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Saturday, December 3, 2011

Incidente nucleare di Fukushima: gli addetti ai lavori raccontano il giorno del disastro


Le lampade che oscillano violentemente, la luce che va via; poi il panico per l’arrivo dello tsunami e molti che si chiedono se valesse la pena di restare li’ a rischiare la vita; qualcuno si butta in ginocchio supplicando gli altri di restare: i racconti dei minuti di disperazione fra gli addetti alla centrale giapponese di Fukushima l’11 marzo scorso, quando l’impianto fu colpito dal terremoto magnitudo 9 e poi dallo tsunami, sono stati pubblicati dalla compagnia gestrice, la Tepco. “Mi sono reso conto che uno tsunami aveva colpito il sito – racconta durante un’audizione uno dei capi degli operatori che si trovava in quel momento nella sala di controllo della centrale – nel momento in cui uno degli addetti si e’ precipitato nella sala urlando ‘dell’acqua marina sta arrivando!‘”. Poi salta l’elettricità: “Ero completamente perso”, confessa. “Altri addetti avevano il viso pieno d’ansia. Si sono messi a discutere e uno di loro ha chiesto: ‘C’e’ anche una sola ragione per restare qui, considerando che non c’e’ niente che possiamo fare per controllare i reattori?‘”. A quel punto, racconta il dirigente, “mi sono inchinato, supplicandoli di restare“. Altre testimonianze descrivono i tentativi di allentare la pressione all’interno reattore aprendo una valvola di ventilazione per evitare una potenziale fusione. ”Abbiamo indossato l’equipaggiamento di protezione, ma non potevano in nessun caso lasciare che fossero i giovani a fare il lavoro” esponendosi, ”dovendoci recare in un punto in cui il livello di radiazione era elevato”, dice un altro addetto. ”Ci sono state numerose scosse di assestamento, e varie volta abbiamo dovuto correre su una collinetta per disperazione con le maschere protettive sul volto per timore di un nuovo tsunami”, racconta un altro.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

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