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Wednesday, January 12, 2011

Nespoli: Italia come sei grande vista dallo spazio

MIlano vista dallo spazio

MIlano vista dallo spazio

L'astronauta sulla Stazione Internazionale "Ecco le mie cartoline da 400 km d'altezza"

ANTONIO LO CAMPO

Quella che vi raccontiamo è un’ e-mail davvero molto speciale. Anzi, spaziale. Da quando inizia la risposta alla prima domanda, fino al termine dell’ultima, il nostro interlocutore davvero speciale ha effettuato circa un terzo del giro dell’ intero globo terrestre. Le risposte ci sono giunte dalla ISS, sigla della Stazione Spaziale Internazionale, l’avamposto pesante quasi 400 tonnellate, che 16 nazioni, Italia compresa, hanno costruito a circa 400 chilometri dalla Terra.

Ed è da quella quota, e alla velocità «orbitale» di 28.000 chilometri orari, che Paolo Nespoli, astronauta italiano dell' ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, che i suoi tanti impegni di lavoro, lassù, sulla «grande casa comune dello spazio» assieme ai suoi cinque compagni di missione, ci ha risposto.

Che emozioni dà vedere l’Italia da lassù?
«Noi italiani siamo particolarmente fortunati, in quanto la nostra penisola è chiaramente visibile e localizzabile dallo spazio, e poi si trova ad una latitudine ed in una posizione tale per cui spesso la si attraversa da nord a sud. Un po’ come se la stazione spaziale seguisse l’Autostrada del Sole. E meno male che non paghiamo il pedaggio!»

Una postazione ottimale per scattare le foto è la «cupola belvedere», la struttura dotata di sette vetri costruita a Torino da Thales Alenia Space Italia. Com’è il panorama da quella postazione?
«Andare nella cupola spaziale, aprire le finestre e stare a guardare con il naso all’ingiù (in pratica, in posizione capovolta della stazione, rispetto alla Terra - ndr) è uno dei passatempi preferiti di tutti noi dell’equipaggio e non solo per me. Sono rari i momenti in cui non si senta arrivare da quel punto il “clicchìo” di una macchina fotografica in funzione».

Come sono i colori della Terra dallo spazio?
«Sembra strano, ma mentre di giorno i colori blu dell'oceano e bianco delle nubi la fanno da padrone ed è veramente difficile distinguere i centri abitati, di notte le luci delle città creano una ragnatela luminosa visibilissima che ci fa chiaramente vedere da quassù l’estensione del controllo umano sulla Terra. Uno spettacolo molto bello, che mi fa piacere condividere con tutti attraverso le foto e i "twits" che mando a terra. Un modo per sentirmi vicino a voi, ma anche poter condividere con tutti in un modo inusuale lo splendore del nostro pianeta!»

Come passa il tempo?
«Scorre via veloce, proprio come le orbite che compiamo attorno alla Terra, una ogni 90 minuti. E, proprio come sulla Terra, il tempo passa veloce anche per l'intensa attività che svolgiamo».

Come ha reagito il fisico alla permanenza in orbita, in assenza di peso?
«Anche se nel dettaglio ogni astronauta vive questa nuova situazione in modo diverso, le prime due settimane mi hanno fatto sentire come se avessi fatto un triplo viaggio intercontinentale, ovvero in uno stato generale di disagio, che mentre da un lato non ti impedisce di svolgere regolarmente tutte le tue funzioni, dall’altro mi ha fornito un senso di difficoltà, con l’impressione di essere nel posto sbagliato e fare cose sbagliate».

Quali sono le maggiori sensazioni di stranezza?
«Per esempio dormire o mangiare in orari anomali….Ma passata questa prima fase, mi sono abituato e il mio corpo "ha preso il ritmo" imparando anche come muoversi e vivere in questo nuovo ambiente dove le regole "normali" non funzionano più. E nonostante qualche tentativo maldestro,è divertente imparare a muoversi in microgravità, scoprire il piacere di galleggiare e muoversi. Naturalmente non siamo qui principalmente per divertirci, e uno dei compiti principali delle prime due settimaneè imparare ad organizzarti in modo da poter eseguire le attività giornaliere pianificate dai vari centri di controllo nel miglior modo possibile. Sembra facile ma vi assicuro che non lo è!».

Come si svolge una tipica giornata sulla stazione spaziale?
Il nostro orologio è sincronizzato sull'ora di Londra, cioè sul tempo universale di Greenwich. Di solito la sveglia è alle 06:00. Poi, colazione e preparazione alla giornata fino alle 07:45, e conferenza mattutina con i vari centri di controllo di terra. La giornata lavorativa inizia alle 08:10, con una pausa pranzo dalle 13 alle 14, e attività pomeridiane fino alle 19:10.

E quando si può dire conclusa una giornata?
«Il lavoro si chiude ufficialmente alle 19:30, dopo la conferenza serale con i centri di controllo. Abbiamo circa 2 ore per cena e poi attività sociali-personali prima di andare a letto alle 22:00. Durante le ore lavorative seguiamo una tabella di attività che viene preparata di volta in volta dai pianificatori a terra. Si fanno attività tecniche per mantenere in funzionamento la stazione spaziale, ma anche esperimenti scientifici oppure attività educative o di pubbliche relazioni. Nella giornata lavorativa sono anche incluse due ore e mezza di attività fisica per stimolare l’apparato cardiovascolare e l’apparato muscolo-scheletale, per combattere il deterioramento che avviene in condizioni di microgravità».

Fonte: http://www3.lastampa.it/

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