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Sunday, January 1, 2012

2011: odissea nello spazio (per Usa e Russia)

Il 2011 è stato un anno intenso per lo spazio, fra grandi successi, clamorosi fallimenti e l'entrata in scena di nuovi poderosi esordienti. India e Brasile in testa, ma non solo, se si pensa che anche la Nigeria ha lanciato un suo satellite, per uso civile, proprio quest'anno. Ma soprattutto è stato l'anno della crisi di Nasa e Roscomos, le agenzie spaziali americana e russa, e dell'affermarsi della Cina come potenza spaziale.

L'anno si chiude infatti con una conferenza stampa a Pechino in cui viene ufficialmente dichiarato che portare dei "tachionauti", così si chiamano gli astronauti cinesi, sulla Luna è una «priorità del Partito», una dichiarazione di livello mai raggiuto prima. E non è poco se si pensa che la Cina in pochissimi anni ha spedito in orbita il suo primo astronauta, ha fatto la sua prima passeggiata spaziale e effettuato positivamente il primo "attracco" in orbita di due moduli della sua propria Stazione spaziale, il Palazzo Celeste.

La crisi Usa è culturale e di progetto: basta concentrarsi sui razzi vettori e altro che possono essere sviluppati dall'industria privata, la Nasa si deve concentrare sulla ricerca! La risposta, e un bel fiume di dollari, non si fa attendere e le varie compagnie si gettano a pesce in questo importante business. Vedremo il prossimo anno i primi frutti con l'attracco di una capsula "privata" alla Stazione Spaziale Internazionale.

Quella russa è invece crisi difficile e profonda. Anche se, fortunatamente, la Russia chiude l'anno con il lancio perfetto dei satelliti per comunicazione Globalstar lo scorso mercoledì, in 13 mesi sono stati collezionati ben 7 fallimenti, un paio gravissimi anche dal punto di vista economico: la perdita dei satelliti Express EM4, per comunicazioni, e Phobos Grunt, per una missione sulla luna di Marte, Phobos appunto. Complessivamente sono 500 milioni di dollari persi, due direttori generali licenziati in tronco, uno sotto processo e minacce di punizioni «alla staliniana». Non proprio fringe benefits, insomma.

Fallisce anche l'Iran, che ha ora razzi vettori capaci di grandi distanze, in un sedicente esperimento per la messa in orbita di una scimmia. La povera bestia ovviamente muore, ma quel che preoccupa è che sembra tanto un esperimento per missili balistici intercontinentali.

L'uscita di scena dello Space Shuttle con il volo STS 134, dopo decenni di onorato servizio, lascia un po' l'amaro in bocca anche a chi aveva, non senza ragione, sempre criticato il mezzo che doveva essere riusabile e a basso costo e che è costato invece una fortuna e ha compiuto molte meno missioni di quanto si fosse preventivato all'epoca di Ronald Reagan.

Gioie e dolori anche per i privati, che vogliono portare passeggeri più o meno avventurosi e danarosi in volo suborbitale: su su fino a un paio di centinaio di chilometri e poi giù a capofitto, una novantina di minuti a circa 20mila euro, si pensa. Un volo di test fallisce, quello della Società di Bezos, il pioniere di Amazon, mentre Virgin Galactic sembra andare meglio. Anche lì comunque se son rose le vedremo spuntare nel 2012 almeno.

Finisce l'anno ma il prossimo appuntamento per lo spazio è per il 14 gennaio, circa. Cadrà, secondo i primi calcoli, Phobos Grunt, quasi 15 tonnellate di metallo e soprattutto gas, idrazina, velenoso. Nessuna paura, assicurano gli specialisti. A terra arriverà solo il metallo. Meno male…

Leopoldo Benacchio /http://www.ilsole24ore.com

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