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Friday, January 7, 2011

Nebulosa del Granchio, satellite italiano svela strani raggi gamma ad altissima energia

Il telescopio italiano Fermi con, sullo sfondo, la Nebulosa del Granchio. Immagine: cortesia di ASI, INAF e NASA

Il telescopio italiano Fermi con, sullo sfondo, la Nebulosa del Granchio. Immagine: cortesia di ASI, INAF e NASA

La Nebulosa del Granchio, uno degli oggetti astronomici più studiati nel cielo, è nota per le sue costanti emissioni di radiazioni. Tuttavia, due relazioni distinte che appariranno nel numero del 7 gennaio di Science questa settimana descrivono un unico e inaspettato lampo di raggi gamma provenienti dalla nebulosa, che sfida le nostre attuali teorie di accelerazione di particelle.

Il team ha stimato che gli elettroni responsabili dei lampi di raggi gamma hanno un’energia di 1000 teraelectronvolt o maggiore. Quest’energia è circa 100 volte superiore a quella che i protoni nel Large Hadron Collider riusciranno a raggiungere durante gli scontri quando il più grande accelelratore di particelle esistente andrà a piena potenza.

Tradizionalmente, le emissioni dalla Nebulosa del Granchio sono state così stabili che gli astronomi hanno utilizzato la nebulosa come punto di riferimento per calibrare le osservazioni di altre fonti di radiazioni nel cielo. Ma, nel settembre dello scorso anno, Marco Tavani e altri suoi colleghi hanno rilevato un forte bagliore di raggi gamma con il satellite AGILE dell’Agenzia Spaziale Italiana. I raggi sono stati probabilmente emanati dalla Nebulosa del Granchio. I ricercatori fanno notare che questa recrudescenza delle attività dei raggi gamma rispecchiano un altro notevole, anche se ancora inspiegabile fascio di raggi gamma dalla Nebulosa del Granchio, che è stato rilevato da AGILE nell’ottobre del 2007.

Durante ciascuna di queste emissioni, non ci sono stati segni di variazione della pulsar che alimenta la nebulosa. Quindi, sembra che entrambi i due fenomeni siano stati causati dalle emissioni della nebulosa stessa. Alla luce dei risultati, i ricercatori propongono che una o due emissioni forti di raggi gamma si verifichino nella Nebulosa del Granchio ogni anno.

In un rapporto separato del settembre 2010, A. Abdo e altri colleghi, hanno parlato di un’emissione di raggi gamma che si è verificata nel febbraio 2009, prima che il satellite AGILE rivolgesse la sua attenzione alla nebulosa, con a bordo il Large Area Telescope, il Fermi Gamma-ray Space Telescope. Durante quel febbraio il flusso di raggi gamma è aumentato di un fattore quattro, dicono. A causa della breve durata dell’emissione, Abdo e colleghi suggeriscono che i raggi gamma siano emessi da una radiazione di sincrotrone, prodotta da particelle di altissima energia che può eventualmente essere associata ad una sorgente discreta astronomico.

Fonte: http://gaianews.it/

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