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Sunday, March 20, 2011

WikiLeaks e Internet concorrono per il Nobel

La commissione del premio Nobel ha annunciato che WikiLeaks, fondato da Julian Assange, e Internet concorreranno alla selezione finale per assegnare il Nobel per la Pace

Nell’anno in cui prima i cablo della diplomazia finiti su WikiLeaks poi i social network (Facebook e Twitter) innescano le proteste del Nord Africa (portando alla fine di due decennali regimi in Egitto e Tunisia, e la Libia alla soglia della guerra civile), Internet ritorna in prima pagina. La commissione del premio Nobel ha annunciato che WikiLeaks, fondato da Julian Assange, e Internet concorreranno alla selezione finale per l’assegno del Nobel per la Pace.

Non sarà una sfida facile perché i candidati si preannunciano 241 (di cui 53 organizzazioni), quattro in più rispetto ai 237 del 2010. Però il ruolo della comunità digitale nelle rivolte del Medio Oriente è ormai assodato, visto che tutti i regimi, messi alle strette, hanno cercato di “spegnere” Internet e zittire le voci dissidenti dei social media e blogosfera nel cyber-spazio.

In particolare in Egitto hanno avuto un ruolo: i numeri messi a disposizione da Google; Speak2Tweet, un servizio, sviluppato insieme a Google, per registrare e ascoltare i messaggi vocali inviati via telefono a Twitter; le connessioni cifrate attraverso il software di anonimizzazione Tor; il programma per creare siti web, forum, blog e portali, al di fuori del web, che si diffonde in peer to peer (p2p) e si duplica nel Pc di ogni singolo nodo collegato; i sistemi di Google e Harvard per denunciare la censura nel mondo.

Se vinceranno il Nobel per la Pace WikiLeaks o Internet, in entrambi i casi a vincere saranno le community online che animano la Rete da sempre, con passione e con “intelligenza connettiva“. Come ha detto Hillary Clinton, segretario di Stato Usa, ormai una parte delle diplomazia fra Stati passa dalla Rete e la difesa dei cyber-diritti è imprescindibile come la tutela della libertà d’espressione.

Visita: http://freeassange.org

Fonte: http://www.itespresso.it/

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