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Wednesday, March 16, 2011

Il solare spacca viale dell’Astronomia

I piccoli contro il decreto Romani, i grandi e Marcegaglia a favore

«Un effetto catastrofico. Il decreto sulle fonti rinnovabili rischia di produrre, in assenza di correttivi, un effetto catastrofico. È una vicenda che sta assumendo toni surreali, incredibili. Si interviene su un tasto molto delicato: la certezza del diritto, l’affidabilità dello stato. È stato rimesso in discussione il piano di incentivi approvato sette mesi fa: non sette anni fa, sette mesi. Doveva durare fino al 2013 e le aziende si erano fidate, avevano preso impegni sulla base di un quadro normativo che era stato garantito. Su quelle garanzie le banche avevano erogato i crediti. E ora si azzera tutto? Ma che figura facciamo? ». A parlare non è un militante di Greenpeace o un fanatico delle energie rinnovabili, ma Samuele Gattegno, vicepresidente di Confindustria.
Da parte sua arriva un duro e inaspettato attacco all’operato del governo, per lo più sferrato dalle pagine di Repubblica (giornale edito da Carlo De Benedetti, che è anche proprietario di Sorgenia, azienda che investe nella green economy). Inaspettato perché nei giorni scorsi l’associazione guidata da Emma Marcegaglia ha più di una volta mostrato tutta la propria soddisfazione per l’operato del ministro Romani.
L’intervista infatti ha provocato una discreta maretta nelle stanze di viale dell’Astronomia, tanto che nel pomeriggio Gattegno è stato costretto a fare una mezza marcia indietro: ha confermato tutte le sue critiche ma le ha derubricate a «considerazioni di carattere esclusivamente personale e imprenditoriale, non avendo peraltro delega in materia». E se non bastasse: «Le mie parole non interpretano in alcun modo la posizione ufficiale di Confindustria». La differenza di vedute tra la Marcegaglia e il suo vice non è però frutto di un semplice equivoco. Anzi. È solo la prima crepa di una profonda spaccatura fra gli associati, che peraltro si sta sempre più allargando. Da una parte ci sono i piccoli imprenditori che solidarizzano e non poco con i colleghi del fotovoltaico, massacrati dal provvedimento governativo. Dall’altra i grandi gruppi energivori e ovviamente l’Enel, che hanno portato la Marcegaglia su posizioni filonucleariste e poco rinnovabili. Posizioni però abbastanza impopolari nella pancia della sua organizzazione.
Due esempi su tutti: gli industriali foggiani hanno aderito alla manifestazione pro-rinnovabili perché la green economy è troppo importante per lo sviluppo della provincia pugliese; il presidente regionale umbro Bernardini, rivela Mf, ha scritto ai vertici di viale Astronomia esprimendo tutto il suo sconcerto.
Una Confindustria divisa però fa il gioco del governo, che anche ieri ha sostanzialmente rinviato la questione a data da destinarsi. A intervenire è stato il presidente del consiglio in persona che ha cercato di tranquillizzare un settore in completo subbuglio, senza però raggiungere l’effetto sperato. Perché Berlusconi non ha potuto che confermare i due punti dolenti per gli imprenditori del fotovoltaico: il taglio degli incentivi e il prolungamento dell’incertezza normativa ancora per qualche settimana.
Così però palazzo Chigi mostra di non essere molto sensibile ai richiami del Quirinale. Nello scorso weekend, infatti, il presidente Napolitano ha firmato il tanto contestato decreto legislativo, tuttavia lo ha rispedito al premier accompagnandolo con una serie di critiche e osservazioni volte a migliorare il testo, soprattutto per quella parte che mette in difficoltà un settore vitale per la crescita economica di alcune zone del Mezzogiorno.
Intanto, ieri ha fatto registrare un grande successo la manifestazione organizzata dalle associazioni delle energie alternative per sensibilizzare giornalisti e cittadini. In duemila si sono precipitati al teatro Quirino di Roma, molti dei quali costretti a rimanere fuori per il tutto esaurito. Così come sono stati 22 mila gli spettatori unici a seguire la diretta in streaming via internet.
Senza considerare le 45mila email di protesta raccolte e inviate al governo e gli ottomila sostenitori su Facebook. Ad ascoltare le richieste di questo popolo delle rinnovabili, tanti politici ma tutti del centrosinistra: il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, insieme a Dario Franceschini, ai parlamentari Ermete Realacci, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. Ma anche Angelo Bonelli dei Verdi e Grazia Francescato di Sel. A non voler ascoltare è, invece, il governo, visto che nessuna delle associazioni di categoria presente all’incontro è stata, per ora, invitata all’incontro del 15 marzo prossimo col ministro dello sviluppo economico.
Gianni Del Vecchio

Fonte: http://www.europaquotidiano.it/

Commento di Oliviero Mannucci: La solita Repubblica delle Banane!!!!! Altro che festeggiamenti per i 150 anni, ma de che ????

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