NASA ha rilevato un'enorme espulsione di massa coronale (o
CME, coronal mass ejection) sul Sole: si tratta di un fenomeno in grado
di "sparare" nello spazio miliardi di tonnellate di particelle, che
possono raggiungere la Terra in pochi giorni. In base ai modelli
sviluppati dall'agenzia spaziale statunitense, è stato calcolato che le
particelle hanno lasciato il Sole ad una velocità di oltre 900 km/s.
La CME potrebbe causare un fenomeno denominato tempesta geomagnetica,
che si verifica quando l'energia viene convogliata per un periodo di
tempo esteso verso la magnetosfera della Terra, ossia l'area nella quale
il camo magnetico del nostro pianeta domina il moto delle particelle
cariche presenti.
"Queste particelle - precisa NASA - non sono in grado di viaggiare attreverso l'atmosfera provocando danni per gli esseri umani, ma possono comunque influire sul funzionamento dei sistemi elettronici nei satelliti e a terra".
Questo significa che la tempesta solare potrebbe causare problemi alla rete elettrica ed
a tutti i dispositivi che basano il proprio funzionamento sui
satelliti, come ad esempio i telefoni cellulari ed i navigatori, così
come le comunicazioni radio. Nel 1989 un'altra tempesta geomagnetica ha
causato un black-out elettrico nella provincia canadese del Quebec.
Il fenomeno è anche in grado di generare delle forti aurore,
con tonalità variabili tra il verde, il blu ed il rosso, in vaste aree
vicine ai poli magnetici della Terra, che prendono il nome di Luci del
Nord (aurore boreali) nell'emisfero settentrionale e Luci del Sud
(aurore australi) in quello meridionale.
La tempesta geomagnetica non dovrebbe causare problemi agli astronauti che si trovano sull'International Space Station,
tra i quali il nostro Luca Parmitano: lo spessore delle pareti estrene
di alcune aree del laboratorio orbitante è in gradi di fornire una
schermatura sufficiente a contenere le radiazioni assorbite ad un
livello non dannoso.
Fonte: NASA]
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