"Il nucleare ha evitato 2 milioni di morti". "Ok, ma la soluzione è nelle rinnovabili"
Uno studio americano fa il conto delle vittime che si sarebbero con i
combustibili fossili al posto dell'atomo. "Non si può lasciare il
ragionamento a metà: bisogna misurare anche i morti prodotti dall'uso
dell'energia nucleare". La risposta è nell'energia pulita
ROMA - Quanti milioni di morti ci costano i
combustibili fossili? In questi giorni, appena arrivato in pensione dopo
46 anni spesi al vertice del Goddard Institute for Space Studies
della Nasa, James Hansen ha lanciato un'offensiva mirata a mostrare la
dimensione della minaccia prodotta dal carbone e dal petrolio. I
combustibili fossili sostituiti dalle centrali nucleari tra il 1971 e il
2009 - secondo il climatologo - hanno causato la morte di 1 milione
e 840 mila persone. La stima, pubblicata da Hansen e da un altro
ricercatore del Goddard Institute sulla rivista Environmental science and technology,
rappresenta solo un frammento del calcolo di rischio: manca la
valutazione dei danni prodotti dal cambiamento climatico (cioè dalle
emissioni serra, l'altra faccia dell'inquinamento da smog) e manca la
valutazione delle vittime legate all'uso dell'energia nucleare.
"Non
si può lasciare il ragionamento a metà: bisogna misurare anche i morti
prodotti dall'uso dell'energia nucleare", ricorda il presidente della
Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi. "E per farlo non
basta conteggiare le conseguenze dirette dei due incidenti più gravi,
Chernobyl e Fukushima: vanno aggiunti l'incognita scorie e l'effetto
delle piccole dosi di radioattività che comportano un aumento statistico
delle probabilità di ammalarsi di tumore. Probabilità che si prolungano
nel tempo investendo molte generazioni visto che i radionuclidi
rimangono attivi per decine di migliaia di anni".
Dunque
un'analisi parziale, quella di Hansen, ma indicativa. La ricerca è
partita da una stima dell'università di Bath che teneva conto di tutte
le fasi del ciclo produttivo dell'elettricità da fossili: dalle
bronchiti croniche provocate dal lavoro nelle miniere di carbone ai
tumori al polmone per l'inquinamento nelle città. Si è così stabilito
qual è il costo in termini di vite umane di una frazione
dell'inquinamento da combustibili fossili, quella evitata dal nucleare.
E
il totale? "Applicando il calcolo di Hansen al complesso della
produzione elettrica si deduce che nel periodo preso in considerazione i
combustibili fossili sono responsabili di circa 12 milioni di vittime",
precisa Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club. "E'
un danno su cui purtroppo non si può più intervenire, ma si può fare
molto da oggi in poi. Con il nucleare non competitivo anche sul piano
dei costi, visto che per la centrale che dovrebbero fare i francesi in
Gran Bretagna Edf chiede la vendita garantita a prezzi doppi rispetto a
quelli di mercato, e il sequestro della CO2 dagli impianti fossili
ancora in alto mare, la soluzione non può che venire da efficienza e
rinnovabili: solo così si potrà abbattere drasticamente in pochi decenni
l'uso di carbone e petrolio".
Un percorso già cominciato. Nel
2012 in Cina il totale della produzione elettrica da eolico ha superato
il totale della produzione nucleare e, tra gli impianti installati nel
corso dell'anno, il vento ha battuto anche il carbone.
ANTONIO CIANCIULLO
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