sul cambiamento climatico, è che degli scienziati ben più accreditati, sponsorizzati da enormi capitali, sembrano pronti a intervenire concretamente sui complessi e imprevedibili sistemi naturali su cui poggia la vita della terra - con un enorme potenziale di conseguenze imprevedibili.
Nel 2010, il presidente della commissione parlamentare per la scienza e la tecnologia ha raccomandato di incrementare le ricerche di geoingegneria e il governo britannico ha cominciato a spendere denaro pubblico in questo settore.
Bill Gates ha buttato milioni di dollari nelle ricerche di geoingegneria. Ha investito nella società Intellectual Ventures, che sta sviluppando almeno due importanti strumenti di geoingegneria: la "StratoShield," un tubo lungo 19 miglia di palloncini pieni di elio sospesi che dovrebbero bloccare le particelle di biossido di zolfo nel cielo e uno strumento che può presumibilmente smorzare la forza degli uragani.
L'appello è facile da capire. La Geoingegneria ci presenta la allettante promessa di correggere il cambiamento climatico per permetterci di mantenere il nostro stile di vita basato sull'uso estenuante delle risorse della terra, a tempo indeterminato.
Ma poi viene una paura. Ogni settimana sembrano arrivare novità climatiche terrificanti: dai rapporti sugli strati di ghiaccio che si sciolgono prima del previsto a quelli sugli oceani che diventano sempre più acidi, molto più rapidamente del previsto. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico è diventato un argomento tanto lontano dall’agenda politica da non essere stato nemmeno menzionato una volta durante uno qualsiasi dei tre dibattiti tra i candidati presidenziali. C'è da meravigliarsi se molta gente spera che sia arrivato il momento di "rompere il vetro in caso di emergenza", mettendo in atto quella opzione che gli scienziati hanno già cotto a puntino nei loro laboratori?
Ma con tutti questi geo-ingegneri-canaglia a piede libero, forse è arrivato il momento buono per chiederci tutti insieme, se vogliamo veramente percorrere questa strada della geo-ingegneria. Perché la verità è che la geo-ingegneria è di per sé un affare-canaglia. Per definizione, tutte le tecnologie che influenzano gli oceani e la chimica dell’atmosferica influenzano tutti.
Malgrado ciò è impossibile raggiungere qualcosa che somigli ad un consenso unanime per autorizzare questi interventi. Né potremmo avere un consenso informato e consapevole dal momento che non possiamo- e i geo-ingegneri non possono - conoscere i veri rischi a cui andiamo incontro, almeno fino a quando queste tecnologie, che alterano l'equilibrio del pianeta, non avranno prodotto i loro effetti concreti.
Mentre i negoziati sul clima alle Nazioni Unite partono dal presupposto che i paesi devono dare una risposta comune a un problema intrinsecamente di tutti, la geo-ingegneria si muove da una prospettiva molto diversa. Con una spesa ben al di sotto di un miliardo di dollari, una " alleanza di volenterosi", un singolo paese o anche un nababbo, potrebbero decidere di prendere in mano il controllo del clima. Jim Thomas della ETC, un gruppo di controllo ambientale, la spiega così: "La Geoingegneria dice: “Noi lo faremo, e voi ne affronterete gli effetti (nel bene o nel male).'"
La cosa più spaventosa di queste proposte è che le proiezioni mostrano che molte delle persone che potrebbero essere le più danneggiate da queste tecnologie hanno già subito o sono sproporzionatamente vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico. Immaginate questo: l’America del Nord decide di immettere zolfo nella stratosfera per ridurre l'intensità del sole - nella speranza di salvare le sue coltivazioni di mais - nonostante la possibilità reale di dare il via a violente siccità in Asia e in Africa.
In breve, la geoingegneria potrebbe darci (o dare ad alcuni di noi) il potere di far emigrare una enorme parte dell'umanità per sacrificare certe zone, semplicemente accendendo un interruttore virtuale.
Le conseguenze geopolitiche sarebbero agghiaccianti. Il cambiamento climatico sta già rendendo difficile sapere se gli eventi che prima credevamo fossero "atti di Dio" (un'ondata di caldo eccezionale a marzo o un Frankenstorm a Halloween) ancora li dobbiamo considare tali. Ma se si comincia ad armeggiare con il termostato della terra - trasformando deliberatamente il colore dei nostri oceani in verde scuro per assorbire il carbonio e sbiancando il cielo nebbioso per deviare i raggi del sole -stiamo alzando il livello della nostra influenza sulla natura . Una siccità in India dovrà essere vista - credendoci o non credendosi- come una decisione consapevole messa in atto da ingegneri da un'altra parte del pianeta. Quella che una volta era sfortuna potrebbe essere interpretata come una trama malefica o come un attacco imperialista.
Ci saranno altre conseguenze che potranno portare cambi viscerali alla vita. Uno studio pubblicato la scorsa primavera su Geophysical Research Letters ha scoperto che se si inietta aerosol di zolfo nella stratosfera il cielo non solo diventa più bianco e significativamente più luminoso, ma saremmo anche soggetti a tramonti. "vulcanici" più intensi.
Ma che potrebbe succedere con questi cieli iper-reali ? Ci riempierebbero di stupore - o ci lascerebbero solo con un vago disagio ? Ci sentiremmo allo stesso modo quando vedremo delle belle creature selvatiche attraversare le nostre strade inaspettatamente, come è successo alla mia famiglia questa estate? In un noto libro sul cambiamento climatico, Bill McKibben ha avvertito che ci troviamo di fronte alla "Fine della Natura". Nell'era della geoingegneria, potremmo doverci confrontare con quella parte di noi che non crede più ai miracoli.
Mr. George e i suoi esperimenti che alterano il mare ci offrono la possibilità per un dibattito pubblico su un problema sostanzialmente assente durante tutto il ciclo elettorale: Quali sono le soluzioni reali per il cambiamento climatico? Non sarebbe meglio cambiare i nostri comportamenti - e ridurre l’uso dei combustibili fossili - prima di cominciare a giocherellare con le regole che sono alla base del sistema del ciclo vitale?
A meno che non cambiamo decisamente rotta, ci possiamo aspettare di sentire molti altri rapporti sugli Scudi-solari e su altri avventurieri dell’oceano come il signor George, che con il suo exploit di scaricare tonnellate di ferro, ha fatto molto più che verificare una tesi sulla fertilizzazione dell'oceano: ha verificato anche la reazione delle acque per i futuri esperimenti di geoingegneria. Se a giudicare dalla risposta in sordina che c’è stata fino ad ora, i risultati del test di Mr. George sono chiari: i geoingegneri vanno avanti con cautele ma non si fermeranno, questi maledetti.
Naomi Klein è autore di "The Shock Doctrine:. L'ascesa del capitalismo dei disastri"
Fonte: http://www.nytimes.com
Link: http://www.nytimes.com/2012/10/28/opinion/sunday/geoengineering-testing-the-waters.html?pagewanted=all
28.10.2012
Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI
Nota :
http://topics.nytimes.com/top/news/science/topics/globalwarming/index.html?inline=nyt-classifier
www.nytimes.com
Ho passato quasi vent’anni su un tratto di costa scoscesa della British Columbia, chiamata Sunshine Coast. Questa estate, ho avuto un'esperienza che mi ha ricordato perché amo questo posto, e perché ho scelto di avere un figlio in questa parte del mondo tanto scarsamente popolata.
Erano le cinque del mattino e il nostro bambino di tre settimane ci aveva appena svegliato. Mio marito ed io ci siamo alzati e guardando l'oceano, abbiamo avvistato due imponenti pinne nere dorsali: orche, gli squali assassini.
Poi altre due. Non avevamo mai visto una orca sulla costa, e mai sentito parlare di una loro venuta così vicino a riva. Nel dormiveglia, ci sembrava come un miracolo, come se il bambino ci avesse svegliato per essere sicuro di non farci perdere questa rara visita.
L'ipotesi che questo avvistamento fosse dovuto solo ad un caso fortuito è stata smentita un paio di settimane fa quando ho letto il rapporto di un esperimento bizzarro fatto al largo nell’oceano delle isole di Haida Gwaii, diverse centinaia di chilometri da dove abbiamo scoperto le orche che nuotavano.
In quel posto, un imprenditore americano, Russ George, ha scaricato 120 tonnellate di polvere di ferro da una barca da pesca che aveva preso in affitto: il suo piano era quello di creare una fioritura di alghe che avrebbero dovuto catturare anidride carbonica e in questo modo combattere i cambiamenti climatici (1).
Mr. George è uno dei tanti aspiranti geoingegneri, sempre in aumento, che sostengono che certi interventi tecnici su larga scala e ad alto rischio, potrebbero cambiare radicalmente gli oceani e cieli, e in questo modo ridurre gli effetti del riscaldamento globale. Oltre al sistema di Mr. George che serve a fertilizzare l'oceano con il ferro, ci sono altre le strategie di geoingegneria che includono il pompaggio di aerosol di solfato nell'atmosfera superiore per imitare gli effetti di raffreddamento di una grande eruzione vulcanica e lo "sbiancamento delle nuvole " per far in modo che riflettano maggiormente i raggi del sole verso lo spazio.
I rischi sono enormi. La fertilizzazione dell'oceano potrebbe provocare zone morte e maree tossiche. Varie simulazioni hanno previsto che mimando gli effetti di un vulcano si potrebbe interferire con i monsoni in Asia e in Africa, minacciando potenzialmente la disponibilità dell'acqua e la sicurezza alimentare di miliardi di persone.
Fino ad ora, queste proposte sono state usate per lo più come modelli e simulazioni al computer e per articoli scientifici. Ma con l'avventura nell'oceano del signor George, la geoingegneria è decisamente scappata dai laboratori. Se il resoconto di Mr. George sulla sua missione è veritiero, la sua azione ha creato una fioritura di alghe su un'area marina di una dimensione grande come la metà del Massachusetts ed ha attratto una vasta gamma di vita acquatica, tra cui le balene che arrivano "a dozzine."
Quando ho letto delle balene, ho cominciato a chiedermi: potrebbe essere che le orche che ho avvistato si stessero avviando verso quel buffet di pesce “all-you-can-eat” che si era creato intorno alla fioritura del signor George? La possibilità, per quanto possa essere improbabile, ci invita a dare uno sguardo su una delle inquietanti ripercussioni della geoingegneria: una volta che cominciamo deliberatamente ad interferire con i sistemi climatici della terra - sia con un filtro per il sole o con la concimazione del mare - tutti gli eventi naturali possono iniziare ad assumere un sfumatura innaturale. Un'assenza che poteva sembrare un normale avvicendamento ciclico nei modelli di migrazione o una presenza straordinaria che ci era sembrata come un dono miracoloso, diventano improvvisamente sinistri, come se tutta la natura fosse stata manipolata dietro le quinte.
La maggior parte dei rapporti che riguardano il signor George come geo-ingegnere lo presentano come una "canaglia". Ma ciò che mi preoccupa, dopo aver fatto molte ricerche su questo argomento, durate due anni e che serviranno per un libro di prossima pubblicazione sul cambiamento climatico, è che degli scienziati ben più accreditati, sponsorizzati da enormi capitali, sembrano pronti a intervenire concretamente sui complessi e imprevedibili sistemi naturali su cui poggia la vita della terra - con un enorme potenziale di conseguenze imprevedibili.
Nel 2010, il presidente della commissione parlamentare per la scienza e la tecnologia ha raccomandato di incrementare le ricerche di geoingegneria e il governo britannico ha cominciato a spendere denaro pubblico in questo settore.
Bill Gates ha buttato milioni di dollari nelle ricerche di geoingegneria. Ha investito nella società Intellectual Ventures, che sta sviluppando almeno due importanti strumenti di geoingegneria: la "StratoShield," un tubo lungo 19 miglia di palloncini pieni di elio sospesi che dovrebbero bloccare le particelle di biossido di zolfo nel cielo e uno strumento che può presumibilmente smorzare la forza degli uragani.
L'appello è facile da capire. La Geoingegneria ci presenta la allettante promessa di correggere il cambiamento climatico per permetterci di mantenere il nostro stile di vita basato sull'uso estenuante delle risorse della terra, a tempo indeterminato.
Ma poi viene una paura. Ogni settimana sembrano arrivare novità climatiche terrificanti: dai rapporti sugli strati di ghiaccio che si sciolgono prima del previsto a quelli sugli oceani che diventano sempre più acidi, molto più rapidamente del previsto. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico è diventato un argomento tanto lontano dall’agenda politica da non essere stato nemmeno menzionato una volta durante uno qualsiasi dei tre dibattiti tra i candidati presidenziali. C'è da meravigliarsi se molta gente spera che sia arrivato il momento di "rompere il vetro in caso di emergenza", mettendo in atto quella opzione che gli scienziati hanno già cotto a puntino nei loro laboratori?
Ma con tutti questi geo-ingegneri-canaglia a piede libero, forse è arrivato il momento buono per chiederci tutti insieme, se vogliamo veramente percorrere questa strada della geo-ingegneria. Perché la verità è che la geo-ingegneria è di per sé un affare-canaglia. Per definizione, tutte le tecnologie che influenzano gli oceani e la chimica dell’atmosferica influenzano tutti.
Malgrado ciò è impossibile raggiungere qualcosa che somigli ad un consenso unanime per autorizzare questi interventi. Né potremmo avere un consenso informato e consapevole dal momento che non possiamo- e i geo-ingegneri non possono - conoscere i veri rischi a cui andiamo incontro, almeno fino a quando queste tecnologie, che alterano l'equilibrio del pianeta, non avranno prodotto i loro effetti concreti.
Mentre i negoziati sul clima alle Nazioni Unite partono dal presupposto che i paesi devono dare una risposta comune a un problema intrinsecamente di tutti, la geo-ingegneria si muove da una prospettiva molto diversa. Con una spesa ben al di sotto di un miliardo di dollari, una " alleanza di volenterosi", un singolo paese o anche un nababbo, potrebbero decidere di prendere in mano il controllo del clima. Jim Thomas della ETC, un gruppo di controllo ambientale, la spiega così: "La Geoingegneria dice: “Noi lo faremo, e voi ne affronterete gli effetti (nel bene o nel male).'"
La cosa più spaventosa di queste proposte è che le proiezioni mostrano che molte delle persone che potrebbero essere le più danneggiate da queste tecnologie hanno già subito o sono sproporzionatamente vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico. Immaginate questo: l’America del Nord decide di immettere zolfo nella stratosfera per ridurre l'intensità del sole - nella speranza di salvare le sue coltivazioni di mais - nonostante la possibilità reale di dare il via a violente siccità in Asia e in Africa.
In breve, la geoingegneria potrebbe darci (o dare ad alcuni di noi) il potere di far emigrare una enorme parte dell'umanità per sacrificare certe zone, semplicemente accendendo un interruttore virtuale.
Le conseguenze geopolitiche sarebbero agghiaccianti. Il cambiamento climatico sta già rendendo difficile sapere se gli eventi che prima credevamo fossero "atti di Dio" (un'ondata di caldo eccezionale a marzo o un Frankenstorm a Halloween) ancora li dobbiamo considare tali. Ma se si comincia ad armeggiare con il termostato della terra - trasformando deliberatamente il colore dei nostri oceani in verde scuro per assorbire il carbonio e sbiancando il cielo nebbioso per deviare i raggi del sole -stiamo alzando il livello della nostra influenza sulla natura . Una siccità in India dovrà essere vista - credendoci o non credendosi- come una decisione consapevole messa in atto da ingegneri da un'altra parte del pianeta. Quella che una volta era sfortuna potrebbe essere interpretata come una trama malefica o come un attacco imperialista.
Ci saranno altre conseguenze che potranno portare cambi viscerali alla vita. Uno studio pubblicato la scorsa primavera su Geophysical Research Letters ha scoperto che se si inietta aerosol di zolfo nella stratosfera il cielo non solo diventa più bianco e significativamente più luminoso, ma saremmo anche soggetti a tramonti. "vulcanici" più intensi.
Ma che potrebbe succedere con questi cieli iper-reali ? Ci riempierebbero di stupore - o ci lascerebbero solo con un vago disagio ? Ci sentiremmo allo stesso modo quando vedremo delle belle creature selvatiche attraversare le nostre strade inaspettatamente, come è successo alla mia famiglia questa estate? In un noto libro sul cambiamento climatico, Bill McKibben ha avvertito che ci troviamo di fronte alla "Fine della Natura". Nell'era della geoingegneria, potremmo doverci confrontare con quella parte di noi che non crede più ai miracoli.
Mr. George e i suoi esperimenti che alterano il mare ci offrono la possibilità per un dibattito pubblico su un problema sostanzialmente assente durante tutto il ciclo elettorale: Quali sono le soluzioni reali per il cambiamento climatico? Non sarebbe meglio cambiare i nostri comportamenti - e ridurre l’uso dei combustibili fossili - prima di cominciare a giocherellare con le regole che sono alla base del sistema del ciclo vitale?
A meno che non cambiamo decisamente rotta, ci possiamo aspettare di sentire molti altri rapporti sugli Scudi-solari e su altri avventurieri dell’oceano come il signor George, che con il suo exploit di scaricare tonnellate di ferro, ha fatto molto più che verificare una tesi sulla fertilizzazione dell'oceano: ha verificato anche la reazione delle acque per i futuri esperimenti di geoingegneria. Se a giudicare dalla risposta in sordina che c’è stata fino ad ora, i risultati del test di Mr. George sono chiari: i geoingegneri vanno avanti con cautele ma non si fermeranno, questi maledetti.
Naomi Klein è autore di "The Shock Doctrine:. L'ascesa del capitalismo dei disastri"
Fonte: http://www.nytimes.com
Link: http://www.nytimes.com/2012/10/28/opinion/sunday/geoengineering-testing-the-waters.html?pagewanted=all
28.10.2012
Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI
Nota :
http://topics.nytimes.com/top/news/science/topics/globalwarming/index.html?inline=nyt-classifier
MUOS: annullato il provvedimento di sequestro
La quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania ha annullato il decreto di sequestro del Muos di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. I giudici del Riesame hanno accolto la richiesta dell’Avvocatura dello Stato di restituzione dell’impianto al Ministero della Difesa.
di Dario Lo Scalzo - 30 Ottobre 2012
La quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania ha annullato il decreto di sequestro del Muos di Niscemi
È stata dunque accolta la richiesta dell’Avvocatura dello Stato di restituzione dell’impianto al Ministero della Difesa. Solo poche settimane fa, il 6 Ottobre, i comitati NO MUOS insieme a tantissimi cittadini avevano gioito e avevano fatto festa all’annuncio del sequestro preventivo ordinato dalla Procura della Repubblica di Caltagirone per violazioni delle leggi sull’ambiente.
Sembrava fosse l’inizio di un cammino trionfante volto ad indicare simbolicamente la strada di un nuovo cammino per l’isola ma anche per l’intero territorio italiano, la via del tanto atteso cambiamento frutto della cittadinanza attiva e partecipata, quello di un nuovo ciclo da aprire per tracciare pacificamente la lotta contro certi poteri precostituiti.
E invece? Arriva il punto messo a segno dagli USA che, con un approccio della vecchia logica, sembra scontato, ma che, agli occhi di migliaia di cittadini che da anni portano avanti questa battaglia in nome della salute, dell’ambiente e del quieto vivere, semina sconforto e delusione.
Una rivincita della militarizzazione che lascia l’amaro in bocca, ma che probabilmente rinvigorirà le energie e la determinatezza dei cittadini siciliani e del Procuratore di Caltagirone Giordano, l’uomo MUOS, che, prima di procedere con i passi successivi (eventuale ricorso in Cassazione) resta in attesa di prendere conoscenza delle motivazioni legate alla decisione proveniente da Catania.
Parte così ufficialmente un nuovo incontro-scontro su una vicenda che per alcuni versi sembra paradossale e che rappresenta in pieno le assurdità e i paradossi del Belpaese. Parlare di MUOS significa fare rifermento alla salute delle persone, a violazioni dei vincoli paesaggistici, ad abusi, ad interazioni con imprese in odore di mafia, a realizzazioni di opere di guerra e morte. Eppure tutto ciò sembra sfumare nei meandri di carte amministrative e probabilmente nei labirinti dei giochi di poteri esistenti.
Sebbene la partita sembri giocarsi ad armi impari (con chi gioca lo Stato?), il match sembra appena iniziato; in tale scenario non è irrilevante il fatto che il cittadino abbia già assaporato il gusto di essere stato ascoltato e di avere visto, seppure momentaneamente sinora, premiato l’impegno, l’attivismo e la perseveranza trainata dalla fame di giustizia e dalla condivisione di obiettivi collettivi.
Attendiamo dunque e prepariamoci fiduciosi ai nuovi round di questa storia italiana con il make-up statunitense.
Fonte: http://www.ilcambiamento.it
Commento di Oliviero Mannucci: Ecco perchè in Italia si permette l'esistenza di aziende che inquinano e uccidono migliaia di persone ( come l'ILVA ad esempio, ma ce ne sono molte altre ). Altro che il 53% di astenuti alle elezioni, in futuro non ci andrà più nessuno a votare.
Piramide che emette segnali radio la collina di Visocica a Serajevo
SARAJEVO – Piramide, collina, radiofaro o antenna parabolica. Quale sia la vera natura di Visocica, altura poco distante da Sarajevo,
è per il momento un mistero su cui gli scienziati stanno indagando. Ma
il dato clamoroso è che potrebbe essere tutte queste cose insieme. Se
così dovesse essere chi l’avrà costruita, perché e per comunicare con
chi?
La collina Visocica, nota anche come Piramide del del Sole, si trova in Bosnia, poco distante dalla capitale Sarajevo. Semir Osmanagic è convinto che si tratti di una piramide artificiale, costruita cioè dall’uomo o comunque non dalla natura. Nella zona, la Piramide del Sole, non è sola, ma è certamente la più grande. Se la supposizione di Osmanagic
si rivelasse corretta saremmo di fronte alle prime piramidi europee,
dopo quelle africane e quelle americane, vecchie di ben 12 mila anni. E
con i suoi 220 metri la Piramide del Sole supererebbe di gran lunga
quella di Cheope che di metri ne misura appena 147.
Se ‘in medias res stat virtus’ anche in questo caso la verità potrebbe trovarsi a metà strada tra la tesi di Osmanagic e quella della scienza ufficiale che vuole la collina Visocica e le sue sorelle frutto di naturale sedimentazione. Appare infatti verosimile che la Piramide del Sole fosse in origine una collina di origine sedimentaria, rimodellata però poi, a forma di piramide, dall’uomo. Ma se questo spiegherebbe la natura esteriore dell’altura in questione, avvolto dal mistero rimane invece quello che la collina cela.
Sulle tesi di Osmanagic molti sono scettici. Ma che dalla cima di Visocica esca un fascio elettromagnetico con un raggio di circa 4,5 metri è un fatto. Quale che sia la natura, l’origine e lo scopo di questo fascio è un mistero. Almeno sino a quando non si effettueranno nuove analisi previste per i prossimi mesi.
Riccardo Galli
Fonte: http://www.blitzquotidiano.it
Se ‘in medias res stat virtus’ anche in questo caso la verità potrebbe trovarsi a metà strada tra la tesi di Osmanagic e quella della scienza ufficiale che vuole la collina Visocica e le sue sorelle frutto di naturale sedimentazione. Appare infatti verosimile che la Piramide del Sole fosse in origine una collina di origine sedimentaria, rimodellata però poi, a forma di piramide, dall’uomo. Ma se questo spiegherebbe la natura esteriore dell’altura in questione, avvolto dal mistero rimane invece quello che la collina cela.
Dalla sua sommità la Piramide del Sole emette un tanto potente quanto misterioso fascio elettromagnetico. “Il fenomeno – scrive La Stampa – è stato indagato da SB Research Group, un gruppo di ricerca italo-croato- finlandese, specializzato in archeoacustica e basato presso l’Università di Trieste. Il fisico croato Slobodan Mizdrak, dopo aver collocato un trasmettitore sulla sommità, ha inviato ultrasuoni e onde radio verso la base della piramide e ne ha registrato la risposta. ‘L’esperimento è durato 39 ore e non 48, perché il gasolio del generatore è finito prima del previsto’, dice Paolo Debertolis, capo della spedizione. I dati raccolti sono stati verificati da tre centri indipendenti: l’Istituto di Statistica di Belgrado, quello di Zagabria e quello di Matematica avanzata di Vienna. E’ risultato che il fascio è continuo ed è generato da una sorgente posta obliquamente rispetto al vertice della piramide, a 2,44 km di profondità. L’aspetto più incredibile è la forma della sorgente, che sembra essere metallica (sarebbe stata segnalata la presenza di oro), simile a un’antenna parabolica tv e capace di dirigere il fascio verso l’apice virtuale della piramide. Il punto è a 15 metri dalla sommità della collina e rappresenta il ‘fuoco’ in cui il fascio si concentra per poi espandersi nello spazio. Il misterioso apparato emette onde radio a 28.300 Hz, quindi onde radio ‘Vlf’ (Very low frequencies), quelle più usate per comunicare con i sottomarini, con una potenza equivalente di 10Kw, quella di una stazione tv. Il fenomeno appare inspiegabile dal punto di vista geologico e non ha equivalenti”.Il team Sbrg, quello che ha indagato sulla questione, ha registrato la voce della piramide ottenendo, come risultato, un suono simile al ronzio di un alveare. Suono che proverrebbe dal fascio elettromagnetico che nelle viscere della terra nasce e che, attraverso gli strati di quarzo che compongono il terreno, si amplifica. Piramide o meno quello che più incuriosisce è ciò che la collina custodisce: un fascio elettromagnetico simile ad un radiofaro, cioè una sorta di guida per navi e aerei; oppure un’antenna di trasmissione simile alle nostre antenne satellitari, ma molto più grande. Oppure la “pancia” della collina potrebbe conservare un Ufo precipitato o atterrato millenni fa o un meteorite, anche se, solitamente, i meteoriti che arrivano sulla terra generano crateri e non piramidi.
Sulle tesi di Osmanagic molti sono scettici. Ma che dalla cima di Visocica esca un fascio elettromagnetico con un raggio di circa 4,5 metri è un fatto. Quale che sia la natura, l’origine e lo scopo di questo fascio è un mistero. Almeno sino a quando non si effettueranno nuove analisi previste per i prossimi mesi.
Riccardo Galli
Fonte: http://www.blitzquotidiano.it
Hurricane Sandy UFO October 29th 2012
Pubblicato in data 30/ott/2012 da EmergencyMods
On the day the superstorm was supposed
to reach the east coast of the United States, lights can be seen in the
dark clouds. This was shot on a lake that wasn't in the danger zone of
the hurricane.
Categoria:
Daytime Ufo filmed over Paris, Kentucky 20 Oct - 2012
Daytime UFO - Kentucky - October 2012 di justa4t
Witness report: While mowing my pasture in KY on 10/20, I came across this circular
patch of ground approximately 14’ in diameter. The plants are dead, the
soil is discolored and balled up, and the rock on the surface has an
orange tint in the center of the circle.
I was thinking that this is the result of a lightning strike but I’ve always seen them take some sort of path and not just be a circle.
Author (source: mufon)
I was thinking that this is the result of a lightning strike but I’ve always seen them take some sort of path and not just be a circle.
Aseguran que la foto del ovni en Tierra del Fuego es auténtica
El autor, Oscar Heredia, confirmó que la imagen fue tomada en Tolhuin,
un paraje que es famoso por los avistajes de fenómenos inexplicables
La población de Tolhuin, en Tierra del Fuego, asegura hace
décadas que en el lago Fagnano se ven cosas extrañas, naves espaciales o
platos voladores.
Una fotografía tomada recientemente por Oscar Heredia, fotógrafo profesional, causó estupor en aquellos que la vieron durante los últimos días, pero ahora el autor asegura que se trata de una imagen auténtica.
Los visitantes pueden verla en la panadería, ya que se exhibe en una gran pantalla y, vía facebook –en el sitio de Oscar Heredia-, puede encontrarse la misma imagen con las referencias para ubicar con precisión el lugar.
Una fotografía tomada recientemente por Oscar Heredia, fotógrafo profesional, causó estupor en aquellos que la vieron durante los últimos días, pero ahora el autor asegura que se trata de una imagen auténtica.
Los visitantes pueden verla en la panadería, ya que se exhibe en una gran pantalla y, vía facebook –en el sitio de Oscar Heredia-, puede encontrarse la misma imagen con las referencias para ubicar con precisión el lugar.
El fotógrafo aseguró que la imagen “está a disposición de
quienquiera” y que “yo no quiero hacer ningún tipo de negocio con esto.
No es una foto que armé en Photoshop, no me dedico a eso, ni quiero
sacar un peso con eso, porque yo tengo otro trabajo”.
Reiteró que “está a disposición de toda la gente que lo desee.
Estoy a disposición de quien quiera verla, quien quiera tenerla, y puedo
pasar el archivo original, no tengo ningún problema”.
“Se tienen que dar tres cosas como para que puedas hacer una
fotografía en la que podamos ver algo o intentar saber qué es. La gente
de acá siempre me comenta que ve cosas, y de hecho yo lo he visto”,
aseguró.
Indicó que a la derecha del lago está el cerro Michi. “Sobre el
cerro Michi, gente que vive en la cabecera, siempre ve una nave que va
del cerro al lago, se queda un rato y luego vuelve al cerro, hasta que
desaparece. Pero claro, no hay instrumentos tecnológicos como para
filmar o fotografiar esa nave. Yo también la he visto pero tampoco tenía
la cámara. Y he visto cómo se movía. No es un avión de pasajeros, que
pasa de largo, no va y vuelve”, comparó sobre el movimiento de este
objeto.
“Obviamente esto trae a mucho chiste, gente que no cree y yo me río
con ellos, está todo bien. Les digo que la imagen está, vos podés creer
o no”, concluyó.
Enviá Tu Comentario
http://www.eldiario24.com
UFOs in SC? Lights in sky a mystery along Myrtle Beach coast
By Brad Dickerson — bdickerson@thesunnews.com
MYRTLE BEACH — In this age of iPhones that take tremendous video footage and YouTube that serves as a global space to view that footage, it’s hard to be a cynic when someone says they saw something unusual in the sky.
Want proof? Go to YouTube and do a search for UFO, Sept. 13, 2012, Myrtle Beach.
There, one will find several amateur videos shot that night along the Grand Strand of something strange over the ocean.
The videos show orange lights that appear and disappear. At one point, they multiply into at least eight small lights that litter the sky.
Those shooting the footage aren’t shy in expressing their surprise and shock, often using colorful language not suitable to print here.
But after watching the videos, the obvious question remains: What was that?
Is it a distress flare from a ship? Maybe it was a military training exercise? Could it be E.T. dropping by to say hello?
“This is a mystery,” said Peter Davenport, director of the National UFO Reporting Center (NUFORC) near Seattle, Wash. “The lights don’t seem to be military flares. They don’t behave like it.”
Davenport said the center has received numerous reports from the Grand Strand about mysterious lights. In 2012, 59 sightings in Horry and Georgetown counties have been reported, according to the NUFORC website.
But this isn’t a new phenomenon. The website indicates the first reported sighting in the Palmetto State dates back to the 1930s.
One such report was dated Sept. 18 of this year and occurred in south end of Myrtle Beach. The reporter stated, “We sat on the porch in the evening as the sun was going down, and we (saw) two bright lights that looked like two headlights coming at us.”
Rick Jones experienced his own close encounter within the last few days.
The North Myrtle Beach man was down at the city’s 6th Avenue public beach access on the evening of Oct. 22 when he saw what he said were three orange- or reddish-colored lights that suddenly appeared over the ocean, seeming to come out of nowhere.
“This was kind of odd,” Jones said.
Within a few seconds, the lights blinked out. Suddenly, he said, they reappeared in a different part of the sky.
“I was just totally amazed,” Jones said.
Two days later, he and a female friend spotted the lights again, this time while at the 12th Avenue beach access in North Myrtle Beach.
Jones reported his sightings to the UFO center. On Oct. 26, he was back out on the city’s beaches, hoping to get another glimpse at the mysterious lights.
Ohio resident Tonya Tigner also saw something strange in the sky when she was vacationing along the Grand Strand with friends and family in September.
Like Jones, Tigner and her companions were sitting on a deck one evening at the Murrells Inlet beach house they’d rented and saw the seemingly dancing lights bouncing their way across the night sky.
“It was like a lantern,” Tigner said. “We’re all convinced that we had definitely seen UFOs.”
Several posts on The Sun News Facebook page touted personal experiences with the lights, while some dismissed the phenomenon as hogwash easily explained by Air Force or naval exercises. One post attempted to debunk those nonbelievers: “People have been blaming the lights on the Air Force base for years,” it read. “The Air Force base is gone, but the lights are still here.”
An earth-bound explanation
Or is there a terrestrial explanation?
Lt. Timothy McNamara, with the U.S. Coast Guard, sector Charleston, said there are three types of flares boats have on board.
Any of those could possibly be what people have been seeing.
One is the meteor flare, which has a rapid rise and rapid descent, McNamara said. Their average height is between 250 and 400 feet, they can be seen from 15 to 17 nautical miles away and its burn duration is 5.5 seconds, he added.
“Depending on where you are, it can look higher than it really is,” McNamara said.
The second is the parachute flare, a signaling device with a rapid rise and slow descent because of the chute. It reaches an altitude of up to 1,200 feet and can be seen from 14 to 20 nautical miles as it burns for 40 seconds.
Finally, there’s the hand-held flare. McNamara said its average height is 10 feet, depending on how tall the person is holding it. Its viewing range is 8 to 50 nautical miles while burning for 50 to 120 seconds.
Of course, anyone familiar with UFO lore knows one explanation that’s always tossed out is military exercises.
Robert Sexton, spokesman for Shaw Air Force Base in Columbia, said its 20th Fighter Wing trains over the Atlantic Ocean quite frequently, sometimes after dark.
In these evening exercises, flares are ejected from the F-16s because they’d be used in combat to distract a heat-seeking missile.
“We train just like we fight. The flares that our fighters would eject are just a small object about the size of a salt shaker. All they do is fall,” Sexton said.
Believers
Neither Sexton nor McNamar could say for certain that what people are seeing can be explained by flares and training exercises.
That type of confusion is exactly why Jim Meetze started studying the UFO phenomenon in the first place.
The Wilmington, N.C., man, who recently spoke at a UFO workshop in the city, said he’s never had any personal experience with a strange flying object. Part of what got him interested in the topic was being an Apollo mission junkie when he was younger.
When he dove in, Meetze discovered a topic that was both overwhelming and confusing. It hit on everything from the events that occurred in Roswell, N.M. – one of the country’s most famous UFO hotspots – to military admittance then denial, and even some people’s beliefs that extraterrestrials and other lifeforms will speak through humans via psychic abilities.
“When you start to look at it, it’s pretty overwhelming,” Meetze said.
So, what’s kept him interested in the topic for five years? He believes that when there’s all this smoke, there must be fire.
Jones said it’s sad to think that humanity is all that’s out there. So, yes, he doesn’t believe we are alone.
“I believe in God to start with. I just can’t see us being created, and nothing else out there in this big old universe,” he said.
Contact reporter BRAD DICKERSON at 626-0301
Read more here: http://www.heraldonline.com/2012/10/31/4377077/ufos-in-sc-lights-in-sky-a-mystery.html#storylink=cpy
E spuntano gli Ufo sull'Etna
Un lettore in gita sull'Etna. Quattro scatti per immortalare una vacanza. Ed ecco che a sorpresa...
CATANIA - Durante una gita alle pendici del vulcano Etna ho fatto delle normali foto al vulcano dal versante di Randazzo. Scaricando le foto pero', ho riscontrato cio' che non avevo visto ad occhio nudo. Nelle due foto, fatte a distanza di qualche secondo l'una dall'altra, solo per cambiare l'inquadratura, si sono immortalati due punti di luce azzurra che non avevo per niente visto dal vivo. Cosa possano essere non lo so ma andando su internet e cercando "ufo sul vulcano Etna" ho riscontrato che vi sono parecchi avvistamenti del genere. La cosa strana e' che mentre facevo le foto nell'obiettivo non ho riscontrato nessuna anomalia.Paolo Furia
Fonte: http://catania.livesicilia.it
UFO entra nel vulcano: I scienziati si arrampicano sugli specchi
La presunta presenza di un ufo nel cratere del vulcano Popocatepetl, ripresa in Messico da un telegiornale molto seguito, sta causando sconcerto e confusione nella popolazione locale, malgrado la comunità scientifica continui a diffondere scetticismo a piene mani riguardo all'episodio. Lo scorso 25 ottobre, alle 20.45 ora locale, una delle telecamera usate per monitorare l'attività del vulcano, a circa 65 chilometri da Città del Messico, ha ripreso un oggetto luminoso in discesa nel cratere. Le immagini sono state poi presentate nel telegiornale della sera del canale Televisa: l'oggetto vi appariva cilindrico, probabilmente metallico o comunque brillante, di grandi dimensioni, e sembrava muoversi a una velocità superiore a quella di un aereo.
Dubbi della comunità scientifica locale. "Secondo me si tratta di un effetto ingannevole del video, perché non si vede nessuna interazione dell'oggetto con l'atmosfera o i gas e il fumo che s'innalzano dal vulcano", ha detto ad esempio William Lee, dell'Accademia messicana delle Scienze. L'astronoma Julieta Fierro ha sottoscritto le perplessità del collega, segnalando che in base al filmato "è impossibile determinare se quello che si vede è un oggetto in caduta nel cratere o il riflesso di un qualcosa che sta avvenendo magari a milioni di anni luce dalla Terra".
Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it
UFO ENTRA NEL VULCANO, I SCIENZIATI SI ARRAMPICANO SUGLI SPECCHI
di Oliviero Mannucci
Arrampicarsi sugli specchi, quando parlano di UFO gli scienziati spesso lo fanno! |
Siamo alle solite! Quando vi sono immagini di UFO poco chiare o sgranate,secondo gli scettici non costituiscono una prova della loro esistenza, e spesso dicono che per ammettere l'esistenza di qualcosa di straordinario ci vuole una prova straordinaria. Quando questa prova straordinaria viene esibita, come nel caso di questo chiarissimo video, in cui si vede un oggetto lungo un chilometro che si tuffa dentro il vulcano a una velocità fantastica, allora gli scienziati cosa dicono.....""Secondo me si tratta di un effetto ingannevole del video, perché non si vede nessuna interazione dell'oggetto con l'atmosfera o i gas e il fumo che s'innalzano dal vulcano". Il solito modo di ragionare degli scienziati quindi. Quello che non rientra nei loro limitatissimi schemi mentali non può e non deve esistere, a costo di negare l'evidenza dei fatti. Ma per negare una prova straordinaria, a questo punto, per "par condicio" ci vuole una spiegazione altrettanto straordinaria. Se una nave di queste dimensioni si getta dentro un vulcano in piena attività, se lo facessimo noi terrestri sarebbe un suicidio, probabilmente ha una tecnologia a disposizione che supera di gran lunga quella a noi disponibile, e quindi avrà a disposizione una sorta di scudo termico che protegge la nave spaziale dagli agenti esterni ( che spesso sono state fotografate vicinissime anche al nostro Sole), compresa la lava dei vulcani, che fa si che l'astronave in questione non interagisca neanche con i gas e i fumi ad alta temperatura che fuoriescono dal vulcano in questione perchè, non dimentichiamolo, questi oggetti volanti non volano come gli aerei che interagiscono con l'aria circostante tramite le ali, ma volano grazie a sistemi pro-gravitazionali. Quando la smetteranno certi scienziati di ragionare sempre in modo omocentrico, non ci siamo solo noi nell'universo e "altri" hanno anche una intelligenza e una tecnologia superiore alla nostra che gli permette non solo di viaggiare da una stella all'altra in pochi secondi, ma anche di viaggiare sottoacqua a velocità eccezionali ( USO) e di entrare ed uscire da un vulcano senza subire alcun danno ( potrebbero usare il principio della cavitazione ad esempio). E' ora di finirla di ragionare come la rana nel pozzo, bisogna rendersi conto che ci sono altre civiltà nell'universo molto più avanzate della nostra e che un giorno, se l'uomo non si autodistruggerà prima(visto quanto è ignorante), potrà uguagliare a sua volta. Sulla frase della scienziata messicana "è impossibile determinare se quello che si vede è un oggetto in caduta nel cratere o il riflesso di un qualcosa che sta avvenendo magari a milioni di anni luce dalla Terra", non mi voglio neanche pronunciare, perchè è una tale idiozia che mi ricorda le "non-spiegazioni" del CICAP a certi fenomeni. Spiegazioni che spesso sono più inverosimili del fenomeno stesso, alle quali possono credere solo gli zombie.
Tuesday, October 30, 2012
Focus sul nucleare: dalle emergenze negli States alla condizione europea
Oggi, sulla home page del blog di informazione di una cara amica
giornalista, Ica Arkel, ho trovato due importanti notizie di cronaca: "L'uragano Sandy si abbatte su Romney ed Obama" e "Dopo Fukushima, Oyster Creek fa davvero paura".
Prendendo spunto da questi ultimi due post, ho deciso quindi di
approfondire l'argomento nucleare con lei, con una breve intervista, per
la nostra sezione "Terra & Ambiente".
Ho letto sul tuo blog di informazione che alcune centrali nucleari americane sono in allarme. A tuo avviso com'è possibile che una delle nazioni più progredite al mondo possa correre questi rischi?
Il problema risiede nel fatto che non esiste la certezza totale della sicurezza delle centrali. Il clima sta cambiando, è un dato ormai risaputo, e per quanto la tecnologia possa essere avanzata, non esiste soluzione capace di fronteggiare un terremoto devastante o super uragani come Sandy. L'impatto di fenomeni atmosferici di tale portata è imprevedibile, sia per forza devastante, che per durata, quindi non è possibile affermare con assoluta certezza che le centrali possano resistere a qualunque episodio di questo tipo. Non parliamo dei casi in cui le centrali non rispettano in partenza tutte le normative di sicurezza oppure risultano essere obsolete. Gli stati che vogliono perseverare su questa strada dovrebbero recedere dalle proprie convinzioni e convincersi a convertire tutto in energia pulita.
In Giappone lo scorso anno il disastro di Fukushima. Per settimane tutti si sono affannati a negarne la pericolosità, mentre i pesci nella baia antistante Fukushima risultano ancora avere lo stesso grado di contaminazione. Com'è stato possibile che in un paese che ha sopportato le conseguenze delle due bombe atomiche della seconda guerra mondiale si sia così sottovalutato il problema?
La comunicazione del dopo disastro è stata molto efficace, sbagliata certo, ma condotta con un chiaro intento di insabbiare, nascondere, rassicurare con un candore e una credibilità fuori dal comune. Ricordo l'immagine del più importante conduttore televisivo nipponico, Otsuka Norikazu, che banchettava davanti alle telecamere con le verdure radioattive appena ritornate in commercio e bollate dal governo come sicure. Dopo poche settimane è stato colpito da una leucemia linfatica acuta, ma allora il disastro di Fukushima era ormai esploso in tutto il suo dramma. La contaminazione della fauna ittica è un problema grave, perchè indica che da qualche parte esistono perdite di materiale radioattivo che stanno inquinando il mare e i suoi abitanti, e, perciò, minano l'intera catena alimentare.
Per comprendere tutto il dramma di questo disastro nucleare sarà necessario aspettare i dati epidemiologici a cinque - dieci anni, anche se dai dati a 12 mesi è possibile vedere già un incredibile aumento di neoplasie.
Anche in Europa ci sono problemi?
Si, in Europa la situazione è brutta. Qualche settimana fa ho pubblicato le anticipazioni del rapporto della Commissione indipendente incaricata di eseguire stress test sulle centrali. Il risultato è stato molto allarmante: quasi tutte le 143 centrali nucleari europee sono a rischio e hanno bisogno di lavori di miglioramento che ammonterebbero, secondo le prime stime, ad almeno 25 miliardi di euro. La notizia è stata ignorata da tutti i più importanti canali d' informazione e così è stato possibile ridimensionare il rapporto della Commissione e insabbiarlo definitivamente. Il report indicava anche, senza specificare le zone coinvolte per non creare allarmismi o rischi ulteriori, che due centrali nucleari presenti sul suolo europeo sono ad altissimo rischio di incidenti anche in condizioni normali, figurarsi in caso di un evento sismico o meteorologico particolarmente forte.
A questo punto c'è solo da sperare che non accada nulla di grave e che tante altre nazioni seguano l'esempio della Germania, chiudendo le proprie centrali nucleari e provvedendo al proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili.
Fonte: http://www.aliveuniverseimages.com
Ho letto sul tuo blog di informazione che alcune centrali nucleari americane sono in allarme. A tuo avviso com'è possibile che una delle nazioni più progredite al mondo possa correre questi rischi?
Il problema risiede nel fatto che non esiste la certezza totale della sicurezza delle centrali. Il clima sta cambiando, è un dato ormai risaputo, e per quanto la tecnologia possa essere avanzata, non esiste soluzione capace di fronteggiare un terremoto devastante o super uragani come Sandy. L'impatto di fenomeni atmosferici di tale portata è imprevedibile, sia per forza devastante, che per durata, quindi non è possibile affermare con assoluta certezza che le centrali possano resistere a qualunque episodio di questo tipo. Non parliamo dei casi in cui le centrali non rispettano in partenza tutte le normative di sicurezza oppure risultano essere obsolete. Gli stati che vogliono perseverare su questa strada dovrebbero recedere dalle proprie convinzioni e convincersi a convertire tutto in energia pulita.
In Giappone lo scorso anno il disastro di Fukushima. Per settimane tutti si sono affannati a negarne la pericolosità, mentre i pesci nella baia antistante Fukushima risultano ancora avere lo stesso grado di contaminazione. Com'è stato possibile che in un paese che ha sopportato le conseguenze delle due bombe atomiche della seconda guerra mondiale si sia così sottovalutato il problema?
La comunicazione del dopo disastro è stata molto efficace, sbagliata certo, ma condotta con un chiaro intento di insabbiare, nascondere, rassicurare con un candore e una credibilità fuori dal comune. Ricordo l'immagine del più importante conduttore televisivo nipponico, Otsuka Norikazu, che banchettava davanti alle telecamere con le verdure radioattive appena ritornate in commercio e bollate dal governo come sicure. Dopo poche settimane è stato colpito da una leucemia linfatica acuta, ma allora il disastro di Fukushima era ormai esploso in tutto il suo dramma. La contaminazione della fauna ittica è un problema grave, perchè indica che da qualche parte esistono perdite di materiale radioattivo che stanno inquinando il mare e i suoi abitanti, e, perciò, minano l'intera catena alimentare.
Per comprendere tutto il dramma di questo disastro nucleare sarà necessario aspettare i dati epidemiologici a cinque - dieci anni, anche se dai dati a 12 mesi è possibile vedere già un incredibile aumento di neoplasie.
Anche in Europa ci sono problemi?
Si, in Europa la situazione è brutta. Qualche settimana fa ho pubblicato le anticipazioni del rapporto della Commissione indipendente incaricata di eseguire stress test sulle centrali. Il risultato è stato molto allarmante: quasi tutte le 143 centrali nucleari europee sono a rischio e hanno bisogno di lavori di miglioramento che ammonterebbero, secondo le prime stime, ad almeno 25 miliardi di euro. La notizia è stata ignorata da tutti i più importanti canali d' informazione e così è stato possibile ridimensionare il rapporto della Commissione e insabbiarlo definitivamente. Il report indicava anche, senza specificare le zone coinvolte per non creare allarmismi o rischi ulteriori, che due centrali nucleari presenti sul suolo europeo sono ad altissimo rischio di incidenti anche in condizioni normali, figurarsi in caso di un evento sismico o meteorologico particolarmente forte.
A questo punto c'è solo da sperare che non accada nulla di grave e che tante altre nazioni seguano l'esempio della Germania, chiudendo le proprie centrali nucleari e provvedendo al proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili.
Fonte: http://www.aliveuniverseimages.com
Ufo la piu' grande storia nascosta di sempre - Film documentario completo - YouTube.flv
Caricato da ChristianRotola in data 03/mag/2012
one of the most complete documentary about the most big cover up in the world..
Categoria:
"Potrebbe esistere il sesto senso" La scienza riconsidera le premonizioni
L'uomo potrebbe essere in grado di prevedere, adattarsi e reagire a un fenomeno incombente, come se avvertisse cosa sta per accadere. E' la conclusione delle riceche di un team accademico che ha rilevato la consistenza di misurazioni fisiologiche in 26 soggetti. "Non parliamo di paranormale", dicono. Ma una spiegazione per quanto osservato per ora non c'è
di TIZIANO TONIUTTI
UN SENSO in
più, una capacità di avvertire che qualcosa sta per accadere, preparare
mente e corpo al futuro imminente e reagire nel modo più approriato
prima che questo diventi presente. Una facoltà che potrebbe presto
essere derubricata dall'albo del paranormale per accedere a quello delle
scienze. Gli esseri umani potrebbero avere un "sesto senso", non
collegato a organi sensoriali, o forse almeno non ad uno solo,
dall'origine ancora ignota, ma reale e funzionante. E' questa la
conclusione di una ricerca condotta da tre scienziati, la specialista in
neuroscienze Julia Mossbridge della Northwestern University, Patrizio
Tressoldi, dipartimento di Psicologia dell'Università di Padova, e
Jessica Utts, statistica all'Università di Irvine in California. Lo
studio è stato pubblicato su Frontiers in Perception Science.
Facoltà e coincidenze.
L'uomo sarebbe in grado di predire il futuro quel tanto che basta per
proteggersi. Julia Mossbridge ha analizzato 26 studi psicologici non
specifici sull'argomento, con dati recenti e altri meno - alcuni
risalgono al 1978 - raccolti nell'arco di una lunga ricerca. I test
effettuati hanno dimostrato che i soggetti in analisi manifestavano
variazioni importanti nel battito cardiaco, nell'attività cerebrale e
nelle misurazioni elettriche
Più nel dettaglio, per stimoli di uno o due tipologie indotti in modo da renderli imprevedibili e destinati a produrre effetti fisiologici post-stimolo diversi, la ricerca ha individuato che in questi 26 casi la "direzione" dell'attività fisiologica pre-stimolo era la medesima di quella registrata dopo lo stimolo. Come se i soggetti avessero "sentito" cosa stava per accadere, producendo un effetto anticipatorio. Gli studi analizzati consistevano di due paradigmi: stimoli neutrali contro eccitazione provocata, e test di domanda-risposta con verifica immediata, il classico giusto-sbagliato. Tra le variabili in esame, attività elettrica della pelle, battito cardiaco, pressione sanguigna, dilatazione delle pupille, attività elettroencefalografica, e livello di ossigeno nel sangue. L'effetto riscontrato è stato valutato come ampiamente maggioritario, con una ampia casistica di reazioni combacianti, che è risultata maggiore in esperimenti più dettagliati. Una controcasistica adatta a ridurre l'importanza del dato è stata calcolata in 87 casi.
Ma a questo punto, secondo gli scenziati, sembra più interessante indagare nell'altro senso, non per confutare ma cercando spiegazioni a quanto osservato: "Altri esperimenti vanno condotti, in condizioni diverse e specifiche", fanno sapere i ricercatori. Che frenano sul paranormale, categoria del resto coniata per catalogare fatti osservati non riconducibili a una spiegazione scientifica: "La causa di questa attività anticipatoria", sottolineano gli scienziati, "rientra indubbiamente nell'ambito dei processi fisici naturali, e non in quelli paranormali e soprannaturali". E però, concludono, "l'origine del fenomeno è ancora da determinare".
Fonte: http://www.repubblica.it
Commento di Oliviero Mannucci: La scienza spesso fa di questi errori. Prima ridicolizza chi dice di avere certe facoltà e poi si vanta di aver fatto chissà quale scoperta! Io in alcuni casi ho addirittura sentito una voce dentro la mia testa che mi annunciava un imminente pericolo, che poi si è verificato da li a pochi secondi. Non c'è nulla di paranormale in tutto questo, il nostro cervello è sottoutilizzato, se una persona vive in un certo modo secondo certi principi può risvegliare certe capacità che tutti hanno allo stato latente. Quando ho provato a raccontare le mie esperienze in questo campo a persone "iperazionaliste", che "ragionano" come quelli del CICAP , si facevano una risatina e iniziavano a prenderein giro. E invece gli ignoranti spesso sono proprio codesti squallidi individui che non vedono al di la del proprio naso. Però quando ha fatto comodo, le polizie di tutto il mondo e varie agenzie d'intelligence si sono avvalse della consulenza di persone dalle facoltà particolari, spesso con successo. Ultimamente è stata riconosciuta come scientifica anche la telepatia, e chissà quante altre cose ancora saranno riconosciute come fenomeni reali in futuro. A questo punto gli scettici si potranno incontrare solo nelle gabbie dei giardini zoologici, come bestie rare di un era oramai passata!
Altre due rocce per Curiosity
Dopo la sua prima preda, la roccia chiamata "Jake Matijevic", il rover
della NASA manda a Terra le immagini di altre due rocce del Pianeta
Rosso, che si trovavano accanto alla sua ruota sinistra mentre scavava
nella zona chiamata "Rocknest". Ora toccherà alle analisi chimiche e
fisiche
Il rovers Curiosity della NASA continua a mettere assieme la sua piccola collezione di rocce marziane. Questa volta è il turno di “Et-Then” e di “Burwash”, due rocce riprese dal Mars Hand Lens Imager (MAHLI) del rover nella sua ottantaduesima giornata marziana trascorsa sul pianeta (Sol 82, come dicono i tecnici che seguono la missione).
Sono passati solo pochi giorni da quando gli strumenti di Curiosity hanno analizzato la prima preda, la roccia “Jake Matijevic”. Ora il Mars Hand Lens Imager, posizionato sul suo braccio meccanico, ha fotografo due nuove rocce sul suolo di Marte. Collocate nella zona “Rocknest”, sono pronte per essere analizzate dallo strumento Chemistry e Mineralogy (Chemin) del rover.
Il nome informale della roccia “Et-Then” proviene da quello di un’isola nel lago Great Slave in Canada. MAHLI l’ha avvistata da una distanza di circa 40 centimetri e l’immagine riportata copre un’area di circa 24 centrimetri per 18.
La roccia “Burwash” è, diversamente dalla sua compagna, ricoperta
interamente dalla polvere, molta della quale è stata formata dalla
sabbia portata dal vento.
Il braccio meccanico di Curiosity l’ha fotografata ad una distanza di circa 11,5 centimetri e l’immagine si estende su una superficie di circa 7,6 centimetri per 5,7.
Et-Then e Burwash si trovavano nei pressi della ruota anteriore sinistra del rover, mentre questo scavava nella superificie della zona Rocknest.
Curiosity ha completato la sua terza prova ma prosegue con il regolare monitoraggio dell’ambiente circostante, utilizzando gli altri strumenti scientifici in dotazione.
Fonte: http://www.media.inaf.it
La roccia Et-Then fotografata dal Mars Hand Lens Imager del rover. É la prima delle tre immagine acquisite da posizioni leggermente diverse. Insieme saranno utilizzate per analizzare la roccia. (Image credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS) |
Il rovers Curiosity della NASA continua a mettere assieme la sua piccola collezione di rocce marziane. Questa volta è il turno di “Et-Then” e di “Burwash”, due rocce riprese dal Mars Hand Lens Imager (MAHLI) del rover nella sua ottantaduesima giornata marziana trascorsa sul pianeta (Sol 82, come dicono i tecnici che seguono la missione).
Sono passati solo pochi giorni da quando gli strumenti di Curiosity hanno analizzato la prima preda, la roccia “Jake Matijevic”. Ora il Mars Hand Lens Imager, posizionato sul suo braccio meccanico, ha fotografo due nuove rocce sul suolo di Marte. Collocate nella zona “Rocknest”, sono pronte per essere analizzate dallo strumento Chemistry e Mineralogy (Chemin) del rover.
Il nome informale della roccia “Et-Then” proviene da quello di un’isola nel lago Great Slave in Canada. MAHLI l’ha avvistata da una distanza di circa 40 centimetri e l’immagine riportata copre un’area di circa 24 centrimetri per 18.
La foto è la combinazione di otto porzioni di immagini in modo da catturare diverse caratteristiche ad altrettante distanze. (Image Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS) |
Il braccio meccanico di Curiosity l’ha fotografata ad una distanza di circa 11,5 centimetri e l’immagine si estende su una superficie di circa 7,6 centimetri per 5,7.
Et-Then e Burwash si trovavano nei pressi della ruota anteriore sinistra del rover, mentre questo scavava nella superificie della zona Rocknest.
Curiosity ha completato la sua terza prova ma prosegue con il regolare monitoraggio dell’ambiente circostante, utilizzando gli altri strumenti scientifici in dotazione.
Fonte: http://www.media.inaf.it
Usa, il ciclone Sandy allaga New York Almeno trenta morti in tutti gli States Obama dichiara lo “stato di catastrofe”
Sei milioni di persone senza luce, metro sommersa, treni e aerei fermi, chiuse anche due centrali nucleari
«Una devastazione inimmaginabile»: intere aree completamente sommerse dalle acque - tra cui la Jersey Shore, l’area costiera -, danni a strade, ferrovie, ponti. Così il governatore dello Stato di New Jersey, Chris Christie, ha definito il passaggio della super tempesta Sandy, che ha lasciato senza elettricità sette milioni e mezzo di persone lungo la costa orientale. Mentre sulla Grande Mela torna il sole e il mare si ritira, Stati Uniti e Canada fanno i conti con l’uragano che continua la sua corsa verso nord e ha causato oltre 30 morti tra New Jersey, New York, Maryland, North Carolina, West Virginia, Pennsylvania e Connecticut, più una donna a Toronto, uccisa da un cartellone pubblicitario sradicato dai forti venti. Il numero è stato aggiornato alla luce di quanto dichiarato dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha parlato di almeno 10 vittime nella metropoli.
Il presidente americano, Barack Obama, ha dichiarato lo «stato di calamità» per New York, New Jersey e Long Island, un provvedimento renderà che possibile erogare fondi federali per individui colpiti dal disastro. Intanto il numero uno della Casa Bianca ha incassato il plauso di Christie, alleato-chiave di Mitt Romney, che lo ha lodato per la risposta «straordinaria» della Fema, la protezione civile federale finita sotto accusa nel 2005 per la disastrosa inazione di fronte all’uragano Katrina.
Il giorno dopo rimangono le immagini dello scenario spettrale a New York, tra allagamenti, incendi e un esteso blackout che aveva un unico precedente nel 2003. Al Battery Park l’acqua ha superato i quattro metri di altezza, battendo il record di un metro raggiunto dall’acqua a Mahattan durante il terribile uragano Donna nel 1960. Le acque si sono poi lentamente ritirate, ma la città è rimasta paralizzata, con sette gallerie della metropolitana e sei depositi degli autobus completamente allagati. «Frankenstorm», come è stato ribattezzato, ha anche prodotto il peggior blackout per New York dal 2003, quando l’intera città rimase al buio. Sono due gli impianti nucleari che la “Pseg”, principale compagnia elettrica del New Jersey, ha dovuto chiudere a causa delle ripercussioni del passaggio dell’uragano.
La tempesta ha toccato terra ad Atlantic City intorno alle 20 ora locale con venti di 130 chilometri orari e onde di quattro metri che hanno sommerso la città. Poco prima era stata declassata da uragano a ciclone post-tropicale dal National Hurricane Center ma ha mantenuto intatta la sua potenza devastatrice che gli aveva già permesso di fare 67 morti nei Caraibi. Per più di un milione di persone è stato dato l’ordine di evacuazione.
Con l’avanzamento nell’entroterra degli Stati Uniti orientali, Sandy ha perso potenza, con raffiche si vento che sulla Pennsylvania hanno soffiato a 105 chilometri orari. In compenso sono iniziate fitte nevicate: in West Virginia dai 30 ai 90 centimetri totali, tempeste di neve in Tennessee e North Carolina. Trasporti in tilt in tutto il nord-est con 14mila voli cancellati solo nella giornata di lunedì. Chiusa una centrale nucleare in New Jersey, ma non ci sarebbero rischi. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha riferito che non risultano italiani in pericolo per la tempesta ma ha assicurato che la Farnesina segue gli sviluppi in tutte le aree coinvolte.
Ma intanto Sandy si è abbattuto anche sull’early vote, rendendo difficile il voto in anticipo su cui tanto contano i democratici proprio in questi ultimi giorni. In Maryland, per esempio, oggi sono chiusi tutti i seggi e in Virginia, uno degli stati chiave del duello elettorale, sono inaccessibili in molte contee. In particolare quelle della Northern Virginia, una zona dove quattro anni fa Barack Obama ha fatto incetta di voti, molti dei quali in anticipo, riportando poi la storica vittoria, la prima di un candidato democratico dagli anni sessanta, nello stato a forte presenza di afroamericani.
Fonte: http://www.lastampa.it
Spazio: Rilevato uragano con venti di velocità inimmaginabile
Misurato
uragano gigantesco dall’osservatorio ‘Chandra X-Rey’, che lo ha
individuato nello spazio più profondo. Chandra non finisce più di
stupire grazie alla tecnologia che si evolve giorno dopo giorno. Infatti
è notizia recente che l’osservatorio ha rilevato un enorme uragano e
misurato i suoi venti che pare superino i 30 milioni di km orari ed è
ubicato nelle vicinanze di un buco nero. La rilevazione è stata
effettuata oltre che grazie all’ausilio dell’osservatorio del Michigan,
anche per il lavoro eseguito da un team di ricercatori che vi opera
quotidianamente. È dunque provato che nello spazio possano formarsi
degli uragani e che uragani! Inimmaginabile la velocità dei venti che
sono stati misurati, sulla Terra un simile fenomeno avrebbe già
distrutto ogni cosa. Se si pensa che un uragano terrestre, almeno di
quelli monitorati fino ad oggi, non può superare velocità dei venti
superiori a 250-300 km orari, il solo provare ad immaginare un uragano
che gira vorticosamente ad una velocità di 30 mln di km orari è
impensabile. Chandra tiene sotto costante monitoraggio questo fenomeno e
i ricercatori si augurano di poterne sapere di più entro breve.
Redazione
AGS Cosmo
Redazione
AGS Cosmo
UFO orb Ovni flying over a lighthouse into Sea 9 15 pm 27 10 2012 copy right Dean Dealtry.wmv
Pubblicato in data 27/ott/2012 da Moondogzzz
UFO/ orb Ovni flying over a lighthouse and oil rig then into Sea 9 15 pm 27-10-2012 copy right Dean Dealtry.wmv
Categoria:
UFO over Hurricane Sandy from Space Station
Pubblicato in data 28/ott/2012 da UFO HuntingClouds
UFO spotted over Hurricane Sandy from
the International space station. This is from pass one of the video
Nasa Released from the International Space Station. This ufo appears to
be green on top red in the center. Possible orb shaped UFO watching
the storm. The camera zooms in right when you see the UFO. You can
view the video yourself here http://www.nasa.gov/multimedia/videogallery/index.html?media_id=154596961 the object appears at around 5:22 in.
This is a video released by Nasa of Hurricane Sandy as seen from the International Space Station. This hurricane is a huge one and will hit the East Coast with huge force. This massive hurricane has already caused huge damage in the Caribbean. This storm is so huge it is being called Frankenstorm. Major impacts will be felt. The so called Perfect storm could potentially cause mass devastation.
Videos can be found at NASA.gov website.
Be sure to check out the UFO sightings blog at
http://ufosightingz.blogspot.com
and like the facebook fan page at
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always look up!
Music Created by UFO Clouds
This is a video released by Nasa of Hurricane Sandy as seen from the International Space Station. This hurricane is a huge one and will hit the East Coast with huge force. This massive hurricane has already caused huge damage in the Caribbean. This storm is so huge it is being called Frankenstorm. Major impacts will be felt. The so called Perfect storm could potentially cause mass devastation.
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Monday, October 29, 2012
Disastri ambientali: 1,1 milioni di morti negli ultimi 12 anni
a cura di Daniele Olivetti
Lo tusnami del Giappone, Marzo 2011
Secondo un comunicato emesso dalla UNISDR
(United Nation Office Risk Reduction) i disastri ambientali (Alluvioni,
Terremoti, Tsunami, ecc..) hanno prodotto negli ultimi 12 anni un danno economico stimabile in circa 1,3 trilioni di dollari. L'anno più drammatico è stato il 2011 quando i danni hanno raggiunto i 363 bilioni di dollari, quasi totalmente imputabili all'effetto combinato del terremoto e tsunami che devastarono il Giappone nel mese di Marzo.
Per quanto riguarda invece le perdite di vite umane, la stima ammonta a circa 1,1 milioni di persone dal 2000. L'anno nero è stato il 2010, quando a causa delle alluvioni di Luglio in India settentrionale e Pakistan e del terremoto di Dicembre su Haiti persero la vita circa 310000 persone. Drammatico anche il Dicembre 2004, quando terremoto e tsunami colpirono soprattutto la Thailandia nel giorno di Santo Stefano, provocando circa 245000 morti.
L'UNISDR è un organo creato nel 1999 dalle Nazioni Unite, con lo scopo di ridurre i rischi connessi alle catastrofi ambientali e garantire i piani di attuazione della strategia per la riduzione delle stesse. L'UNISDR garantisce inoltre sinergia tra le attività di riduzione del disastro del sistema delle Nazioni Unite e quelle delle organizzazioni regionali nell'ambito delle attività nei settori socio-economici ed umanitari.
Per quanto riguarda invece le perdite di vite umane, la stima ammonta a circa 1,1 milioni di persone dal 2000. L'anno nero è stato il 2010, quando a causa delle alluvioni di Luglio in India settentrionale e Pakistan e del terremoto di Dicembre su Haiti persero la vita circa 310000 persone. Drammatico anche il Dicembre 2004, quando terremoto e tsunami colpirono soprattutto la Thailandia nel giorno di Santo Stefano, provocando circa 245000 morti.
L'UNISDR è un organo creato nel 1999 dalle Nazioni Unite, con lo scopo di ridurre i rischi connessi alle catastrofi ambientali e garantire i piani di attuazione della strategia per la riduzione delle stesse. L'UNISDR garantisce inoltre sinergia tra le attività di riduzione del disastro del sistema delle Nazioni Unite e quelle delle organizzazioni regionali nell'ambito delle attività nei settori socio-economici ed umanitari.
http://www.3bmeteo.com
NASA: Curiosity un giorno potrebbe tornare sulla Terra
Il progetto Mars Science Laboratory, ideato e portato avanti negli ultimi anni dall'agenzia governativa aerospaziale americana, la NASA, da qualche mese a questa parte ha raggiunto uno degli obiettivi principali che ha visto atterrare su Marte senza conseguenze negative l'ormai celebre rover Curiosity,
dotato di strumentazioni altamente tecnologiche che gli permetteranno
di studiare una serie di aspetti di questo luogo inesplorato.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una serie di importanti passi avanti compiuti da Curiosity, che oltre a scattare numerose foto di Marte, ha esplorato alcuni luoghi del pianeta, ha percorso molta strada e ha raccolto i primi campioni del suolo per poter ottenere informazioni in merito alla superficie del pianeta. E mentre la missione prosegue, all'interno della NASA qualcuno si chiede se il rover potrà mai tornare sulla Terra in futuro.
Una volta atterrato su Marte, una delle certezze dei ricercatori è stata che il rover da 900Kg avrebbe passato il resto della sua esistenza su Marte fino a quando non avesse smesso di funzionare, ma ciò potrebbe non accadere secondo quanto ipotizzato da Doug McCuistion, responsabile del progetto Mars Exploration della NASA, che nel corso di una intervista ha espresso la sua opinione al riguardo.
Secondo le parole di McCuistion, la speranza è che tra il 2030 e il 2040 possano essere mandati i primi esseri umani ad esplorare Marte, e nel corso di una di queste spedizioni potrebbe venire recuperato anche Curiosity.
Ciò, ovviamente, potrebbe avvenire esclusivamente nel caso in cui Curiosity riesca a mantenersi in funzione fino a quel momento, eventualità apparentemente fattibile se si considera che i generatori di plutonio dovrebbero riuscire a durare una ventina di anni.
Sono invece da considerare una serie di altri pericoli per il rover, che potrebbe veder usurare le sue strumentazioni a causa delle temperature presenti su Marte o le continue pioggie di meteoriti che si verificano sul pianeta e che potrebbero portare ad un danneggiamento del robot.
Trattandosi al momento di semplici supposizioni, non resta che attendere eventuali aggiornamenti futuri.
Fonte: The Week
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una serie di importanti passi avanti compiuti da Curiosity, che oltre a scattare numerose foto di Marte, ha esplorato alcuni luoghi del pianeta, ha percorso molta strada e ha raccolto i primi campioni del suolo per poter ottenere informazioni in merito alla superficie del pianeta. E mentre la missione prosegue, all'interno della NASA qualcuno si chiede se il rover potrà mai tornare sulla Terra in futuro.
Una volta atterrato su Marte, una delle certezze dei ricercatori è stata che il rover da 900Kg avrebbe passato il resto della sua esistenza su Marte fino a quando non avesse smesso di funzionare, ma ciò potrebbe non accadere secondo quanto ipotizzato da Doug McCuistion, responsabile del progetto Mars Exploration della NASA, che nel corso di una intervista ha espresso la sua opinione al riguardo.
Secondo le parole di McCuistion, la speranza è che tra il 2030 e il 2040 possano essere mandati i primi esseri umani ad esplorare Marte, e nel corso di una di queste spedizioni potrebbe venire recuperato anche Curiosity.
Ciò, ovviamente, potrebbe avvenire esclusivamente nel caso in cui Curiosity riesca a mantenersi in funzione fino a quel momento, eventualità apparentemente fattibile se si considera che i generatori di plutonio dovrebbero riuscire a durare una ventina di anni.
Sono invece da considerare una serie di altri pericoli per il rover, che potrebbe veder usurare le sue strumentazioni a causa delle temperature presenti su Marte o le continue pioggie di meteoriti che si verificano sul pianeta e che potrebbero portare ad un danneggiamento del robot.
Trattandosi al momento di semplici supposizioni, non resta che attendere eventuali aggiornamenti futuri.
Fonte: The Week
Studio del sole 3D dalle sonde STEREO della NASA
La sera del 25 Ottobre 2006, le sonde gemelle Solar Terrestrial Relations Observatory (STEREO), furono lanciate nello spazio, destinate a orbite abbastanza semplici: un'orbita circolare intorno al Sole come fa la Terra. STEREO-A viaggia in orbita un po' più piccola e quindi più veloce, STEREO-B viaggia in un'orbita più grande e più lenta. Tali orbite semplici, tuttavia, portano a realizzare delle geometrie di presa interessanti. Come una sonda guadagna spazio dalla Terra con un passo crescente, l'altra viene trainata sempre più indietro. Nel febbraio del 2011, ogni sonda STEREO era situata sui lati opposti del sole, e il 1 settembre 2012, le due sonde e il Solar Dynamics Observatory (sulla Terra) hanno formato un triangolo equilatero, la migliore condizione per la precisione delle restituzioni fotogrammetriche con sovrapposizione di immagini ottimali.
Fornendo tali punti di vista unici, STEREO ha offerto agli scienziati la possibilità di vedere tutti i lati del sole contemporaneamente per la prima volta nella storia, aumentata con una vista da parte della NASA Solar Dynamics Observatory (SDO) sulla Terra. Oltre a fornire ai ricercatori una visione di regioni attive sul sole prima ancora di arrivare oltre l'orizzonte,è fondamentale per le tridimensionali osservazioni dei filamenti giganti che ballano dalla superficie del sole o le eruzioni di massa di materiale solare noto come espulsioni di massa coronale.
(Credits: Karen C. Fox, NASA Goddard Space Flight Center)
Renzo Carlucci
Fonte: http://www.rivistageomedia.it
Missione compiuta per la capsula Dragon
Missione compiuta per la
capsula Dragon, ammarata nel Pacifico, al largo della California, con un
carico di circa sette quintali di materiali scientifici provenienti
dalla Stazione Spaziale Internazionale. Si conclude cosi’ con successo
la missione Crs-1 (Cargo Resupply Mission – 1), la prima condotta da
un’azienda privata, la Space X, per conto di un’agenzia governativa, la
Nasa.
Il recupero della capsula e’ previsto entro 48 ore dall’ammaraggio, dopodiche’ Dragon sara’ tra trasportata nel centro della Space X che si trova in Texas, a McGregor, e da li’ il carico sara’ consegnato alla Nasa.
Lanciato con un Falcon 9 nella notte fra domenica 7 e lunedi' 8 ottobre dalla base di Cape Canaveral, Dragon ha inaugurato con questa missione il primo 'servizio di linea' verso la Stazione Spaziale Internazionale da parte di un veicolo privato per conto della Nasa. Il contratto fra la Nasa e Space X e' di 1,2 miliardi di dollari e prevede un pacchetto di 12 voli commerciali per assicurare l’arrivo dei rifornimenti sulla Stazione Spaziale.
Dragon e' il primo veicolo spaziale ad aver dimostrato, nel maggio scorso, la capacità di raggiungere la Stazione Spaziale e di agganciarsi ad essa. Attualmente la capsula e' l'unico veicolo senza pilota in grado di consegnare materiali alla stazione orbitale e di riportare a Terra materiali, come quelli relativi agli esperimenti completati.( ANSA)
Il recupero della capsula e’ previsto entro 48 ore dall’ammaraggio, dopodiche’ Dragon sara’ tra trasportata nel centro della Space X che si trova in Texas, a McGregor, e da li’ il carico sara’ consegnato alla Nasa.
Lanciato con un Falcon 9 nella notte fra domenica 7 e lunedi' 8 ottobre dalla base di Cape Canaveral, Dragon ha inaugurato con questa missione il primo 'servizio di linea' verso la Stazione Spaziale Internazionale da parte di un veicolo privato per conto della Nasa. Il contratto fra la Nasa e Space X e' di 1,2 miliardi di dollari e prevede un pacchetto di 12 voli commerciali per assicurare l’arrivo dei rifornimenti sulla Stazione Spaziale.
Dragon e' il primo veicolo spaziale ad aver dimostrato, nel maggio scorso, la capacità di raggiungere la Stazione Spaziale e di agganciarsi ad essa. Attualmente la capsula e' l'unico veicolo senza pilota in grado di consegnare materiali alla stazione orbitale e di riportare a Terra materiali, come quelli relativi agli esperimenti completati.( ANSA)
New York si prepara all'arrivo dell'uragano Sandy. Chiusa Wall Street
L'uragano Sandy si sta rafforzando e «potrà portare sul nord-est
degli Stati Uniti tempeste in grado di mettere in pericolo vite umane»,
dice il nuovo bollettino diffuso dal Centro nazionale uragani di Miami. A
New York ordine di evacuazione per 375mila persone, in vista
dell'uragano Sandy che dovrebbe arrivare nella giornata di lunedì alle
18 (ora italiana). A firmarlo è stato il sindaco Michael Bloomberg,
che ha annunciato ieri il provvedimento nel corso di una conferenza
stampa in cui il tono è stato più serio e preoccupato di quello del
giorno prima.
Il primo cittadino ha dipinto per la sua città un quadro molto più cupo, a causa del peggioramento delle previsioni per l'arrivo della tempesta, e dei notevoli rischi per l'innalzamento della marea. Il risultato, oltre al previsto blocco della metropolitana e degli altri servizi pubblici - già da ieri sera - e alla chiusura delle scuole - oggi - è stato l'ordine di lasciare le proprie case per le persone che vivono nella zona A, quella più a rischio. Un'evacuazione obbligatoria, ha più volte sottolineato il sindaco, «altrimenti metterete in pericolo non solo la vostra vita, ma quella delle forze dell'ordine».
Il sindaco ha invitato quindi le persone che vivono nelle zone in pericolo, quelle costiere (interessati tutti e cinque i borough) «a chiedere ospitalità agli amici che vivono nelle zone sicure». Un annuncio pronunciato anche in spagnolo, in modo da arrivare anche ai tanti latinoamericani della città. Bloomberg, dopo aver accusato di follia i ragazzi che vogliono approfittare di Sandy per fare surfing («rischiano la loro vita e quella degli altri») ha poi chiuso la conferenza stampa dicendo: «Meglio peccare in prudenza, mettetevi al sicuro». Solo in altre due occasioni, nella storia della città, era stata ordinata l'evacuazione.
L'uragano Sandy ha costretto tra l'altro le autorità di New York a disporre la chiusura della sede del Nymex, la Borsa delle materie prime (petrolio, gas, metalli preziosi e industriali), anche se il mercato resterà aperto perché, come ogni giorno, sarà possibile operare online. Il quartier generale del Nymex, che sorge in prossimità dell'Hudson, ricade infatti nell'area di Manhattan per cui il sindaco Michael Blooomberg ha ordinato l'evacuazione per il rischio di finire sott'acqua.
Ma Sandy non spaventa soltanto New York: cinquanta milioni di americani potrebbero rimanere in ostaggio dell'uragano. Dalla North Carolina al Connecticut, i governatori hanno dichiarato lo stato d'emergenza, mentre l'uragano prosegue in mare aperto, con venti che soffiano a 120 chilometri all'ora, verso nord-est: secondo il National Hurricane Center di Miami, si trova a circa 400 chilometri dalle coste della North Carolina e dovrebbe toccare terra lunedì sera, nella regione atlantica centrale.
Il Climate Central avverte della possibile "fusione" dell'uragano con una perturbazione in arrivo da ovest e con i venti polari da nord, dando vita a "Frankenstorm", che metterà paura a circa un sesto della popolazione: forti venti, piogge torrenziali e pesanti nevicate potrebbero abbattersi su circa 1.300 chilometri, dalla East Coast alla regione dei Grandi Laghi, nei giorni dei festeggiamenti per Halloween (31 ottobre). «Sarà una tempesta problematica da gestire», ha detto Craig Fugate, numero uno della Federal Emergency Management Agency (Fema), l'agenzia federale che si occupa delle emergenze.
Decine di migliaia di viaggiatori potrebbero restare in ostaggio di Sandy, visto che diversi aeroporti internazionali saranno colpiti dal maltempo. Lo saranno sicuramente anche i due candidati alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama e il repubblicano Mitt Romney, già costretti a cancellare alcuni comizi. Il passaggio dell'uragano avrà un impatto significativo sulla fine della campagna elettorale, a pochi giorni dal voto del 6 novembre. Tra gli Stati in attesa di Sandy ce ne sono alcuni considerati decisivi per l'elezione del presidente: dalla North Carolina alla Virginia, dalla Pennsylvania all'Ohio.
Indipendentemente dagli eventi saltati, il passaggio di un uragano sulle coste americane metterà la campagna elettorale in secondo piano nella copertura dei grandi network americani, visto che il maltempo fa più ascolti della politica. Sandy, poi, potrebbe rendere difficile il voto anticipato e i preparativi per il 6 novembre. Esagerato, forse, parlare di influenza sull'esito del voto, ma Obama e Romney avrebbero sicuramente preferito evitare quest'ultimo ostacolo di una lunga e logorante campagna elettorale.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com
Il primo cittadino ha dipinto per la sua città un quadro molto più cupo, a causa del peggioramento delle previsioni per l'arrivo della tempesta, e dei notevoli rischi per l'innalzamento della marea. Il risultato, oltre al previsto blocco della metropolitana e degli altri servizi pubblici - già da ieri sera - e alla chiusura delle scuole - oggi - è stato l'ordine di lasciare le proprie case per le persone che vivono nella zona A, quella più a rischio. Un'evacuazione obbligatoria, ha più volte sottolineato il sindaco, «altrimenti metterete in pericolo non solo la vostra vita, ma quella delle forze dell'ordine».
Il sindaco ha invitato quindi le persone che vivono nelle zone in pericolo, quelle costiere (interessati tutti e cinque i borough) «a chiedere ospitalità agli amici che vivono nelle zone sicure». Un annuncio pronunciato anche in spagnolo, in modo da arrivare anche ai tanti latinoamericani della città. Bloomberg, dopo aver accusato di follia i ragazzi che vogliono approfittare di Sandy per fare surfing («rischiano la loro vita e quella degli altri») ha poi chiuso la conferenza stampa dicendo: «Meglio peccare in prudenza, mettetevi al sicuro». Solo in altre due occasioni, nella storia della città, era stata ordinata l'evacuazione.
L'uragano Sandy ha costretto tra l'altro le autorità di New York a disporre la chiusura della sede del Nymex, la Borsa delle materie prime (petrolio, gas, metalli preziosi e industriali), anche se il mercato resterà aperto perché, come ogni giorno, sarà possibile operare online. Il quartier generale del Nymex, che sorge in prossimità dell'Hudson, ricade infatti nell'area di Manhattan per cui il sindaco Michael Blooomberg ha ordinato l'evacuazione per il rischio di finire sott'acqua.
Ma Sandy non spaventa soltanto New York: cinquanta milioni di americani potrebbero rimanere in ostaggio dell'uragano. Dalla North Carolina al Connecticut, i governatori hanno dichiarato lo stato d'emergenza, mentre l'uragano prosegue in mare aperto, con venti che soffiano a 120 chilometri all'ora, verso nord-est: secondo il National Hurricane Center di Miami, si trova a circa 400 chilometri dalle coste della North Carolina e dovrebbe toccare terra lunedì sera, nella regione atlantica centrale.
Il Climate Central avverte della possibile "fusione" dell'uragano con una perturbazione in arrivo da ovest e con i venti polari da nord, dando vita a "Frankenstorm", che metterà paura a circa un sesto della popolazione: forti venti, piogge torrenziali e pesanti nevicate potrebbero abbattersi su circa 1.300 chilometri, dalla East Coast alla regione dei Grandi Laghi, nei giorni dei festeggiamenti per Halloween (31 ottobre). «Sarà una tempesta problematica da gestire», ha detto Craig Fugate, numero uno della Federal Emergency Management Agency (Fema), l'agenzia federale che si occupa delle emergenze.
Decine di migliaia di viaggiatori potrebbero restare in ostaggio di Sandy, visto che diversi aeroporti internazionali saranno colpiti dal maltempo. Lo saranno sicuramente anche i due candidati alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama e il repubblicano Mitt Romney, già costretti a cancellare alcuni comizi. Il passaggio dell'uragano avrà un impatto significativo sulla fine della campagna elettorale, a pochi giorni dal voto del 6 novembre. Tra gli Stati in attesa di Sandy ce ne sono alcuni considerati decisivi per l'elezione del presidente: dalla North Carolina alla Virginia, dalla Pennsylvania all'Ohio.
Indipendentemente dagli eventi saltati, il passaggio di un uragano sulle coste americane metterà la campagna elettorale in secondo piano nella copertura dei grandi network americani, visto che il maltempo fa più ascolti della politica. Sandy, poi, potrebbe rendere difficile il voto anticipato e i preparativi per il 6 novembre. Esagerato, forse, parlare di influenza sull'esito del voto, ma Obama e Romney avrebbero sicuramente preferito evitare quest'ultimo ostacolo di una lunga e logorante campagna elettorale.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com
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