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Tuesday, February 14, 2012

Robot come guardie carcerarie in Corea sorveglianza hi-tech

Seul lancia la sperimentazione delle sentinelle androidi da marzo: alti un metro e mezzo, peso di 70 chili, mobilità su quattro ruote. Grazie ai sensori possono individuare nei prigionieri quei comportamenti anomali, autolesionisti o violenti. "Non è un giro di vite, sono degli aiutanti" di LUDOVICA AMOROSO / LE FOTO 1


CI SIAMO. E' questa l'era dei droidi. Dalla difesa al commercio, sempre più spesso sofisticati automi di vario genere vengono creati per essere inseriti nella vita quotidiana e prendere il posto degli umani. E dalla Corea del Sud arriva un'ulteriore significativa notizia nella sperimentazione robotica: si tratta di sentinelle hi-tech, un progetto che partirà a marzo- per la durata di un mese- per quelle che a tutti gli effetti verranno considerate le prigioni del futuro. Occhi grandi, un simpatico sorriso stampato, ma soprattutto capace di parlare. Non c'è nulla d'inquietante nell'aspetto di questi secondini-robot. Il tutto per un'altezza di un metro e mezzo, 70 kg di peso, sebbene ancora su quattro ruote. Le tre insolite sentinelle del progetto pilota- in questo numero solo per la prima fase- inizieranno i loro turni nel penitenziario di Pohang, a sud est di Seul, nell'Est del Paese. L'obiettivo sarà generare un concreto aiuto per le guardie del carcere, evitando il lavoro più duro, come i turni intensivi soprattutto di notte.

Questione di sensori. A metà tra Casper, il celebre fantasmino della Famous Studio e Wall-e, il cartone animato della Pixar, i secondini-robot avranno il compito di stabilire una comunicazione a distanza tra detenuti e agenti penitenziari, grazie ad un sistema radio. Un costante rapporto via wireless, insomma, di massima precisione, per via di particolari sensori elettronici di cui sono stati dotati, proprio per individuare nei prigionieri quei comportamenti anomali, autolesionisti o violenti, segnalandoli di conseguenza agli agenti di permanenza. E se l'esperimento dovesse dare risultati positivi, presto i robot aumenteranno di numero, insinuandosi anche nelle altre carceri del Paese.

Obiettivo: sorpassare il Giappone. Il progetto fa parte dell'enorme investimento che la Corea del Sud sta già da tempo sostenendo per primeggiare nel settore e superare le acquisizioni tecnico-scientifiche raggiunte fino ad oggi dal suo più grande rivale: il Giappone. Basti pensare che negli ultimi due anni, stando ai dati pubblicati dall'agenzia sudcoreana Yonhap ad ottobre del 2011, il mercato della sperimentazione robotica è aumentato del 75%. Il Paese ha, infatti, investito in tutti i settori della vita dei suoi connazionali. Un esempio tra tanti: lo scorso anno avevamo assistito all'inserimento di docenti d'inglese robotizzati nelle scuole medie di Daegu, vicino Seul. Oggi è il turno degli automi carcerari. L'idea è stata realizzata dall' “Asian Forum For Corrections”, un gruppo di ricercatori specializzato in criminalità e politiche carcerarie, con il supporto del Ministero della Giustizia e del Ministero dell'Economia e Conoscenza, che hanno stanziato circa 674 mila euro (più o meno un miliardo di won) per vedere la nascita di questi robot.

Quanti dubbi. Ci sono, e non non sono roba da poco. Dalle accuse di spersonalizzazione dei rapporti umani all'interno dei penitenziari, a previsioni di scenari ancora più terrorizzanti: una materializzazione di Robocop o Terminator, per intenderci. Ci si chiede in questo caso se i droidi arriveranno a prendere il posto degli umani nelle carceri. Per tutta risposta gli esperti vociferano: “Se i costi per la loro progettazione dovessero scendere, il governo potrebbe optare per questa soluzione”. Ma al di là del cattive interpretazioni, ha spiegato il professor Lee Baik-Chul dell'Università di Kyonggi (Seul), che ha diretto la sperimentazione, questi automi sono programmati per essere più accoglienti e gentili rispetto ai loro colleghi umani. Ed in una dichiarazione al Wall Street Journal, ha rassicurato i detenuti per quanto riguarda l'uso di armi o altri comportamenti lesivi: “I robot non sono sterminatori. Il loro lavoro non è il giro di vite sui prigionieri violenti. Sono degli aiutanti. Quando un recluso si trova in pericolo di vita o è gravemente ammalato, può essere soccorso più velocemente”. Sarà vero? Lo scorso agosto la stampa sudcoreana diffuse la notizia della comparsa nei negozi dei primi robot commessi prodotti dalla società Showbo: una gara in termini economici rivolta principalmente al Giappone che aveva investito, qualche tempo prima, nello stesso progetto ma ad un costo dieci volte superiore. La Corea del Sud realizzava così lo stesso “androide” del rivale: in tailleur e caschetto nero, disponibile in due versioni, una per interni e una per esterni, con la capacità di interloquire con i clienti, spiegando loro le offerte e descrivendo i prodotti presenti.

La sfida per il futuro. Si parla già dello sviluppo di droidi da utilizzare come badanti per gli anziani o come assistenti personali. Ma la novità più straordinaria sarà realizzata a breve. Per celebrare l'enorme successo in termine di innovazione e sperimentazione robotica, il Paese darà luogo all'apertura, nell'aprile del 2014, di un parco a tema, ‘Robot Land’, il primo al mondo, nei pressi della città Nord-occidentale di Incheon. Si tratterà di un centro multifunzionale dedicato all'educazione e alla ricerca tecnologica, realizzato soprattutto grazie al sostegno economico di aziende private, per un costo totale di 784.5 miliardi di won , circa 530 milioni di euro. Come concordato con il Ministero dell'Educazione coreano, il complesso vedrà la presenza di 340 robot, di un centro di ricerca e di una scuola di specializzazione: generando 19 mila nuovi posti di lavoro. Un ulteriore enorme giro d'affari, insomma, per la Corea del Sud: un luogo, Robot Land, che, come stima lo stesso sito in costruzione, potrebbe attirare 2,8 milioni di visitatori l'anno. Per chi volesse farsi un'idea, basta cliccare qui 2.

Fonte: http://www.repubblica.it


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