«Catastrofi nucleari a ripetizione a Fukushima»: è quanto afferma
“Sortir du nucléaire”, la rete di associazioni no-nuke francesi, e per
questo chiede di classificarne 4 al massimo livello della scala
internazionale degli incidenti nucleari (Ines)
Il 7 agosto la Nuclear Regulation Authority del Giappone ha detto che
Fukushima Daiichi è in piena emergenza, dovuta a fughe radioattive che
contaminano in maniera irreversibile le falde freatiche, l’Oceano
Pacifico e tutto l’ambiente intorno alla centrale nucleare. «Tutti i
giorni – spiega “Sortir du nucléaire” – sono 300 le tonnellate di acqua
contaminata che si sversano nell’ambiente marittimo, lasciando le
autorità impotenti di fronte all’ampiezza della catastrofe. Una
situazione che non è una novità per la nostra associazione, ma che è
stata ammessa ufficialmente solo dopo più di due anni di menzogne».
L’8 agosto l’Association de contrôle de la radioactivité dans l’ouest
(Acro) ha fatto il punto della situazione e ha pubblicato dati
essenziali: “Sortir du nucléaire” ha rilanciato queste rivelazioni,
chiedendo di conseguenza una riclassificazione di quelle che ritiene 4
catastrofi distinte: Catastrofe 1 – fusione del nocciolo del reattore 1;
Catastrofe 2 – fusione del nocciole del reattore 2; Catastrofe 3 –
fusione del nocciolo del reattore 3; Catastrofe 4 – il più grande
sversamento radioattivo in mare della storia e tutte queste catastrofi
dovrebbero essere considerate al livello 7 della scala Ines.
La coalizione di associazioni antinucleari fa notare che «Malgrado le
affermazioni menzognere della Tepco (Tokyo electric power company), la
catastrofe di Fukushima non ha fatto che peggiorare. Circa due anni e
mezzo più tardi, l’oceano è fortemente contaminato per centinaia di
chilometri ed estremamente contaminato in prossimità della centrale.
Dall’inizio, Tepco nega che le fughe radioattive in mare continuino, con
la complicità delle autorità giapponesi».
La coalizione no-nuke francese denuncia «la menzogna di Stato, delle
rivelazioni col contagocce», e spiega che «Nel luglio scorso, Tepco,
l’operatore della centrale di Fukushima, aveva già ammesso che
dell’acqua contaminata allo stronzio, cesio e trizio scorreva davvero
verso l’oceano Pacifico. Una confessione che è avvenuta all’indomani
delle elezioni senatoriali nelle quali il Partito dell’attuale ministro
Shinzo Abe ha vinto. Nessuno ha creduto in una coincidenza di
calendario, essendo il primo ministro un fervente difensore dell’energia
nucleare. Se questa informazione fosse stata rivelata prima delle
elezioni, la vittoria del Partito liberal-democratico avrebbe potuto
essere messa in pericolo… La Tepco è stata messa in dubbio fin
dall’inizio della catastrofe di Fukushima, in particolare sulla gestione
nelle ore che sono seguite allo tsunami e dopo che l’operatore non ha
fatto altro che nascondere la verità alla popolazione giapponese,
tentando così di mascherare l’ampiezza del disastro».
Per “Sortir du nucléaire” siamo di fronte alla più grande
contaminazione del mare della storia: «Dal maggio 2011, Tepco ha
valutato la contaminazione dell’Oceano Pacifico tra 20 e 40
terabecquerels. Oltre a comportare una forchetta fantasiosa, questa
cifra astronomica che supera ogni comprensione è ancora centinaia di
volte inferiore alla realtà: in effetti precedentemente abbiamo visto
che nel solo sversamento dell’aprile 2011 ci sono stati 4.700
terabecquerels scaricati nell’oceano (da 117 a 235 volte di più). La
catastrofe di Fukushima è dunque sempre in corso e non fa che
peggiorare: 300 tonnellate di acqua contaminata si sversano ogni giorno
nell’oceano.
Per tentare di contenere queste fughe, la Tepco ha costruito una
barriera per impedire che le acque radioattive si spandano nel Pacifico,
ma queste barriere non sono sufficienti e l’acqua proveniente dalle
falde freatiche ha cominciato a sommergerle. In più, la Tepco ha
intrapreso l’iniezione di prodotti chimici nel suolo, al fine di
solidificarlo per contenere la radioattività… In realtà, del semplice
bricolage, che non porta a risolvere la situazione, senza contare che
questi sono di nuovo dei prodotti molto pericolosi che vengono liberati
nella natura».
Il pasticcio della Tepco e del governo giapponese viene descritto
come «Una situazione ingestibile e delle conseguenze irreversibili
sull’ambiente e gli esseri viventi. Quali che siano le soluzioni
previste dalle autorità giapponesi la situazione è ingestibile, perché
la caratteristica di una catastrofe nucleare è quella di durare nel
tempo. E’ illusorio pensare che la radioattività a Fukushima possa
essere contenuta. Quando avviene una catastrofe nucleare è solo
l’inizio. Ma il governo giapponese rifiuta ancora una cooperazione
internazionale per gestire questa crisi, senza alcun dubbio per paura
che sia fatta luce sulla reale situazione. Perché la situazione è
allarmante: numerose valutazioni sono state condotte sull’ambiente
marino ed i risultati sono estremamente inquietanti. Anche a più di
2.000 km dalle coste giapponesi, i sedimenti, i pesci, il plancton sono
contaminati dalla radioattività con un forte impatto sulla catena
alimentare».
Réseau “Sortir du nucléaire”, per solidarietà con il popolo
giapponese e perché su queste molteplici catastrofi di Fukushima Daiichi
non cali l’oblio, chiede che venga chiarito ogni aspetto della reale
situazione nella centrale e nei suoi dintorni e che «sia messo fine a
livello mondiale a questa avventura criminale che è il nucleare»
Fonte
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