Il progetto spaziale Mars One prevede, per la prima volta nella storia umana, un viaggio su Marte di sola andata, ovvero i primi coloni umani su Marte. Per poter finanziare la missione verrà realizzato il primo reality show interplanetario
A differenza della complessa missione
da 100 miliardi di dollari programmata dalla NASA, l’idea nata
dall’ingegnere olandese Bas Lansdorp e sostenuta dal premio Nobel per la
Fisica Gerard ‘t Hooft potrebbe realizzarsi con meno di un decimo del
costo.
Il punto chiave è che il viaggio sarà di sola andata. Gli astronauti si trasformeranno in veri e propri coloni che avranno deciso di trascorrere il resto della loro vita
sul pianeta rosso. Si tratta di una prospettiva che fa un po’ venire i
brividi, non solo per la sfida di vivere in un ambiente alieno e
inospitale (1), ma anche per la grande fiducia nel futuro dell’umanità (2) e nella possibilità di continuare a sostenere un avanposto lontano dai 60 ai 370 milioni di km in base alle posizioni orbitali (3).
La roadmap
della missione prevede quest’anno la selezione di 40 astronauti e il
loro addestramento in una replica terrestre dell’insediamento marziano,
che verrà posto in un luogo freddo e isolato. Nel 2016 verrà inviato su Marte un primo modulo con pannelli solari, parti di ricambio e rifornimenti. Nel 2018 un rover perlustrerà la regione prescelta per trovare il sito migliore per la colonia.
Nel 2021 giungeranno i sei moduli della colonia (si tratta di capsule Dragon):
due habitat, due unità di supporto vitale, un altra unità di magazzino e
un secondo rover. Inizierà la produzione di acqua per fusione del
ghiaccio contenuto nel suolo marziano e la conseguente produzione di
ossigeno. Nel 2022 partirà la missione principale con quattro astronauti che metteranno per la prima volta piede su un altro pianeta nel 2023. Seguiranno due arrivi ogni anno fino a portare il totale della colonia a 20 persone nel 2033.
Sarà compito degli umani realizzare le serre idroponiche a energia
solare che permetterà loro di sopravvivere sul lungo periodo.Come sottolinea Hooft, realizzare un ecosistema autosufficiente con scarsa disponibilità energetica (l’irraggiamento solare sulla superficie di Marte è meno della metà di quello terrestre) rappresenta una straordinaria sfida scientifica; il punto di forza del progetto è dato dal fatto che tutta la tecnologia e i mezzi impiegati esistono già. Il principale punto debole è legato al successo che potrà avere questa idea per attrarre finanziamenti privati, visto che non si tratta di un progetto governativo. (4)
I finanziamenti verranno anche dai proventi televisi di quello che vorrebbe diventare il primo reality show interplanetario che permetterà al pubblico di tutto il mondo di seguire in diretta le fasi dell’addestramento, del volo e dei primi tempi della colonizzazione.
A differenza dei suoi omologhi terrestri, un reality show marziano meriterà senz’altro di essere seguito. Vedere le difficoltà quotidiane di un ambiente alieno permetterà di apprezzare e salvaguardare il nostro pianeta natale.
(1) La temperatura media su Marte è di -63°C, la pressione è pari a 0,06 atmosfere e la gravita è 0,38 g e non esiste la protezione atmosferica per i raggi cosmici e i periodi di forte attività solare.
(2) Ray Bradbury descrisse magistralmente la fiducia nel futuro planetario dell’umanità nei due racconti L’immensità e La fine del principio (li potete leggere entrambi on line qui a pag 42 e 285); ma era il 1959, e la fiducia in qualche modo era d’obbligo.
(3) Questo simulatore permette di farsi un’idea dei moti orbitali della Terra e di Marte intorno al sole
(4) I punti deboli in realtà sono molti di più. Ne vedo due in particolare: la capacità della colonia di essere effettivamente autosufficiente qualora per i motivi più vari i rifornimenti terrestri ritardassero o si interrompessero e la capacità di restare sani di mente così lontani da casa.
Eco Alfabeta
Fonte
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