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Monday, January 2, 2012

Einstein e gli ufo...


Una cosa è dire che altre forme di vita possano esistere, cosa probabile, un'altra è affermare che riescono con macchine volanti ad arrivare fin qui... Le grandi distanze rappresentano il vero problema di incontro, se è vero che la velocità della luce è per tutto l'universo un limite invalicabile secondo la teoria della relatività di Einstein. Ma lo stesso Einstein ci fornisce una soluzione al problema...

Domenica, 1 gennaio 2012 - 17:55:31

di Vittorio Paola

Roswell è una tranquilla cittadina, a 300 Km a sud-est da Albuquerque nel Nuovo Messico, dove vivono circa 45000 persone. In questo luogo pressochè sconosciuto, il 3 di luglio del 1947 accadde uno degli episodi più controversi e ancora oggi dibattuto, nella storia della casistica ufologica mondiale. Era una splendida mattina di sole quando William Ware Mac Brazel proprietario di un Ranch situato a circa 100 Km a Sud-Ovest dalla città, udì un rumore cupo simile ad un sibilo, vide un bagliore strano e subito dopo uno schianto. Spaventato uscì allo scoperto e si diresse verso il presunto luogo da cui originava il rumore ma durante la strada notò sparsi sul terreno di sua proprietà una moltitudine di resti metallici luccicanti al sole estivo. Insospettito e consapevole di trovarsi davanti ad un fatto insolito decise di chiamare lo sceriffo della contea. Così inizio la storia di Roswell, piena di contraddizioni di verità false e nascoste. Lo stesso Ufficio Governativo, che in un primo momento parlò, per bocca di alcuni funzionari intervenuti sul posto, di resti di un veicolo sconosciuto e di rinvenimento di corpi senza vita di natura non umana e di probabile origine aliena, poche ore dopo smentì tutto affermando che si trattava della caduta di un pallone sonda precipitato durante un esperimento segreto; fu subito proclamato lo stato di allerta per motivi di Sicurezza Nazionale, la zona fu circondata e su tutto cadde il silenzio delle autorità, ma il fenomeno mediatico era appena iniziato ed ancora oggi non si è concluso di parlarne.


Il fenomeno UFO sembra posto all'attezione di tutti ed è facile incontrare persone che sono disposte a raccontarte esperienze di contatto ed alcune di esse addirittura, sostengono di essere state rapite per esperimenti e condotte su astronavi aliene o di parlare con qualcuno di loro. Il fenomeno certamente è presente, almeno a livello mediatico: qualunque motore di ricerca su internet produce milioni di pagine con il termine UFO con riferimenti a cospirazioni governative, occultamenti e verità nascose, foto e filmati si sprecano. Ma quali sono le basi scientifiche del fenomento ? Procediamo con ordine.

L'uomo è stato sulla luna, ha inviato sonde evolute su marte consentendone una esplorazione quasi completa. Sono state lanciate sonde che ancora oggi viaggiano nello spazio profondo e sono già arrivate ai confini del nostro sistema solare, come le sonde Voyager uno e due, lanciate dalla Nasa nel lontano1977 e che hanno già percorso più di 17 miliardi di chilometri e scattato milioni di fotografia inviando una enorme mole di dati sul nostro sistema solare, ma di vita aliena nessuna traccia, al netto di eventuali occultamenti della verità e complotti vari.

Alcune considerazioni rispetto a queste attività vanno subito fatte perchè molti scienziati tendono a non escludere la possibilità, su base statistica, della presenza di altre civiltà, più o meno evolute, nella nostra o altre galassie: per dirla con il pensiero di Einstein, “se non ci fossero altre vite nell'universo sarebbe solo un grande spreco di spazio”. Davvero sarebbe in qualche modo “presuntuoso” pensare che in una distesa di spazio praticamente infinita e multidimensionale, la terra sia l'unico pianeta dove la vita abbia trovato le giuste condizioni per attecchire ed evolversi. Ma una cosa è dire che altre forme di vita possano esistere, cosa probabile, un'altra è affermare che riescono con macchine volanti ad arrivare fin qui fino a farsi notare nei nostri cieli.

Volendo essere pragmatici, facciamo due conti per capire: le sonde voyager rappresentano oggi l'oggetto più lontano nello spazio che l'uomo abbia mai saputo costruire e siamo solo ad “appena” 17 miliardi di chilometri, altresì il campo di osservazione con sistemi ottici (telescopi) o con sistemi di ascolto (radiotelescopi) o con sistemi ottici multibanda (scansione spettrografica) è confinato alla nostra galassia con un potere di risoluzione elevato.

Parliamo di distanze, la via lattea all'interno della quale il nostro sistema solare occupa un microscopico spazio, misura circa 100.000 anni luce di diametro avendo struttura spiralata discoidale, e uno spessore medio pari a 1000 anni luce e contiene circa (stimate) 200 miliardi di stelle di varia classe e grandezze. Vuol dire che una ipotetica civiltà aliena collocata diciamo a metà della galassia impiegherebbe circa 50.000 anni viaggiando alla velocità della luce, per giungere a noi in forma concreta, cioè con astronavi o i cosidetti dischi volanti. Qualche attento lettore potrebbe obiettare, affermando che questo è vero analizzando la questione con le nostre regole di fisica e matematica, di costruzione e con la nostra tecnologia: vero, assolutamente vero, infatti potrebbe anche essere che, queste civiltà siano molto più evolute e abbiano raggiunto traguardi tecnologici avanzati per i viaggi interstellari, oppure magari le regole del nostro sistema solare non sono uguali per tutti i sistemi e quindi queste entità con le loro astronavi possono viaggiare a velocità iperluce e l'inerzia o l'accellerazione che ne deriva, che distruggerebbe il corpo di qualunque essere umano, risulta compatibile con la fisiologia di queste creature aliene.

Di storie sul web se ne raccontano davvero tante, ma le credenze, per una verità obiettiva sia pur aperta a possibili alternative, devono essere scremate da sensazionalismi o desideri inconsci. Il vero problema, dunque, non è pensare che possano esistere altre forme di vita nell'infinito spazio, il che probabilmente è persino vero, ma la diffidenza deve essere riposta sul fatto che rappresentanti di queste civiltà possano giungere fino a noi utilizzando una qualche tecnologia a noi sconosciuta, anche se questo probabilmente è anche verosimile.

Le grandi distanze rappresentano il vero problema di incontro se, e dico se, è vero che la velocità della luce è per tutto l'universo un limite invalicabile secondo la teoria della relatività di A. Einstein. Ma lo stesso Einstein ci fornisce una soluzione al problema con i suoi studi, dimostrando che l'intero universo è poggiato su una "rete" quadridimensionale in lunghezza, larghezza, profondità e tempo e questo vale per ogni angolo dell'universo noto se osservato dal nostro punto di vista o meglio dentro il nostro sistema inerziale. In sintesi questo vuol dire che possedendo sufficiente energia ed una adeguata base tecnologica è possibile costruire dei motori interstellari che riescono a viaggiare in un sistema quadridimensionale come l'universo, "piegando o curvando" il tempo e lo spazio facendo si che distanze enormi, anche nell'ordine di milioni di anni luce, possano essere percorse in un tempo incredibilmente ridotto: se il punto A (pianeta terra) dista in linea retta dal punto B (pianeta alieno), 100.000 anni luce, piegando la curva spazio tempo su se stessa, facendo in modo che i punti A e B siano quasi coincidenti, il tempo per raggiungere A da B e viceversa sarebbe ridotto in funzione della curvatura raggiunta ed in ogni caso renderebbe possibili i viaggi interstellari anche a velocità subluce.

La fantascienza è piena di riferimenti a questa tecnologia come ad esempio i motori a curvatura della astronave Enterprise sulla serie Star Trek. A tal proposito vorrei segnalare due libri interessanti: di Amir D. Aczel "l'equazione di Dio" casa editrice Net e di Lawrence M. Krauss "la fisica di Star Trek" casa editrice T EA. Il primo libro affronta la teoria della relatività di Einstein in relazione all'universo, alla sua espansione e modellazione e discute le basi teoriche degli spostamenti interstellari. Il secondo libro, invece, descrive interessanti scenari che eminenti scenziati hanno esplorato per scrivere in modo verosimile i film di Star Trek e dei viaggi della astronave enterprise alla ricerca dei nuovi mondi. Concludo dicendo che molto spesso la fantascienza è un precursore ed un prototipo della realtà come la storia ci ha più volte dimostrato e Einstein con le sue teorie ha prodotto la possibilità concreta di pensare che alieni di altri mondi possano raggiungerci, ma forse lo stesso Albert era uno di loro.


Fonte: http://affaritaliani.libero.it


Commento di Oliviero Mannucci: Quando stava per essere inaugurata la prima linea ferroviaria nel XIX secolo, i dottori di allora sostenevano che l'uomo avrebbe subito seri danni fisiologici al momento di superare i 50 km/h. Oggi ci sono treni che viaggiano a 500 km/h e niente di tutto questo accade ( a meno che non ci sia un incidente) . I limiti che ci poniamo spesso, stanno solo nella nostra mente! L'universo multidimensionale è ricco di vita più o meno intelligente, come sulla Terra ci sono forme di vita più o meno intelligenti! Ma noi spesso non abbiamo ancora la capacità di vederla. Il grande merito che viene attribuito a Galileo Galilei è stato quello di saper interpretare correttamente quello che vedeva attraverso i suoi telescopi, grazie a questa sua capacità capì che la Luna era piena di crateri, che i satelliti di Giove ruotavano intorno ad esso, le macchie solari, etc etc. Oggi nonostante una casistica ufologica ricca di avvistamenti che non hanno ricevuto una spiegazione condivisibile, fatta da personale specializzato come piloti militari ed astronauti, e quindi non solo da gente comune, la scienza continua a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e anon voler guardare in faccia la realtà. La Terra è visitata dagli ET da migliaia di anni, non da ieri, ma lo scienziato medio si comporta come chi non voleva mettere l'occhio nei telescopi di Galileo dicendo che erano strumenti del diavolo. Ma per fortuna alcuni scienziati dalla mente più aperta, come l'astrofisico di Orsay, dott. Labeque nel congresso mondiale del SETI del 2008 al palazzo dell'Unesco di Parigi ha detto a proposito degli alieni: "SOMETHING IS HERE" citando un famoso caso di avvistamento fatto da sei ufficiali dell'USAF nel 1957. Chi vivrà vedrà!

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