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Tuesday, February 7, 2012

Con Vega l'Italia conquista l'autonomia nello spazio

Lares. Il razzo Vega porterà in orbita il satellite Lares dell'Agenzia spaziale italiana: si tratta di una palla di metallo ricoperta di speciali specchietti su cui verranno sparati da terra raggi laser per misurarne la posizione con precisione e poter studiare così un effetto della rotazione terrestre

Guarda il video delle prove generali

Vega parte il 13 febbraio da Kourou, la base di lancio nella Guyana Francese. È il nuovissimo razzo vettore europeo che compie il suo primo volo di 'qualifica', una specie di collaudo finale. Oltre a provare sé stesso, e tutto il sistema di lancio e controllo, porta in orbita Lares, un satellite della nostra Agenzia Spaziale e altri sei mini satelliti, grandi come una scatola da scarpe, di università italiane e europee. Vega è alto 30 metri, ha quattro stadi, di cui i primi tre a combustibile solido e il quarto a liquido, un composto dell'idrazina. Base di lancio, vettore, controllo: tutto europeo, dell'Agenzia Spaziale Esa, ma Vega è molto, molto italiano e non solo per il finanziamento di 500 milioni di euro sui 700 complessivi di costo.

Parecchi soldi sborsati dal nostro Paese in undici anni, che sono però tornati ampiamente sotto forma di contratti e know how acquisito dalle nostre aziende. Tutto questo perché Vega nasce da un'idea italiana, fortemente voluto dall'Agenzia Spaziale che ha formato una società mista (Elv), di cui detiene il 30 per cento. Un'idea che corona quel Piano Spaziale Nazionale che il padre della nostra astronautica, Luigi Broglio, delineò nei primi anni '60 del secolo scorso.
Al lancio pesa 138 tonnellate, è quindi di media dimensione, e può portare uno o più satelliti, fino a 1,5 tonnellate in tutto, in orbite fra i 400 e i 700 chilometri. Apre all'Europa questa fetta di mercato, remunerativa, ma soprattutto la rende autonoma come disponibilità di lanciatori, dato che si affianca alla Soyuz russa, buona per carichi e distanze medie, tipicamente otto tonnellate da portare su e giù dalla Stazione Spaziale Internazionale, e il pezzo grosso del vecchio continente, l'Ariane 5, capace di portare fino a 21 tonnellate e arrivare alle orbite geostazionarie a 36mila chilometri di altezza, indispensabile per i satelliti di comunicazioni e sorveglianza.

Per i satelliti trasportati Lares (Laser Relativity Satellite) è una palla di metallo, completamente passiva, ricoperta di speciali specchietti su cui verranno sparati da terra raggi laser per misurarne la posizione con precisione e poter studiare così un effetto della rotazione terrestre. Gli altri minisatelliti verranno rilasciati uno a uno grazie alla manovrabilità dell'ultimo stadio a combustibile liquido.
Vega è un sistema complesso, con computer di bordo e software di navigazione che è la parte vitale in un lancio multiplo come questo. Per stavolta sarà quello francese, collaudatissimo, di Ariane ma dalla prossima Vega userà il software italiano, di ultima generazione, pare ancora migliore.
Il prime contractor del progetto europeo è la Elv, in cui l'italiana Avio è socio di maggioranza. Vitrociset, Cira, Cgs, Selex Galileo e Telespazio sono le altre industrie italiane che hanno giocato un ruolo fondamentale lavorando in un pool di oltre 40 ditte europee. Lancio, costruzione e controllo di satelliti, segmento di ricezione e analisi dati: con Vega oltre all'Europa anche l'Italia è ora del tutto autonoma in campo spaziale. (le.b.)

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

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