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Saturday, August 10, 2013

Yves Sillard e la via francese all’ufologia



Carissimi amici Bufi, vi propongo, per stimolare il dibattito ufologico, un contributo che viene dalla Francia, nazione che unica nel mondo ha un organismo ufficiale civile che si occupa di UFO, o OVNI. Si tratta del GEIPAN, branca dell’agenzia spaziale francese (il CNES). Recentemente, grazie alle mie “conoscenze”, ho messo le mani su un libretto del 2007, assai difficile da reperire in verità. Il titolo è (tradotto): “Fenomeni aerospaziali non identificati, una sfida alla scienza”, e contiene una serie di saggi di vari autori, sotto la direzione editoriale di Yves Sillard. Yves Sillard (leggete la sua biografia su wikipedia) è stato, fra le altre cose, direttore generale del CNES, ed è stato il primo direttore del GEIPAN dopo la sua “rifondazione” nel 2005 (conseguenza forse anche delle raccomandazioni contenute nel celebre rapporto COMETA . Cosa contiene questo libro? Io ci vedo la dichiarazione di intenti del rinascente GEIPAN: si riconosce l’importanza e la consistenza del fenomeno UFO, e allo stesso tempo si auspica l’uso del metodo scientifico (o di indagine poliziesca) per il suo studio. I saggi contenuti nel libro sono ad ampio spettro: si comincia con l’elenco delle indagini più interessanti del GEIPAN, inclusi casi più incredibili di PAND (fenomeni aerospaziali non identificati rimasti senza spiegazione dopo l’indagine), come quelli di Trans-en-Provence (1981) o del volo Nizza-Londra (1994). L’ultimo saggio specula sull’evoluzione della specie umana e sulla sua (lenta) colonizzazione dello spazio vicino: una interessante ipotesi è che in futuro l’uomo potrebbe trovare più attrattiva la vita nello spazio che sulla Terra, e questo porterebbe a una diaspora, lenta ma inesorabile, verso le altre stelle. Come conseguenza di ciò, anche senza motori warp o fisiche esotiche, non è assurdo aspettarsi che altre civiltà abbiano fatto altrettanto, e che possano un giorno bussare alla nostra porta.  Uno dei punti più interessanti è la descrizione del metodo che il GEIPAN utilizza per l’analisi delle testimonianze di avvistamenti di UFO. Come ogni metodo rigoroso – dice Jacques Patenet, un altro direttore del GEIPAN – esso si deve basare sugli “osservabili” che noi abbiamo a disposizione per approcciare lo stimolo che ha perturbato il testimone. Gli osservabili sono quattro. 1) L’ambiente fisico dell’avvistamento: la configurazione dei luoghi, la posizione dell’osservatore, la vicinanza di attività aeree o militari, le condizioni meteorologiche, la configurazione del cielo al momento dell’osservazione, le foto o i video eventualmente disponibili, il numero dei testimoni, la presenza di tracce al suolo, le tracce radar, etc. 2) La testimonianza: la descrizione del fenomeno, del suo aspetto, della sua traiettoria, il contenuto della deposizione, i termini utilizzati, il modo di descrivere gli eventi, etc. 3) Il testimone: i suoi aspetti psicologici, fisiologici, il suo stato di salute, il suo desiderio di esser creduto, la sua capacità di spiegarsi più o meno bene, etc. 4) L’ambiente psicosociale del testimone: il contesto sociale in cui vive, il suo livello culturale, le sue letture, i suoi hobby, l’influenzabilità della sua capacità di giudizio, etc. [...] Quando un testimone si presenta alle autorità (la polizia o la gendarmeria), viene ascoltato secondo un protocollo stabilito e un verbale viene redatto. Una sintesi di tale verbale è immediatamente inviata al GEIPAN, mentre il dossier completo dei documenti viene inviato per via ufficiale. L’interesse di questa procedura è di permettere al GEIPAN di prendere immediatamente le misure necessarie nel caso in cui fossero state rilevate delle tracce sull’ambiente, e in generale, di raccogliere un certo numero di informazioni che non potrebbero più essere disponibili qualche giorno dopo, come la registrazione delle tracce radar del centro di comando dell’aeronautica militare. In assenza di tracce che rivelino un rischio per la sicurezza nazionale, queste registrazioni normalmente vengono distrutte dopo un centinaio di ore dalla raccolta. Inoltre, la ricezione rapida della sintesi permette al GEIPAN di capire se sia il caso di condurre una inchiesta sul campo. L’avvio di tale inchiesta dipende da vari fattori, da valutare caso per caso, tra cui  i seguenti 1) Il numero dei testimoni: una testimonianza è tanto più affidabile quanto più le testimonianze sono multiple e indipendenti 2) Il contenuto della testimonianza: tale contenuto permette rapidamente di capire l’interrese e l’importanza dell’evento. Delle tracce lasciate sull’ambiente porteranno senza dubbio a una immediata inchiesta sul campo, ma anche altri elementi possono portare alla stessa decisione 3) La pubblicità della vicenda: anche nei casi di scarso interesse, la pressione mediatica dovuta a una fuga prematura di notizie può spingere il GEIPAN a recarsi sul posto per svolgere un ruolo di controllo, in qualità di servizio ufficiale per lo studio dei fenomeni aerospaziali non identificati. La composizione del gruppo di indagine è variabile a seconda degli elementi raccolti nella sintesi della testimonianza. Il gruppo comprende almeno un rappresentante del GEIPAN, accompagnato se possibile da uno psicologo. In caso di tracce sull’ambiente, uno o più specialisti saranno presenti al fine di raccogliere campioni nelle migliori condizioni possibili. I dati raccolti sono analizzati da un comitato di esperti, che ricevono il dossier completo, sul quale forniscono la loro opinione secondo il loro campo di esperienza. Una conclusione collegiale viene infine redatta durante delle riunioni periodiche. Lo stesso processo è applicato per l’analisi delle osservazioni aeronautiche, con un gruppo di indagine che comprenda dei piloti civili e militari. Come detto sopra, uno degli aspetti chiave per le indagini del GEIPAN, che è un organismo ufficiale dello stato francese, è che esse si poggiano sulla preziosissima collaborazione della polizia e delle autorità aeronautiche civile e militare, nonché sul contributo volontario di numerosi ingegneri del CNES. Tali indagini oggi sono accessibili a tutti sul sito del CNES-GEIPAN, basta un po’ di buona volontà e un po’ di pratica col francese. Tutto questo grazie allo straordinario lavoro di archiviazione che ha permesso la digitalizzazione dell’archivio delle indagini a partire dal 2005. Infatti, la I dentro alla sigla GEIPAN sta per “informazione”, mostrando che la missione del gruppo (che alla fine conta solo 2 persone nei suoi effettivi a tempo pieno) è anche quella di fare *informazione* sul fenomeno. Informazione che è fondamentale in mezzo a tutta la *disinformazione* che circola intorno alla parola “UFO”, al punto da rendere tale stessa parola invisa agli studiosi, che utilizzano invece il termine PAN, fenomeno aerospaziale non identificato. Per concludere, lasciatemi citare qualche frase di Yves Sillard tratta dall’introduzione e la conclusione del libro. Parlando delle ipotesi sull’origine dei PAND, egli afferma: l’ultima ipotesi suppone l’esistenza, su dei pianeti situati fuori del nostro sistema solare, di una o più civiltà più avanzate rispetto alla nostra, e suppone l’arrivo sulla terra di veicoli in provenienza da queste civiltà. Questa ipotesi, i cui contorni sono inevitabilmente molto vaghi, viene naturalmente tirata in causa, perché forse proprio in virtù della sua indefinitezza, permetterebbe di rendere conto della quasi totalità dei fenomeni osservati. Un riflesso immediato incita non meno a escluderla in virtù dell’enormità di problemi scientifici e tecnologici che essa solleva: le distanze da percorrere e la durata dei viaggi, più lunghi della durata della vita umana. Tuttavia, dato che si tratta della sola ipotesi che attualmente dà una prospettiva di spiegazione ai fenomeni, la cui esistenza è innegabile, l’atteggiamento di escludere frettolosamente tale ipotesi non sembra essere un buon approccio. [...] Senza dimenticarsi della dimensione umana di ogni osservazione, che conviene sempre tenere presente e che lascia inevitabilmente lo spazio all’immaginazione nella descrizione dei fenomeni, la grande maggioranza delle testimonianze non può esser messa in dubbio. [...] Il clima di sospetto, disinformazione e derisione che ancora accompagna troppo spesso la deposizione delle testimonianze, è sintomo di una cecità intellettuale sorprendente. È sicuramente la causa del silenzio di numerosi testimoni, che non osano riferire le loro osservazioni. Questo è particolarmente vero per i piloti civili e militari, che probabilmente temono di vedere la propria carriera compromessa da eventuali dichiarazioni. È quindi importante che il GEIPAN pratichi una politica di informazione molto aperta che sdrammatizzi e faciliti la ricerca dei testimoni.  Insomma amici Bufi, vogliamo che l’ufologia abbia la sua dignità? Allora impariamo dal GEIPAN, impariamo dal CNES, sì al metodo scientifico, alle indagini sul campo, alla raccolta dei dati sotto la guida di esperti. La speculazione sulle civiltà extraterrestri è cosa buona e giusta, ma la fantasia, lasciamola alla fantascienza: la ricerca ufologica va fatta sulla base di ciò che si osserva, e tutto il resto deve restare fuori. Le testimonianze vanno analizzate e validate con gli strumenti rigorosi dell’analisi forense; non sono da prendere per buone e accurate a priori, perché “quale motivo avrebbe di non dire la verità?”. La psiche umana è strana, e l’immaginazione può giocare brutti scherzi anche su persone in buonissima fede e sanissime di mente. Solo così, cari amici, si fa la “ricerca”. Altrimenti si fanno solo chiacchiere da bar, nel migliore dei casi.

Paolo Massioni

Fonte 

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