La Nasa alle prese con il riciclo spaziale
Trasformare il pattume in mattonelle anti radiazioni è il primo passo per le astronavi a rifuti zero
I rifiuti spaziali andranno nel secchio della plastica, della carta o
del vetro? La domanda non è oziosa ed è esattamente ciò che si stanno
chiedendo i ricercatori del Nasa Ames Research Center della California.
Il problema del pattume infatti non riguarda solo noi
terrestri. I vestiti rovinati, le bottiglie e gli scarti di carta pesano come macigni nella
gestione quotidiana di un'astronave o di una stazione spaziale.
Per questo i ricercatori hanno sviluppato un sistema che compatta tutti i
rifiuti creati dagli astronauti e li trasforma in mattonelle rotonde di
circa venti centimetri di diametro che, si ipotizza, potranno essere
usate come scudo anti radiazioni.
Lo scopo è di creare un sistema chiuso in cui tutto il pattume
prodotto in orbita possa essere trasformato o riutilizzato, raggiungendo
magari l'impatto zero. Come osservato nella
pagina di presentazione della ricerca, la
gestione dei rifiuti di bordo è fondamentale per due motivi:
primo, e più ovvio, perché nessuno vorrebbe un'astronave colma di
pattume, secondo, e più importante, perché la conquista di Marte parte
anche da qui. Il tempo di viaggio di due anni necessario per raggiungere
il Pianeta Rosso impone di trovare un sistema per rendere le navicelle
autosufficienti.
Sparare il pattume fuori dalle navi oltre a non essere eticamente accettabile e porterebbe a un pericolosa
contaminazione della Luna o di altri pianeti, un rischio dalle conseguenze sconosciute che sarebbe meglio evitare.
Per ora la ricerca procede a spron battuto, le prima mattonelle sono già state create, ma si sta cercando di rispondere ad
altri due quesiti fondamentali. Non si sa infatti con certezza se
questi oggetti sono esenti da batteri e secondo poi si sta studiando
come recuperare tutta l'acqua dai rifiuti per renderla potabile. Due
sfide davvero spaziali.
Fonte: http://life.wired.it
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