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Monday, April 1, 2013

Alle Hawaii l'esperimento Nasa che simula la cucina su Marte



La riuscita delle prossime missioni su Marte dipenderà anche da cosa gli astronauti troveranno nel menù: un bel piatto di spaghetti alla carbonara o un fresco sushi per tenere unita la squadra e aumentare la produttività. Questo è l'esperimento che si sta preparando all'Hi-seas - Hawaii Space Exploration Analog and Simulation - finanziato dalla Nasa, che a partire dal 15 aprile simulerà in tutto e per tutto le condizioni fisiche e atmosferiche presenti su Marte, in un laboratorio situato in una zona desertica della Grande Isola delle Hawaii.



Uno dei maggiori problemi durante queste missioni a lungo termine, infatti, è proprio che gli astronauti, stanchi del solito cibo, perdono appetito e interesse per l'alimentazione, così una minore produttività e quindi mettendo a rischio la riuscita della missione.
In questi quattro mesi, l'equipaggio, formato da biologi e scienziati che si fingeranno astronauti in missione, metterà a confronto due tipologie di pasti e le strategie per prepararli.
Il primo metodo è simile a quello che gli astronauti in missione utilizzano oggi, ovvero cibi precotti e messi sotto vuoto, ai quali bisogna solo aggiungere acqua o latte caldi. Così con pochi gesti si possono ottenere zuppe o carni semplici da mangiare e che comportano un minimo sforzo per riordinare.




“Questi cibi in realtà sono molto gustosi - racconta il comandante della missione, Angelo Vermeulen, biologo, scienziato e artista – gli astronauti non mangiano più pillole concentrate di nutrimento almeno dagli anni '60. Il problema di questi cibi pronti è che dopo due mesi stancano”.
Il secondo approccio che verrà sperimentato, dunque, sarà proprio quello di organizzare lo spazio e le attrezzature per consentire una vera e propria elaborazione di cibi freschi. Questo è importante perché cucinare i propri pasti li rende più interessanti, ne permette infinite variazioni e, soprattutto, migliora la coesione sociale: si parla di ingredienti e idee e si condivide il risultato del proprio lavoro. “Il cibo è un elemento cruciale per la psicologia della squadra e bisogna trattarlo con molta attenzione: nell'esperimento Mars-500, che prevedeva un isolamento di 500 giorni vicino Mosca – puntualizza il capo missione – il cibo fu uno degli elementi constanti di dialogo”.
Finora questo secondo approccio è stato poco testato per l'impossibilità di cucinare in assenza di gravità, che invece su Marte c'è, e per il maggior fabbisogno di acqua ed energia, elementi preziosi quando si è nello spazio. Quello che l'esperimento vuole provare è se in termini di risultati conviene spendere più risorse per permettere all'equipe, che intanto porterà avanti anche altri tipi di ricerche, di cucinare per mantenere alti umore e spirito. E non sono nemmeno italiani.

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