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Wednesday, April 17, 2013

USA: VELENI NEI CIELI ITALIANI

- Gianni Lannes -
 
 
Diario di bordo. Non solo terremoti artificiali scatenati per ordine del governo USA, che hanno preso di mira l’Italia, ma su cui incombe un segreto ferreo. Le parole si impigliano nella pagina: sale sempre più la rabbia incontenibile. Con l’aerosolterapia bellica si attenta quotidianamente alla vita di milioni di persone ignare della situazione, grazie alla complicità dello Stato italiano ai massimi vertici, a partire dal presidente della Repubblica uscente, mister Giorgio Napolitano. Per la cronaca: un decennio fa, l’allora primo ministro piduista (tessera numero 1816) Silvio Berlusconi ha firmato senza alcun mandato del popolo sovrano, un accordo con il governo degli Stati Uniti d’America, per una sperimentazione climatica di geo-ingegneria ambientale nel nostro Paese. Le conseguenze sono sotto i nostri occhi e dentro i nostri polmoni, mentre potenti e ricconi acquistano bunker dove rifugiarsi prima della catastrofe finale. Venerdi 12 aprile: sbarco a Messina. Lascio il mar Jonio dilaniato dai giochi di guerra del Patto Atlantico, perfino sulla pericolosa “Scarpata di Malta” (l’area sismica più fragile della Penisola italiana), e proseguo il mio viaggio diretto a Cosenza. L’indomani presenterò il libro TERRA MUTA. 
Attraverso lo Stretto e saluto amici e conoscenti a Reggio Calabria, dove le onde elleniche incontrano e si fondono a quelle latine. Nell’aria danza l’inquietudine dell’impotenza apparente.
 
Italia, anno 2013 – scie chimiche – foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Ore 10 del mattino: il cielo è solcato da una miriade di velivoli militari che diffondono scie di misture chimiche a base del tossico bario. Questi aerei della NATO hanno i trasponder disattivati per non farsi riconoscere e identificare dal sistema radaristico civile. Ma si vedono ad occhio nudo perché volano a non più di 2 mila metri di altitudine, sfiorando lo sguardo anche dei più distratti e perfino dei negazionisti più dementi che forse non hanno più nulla di umano.
 
Italia, anno 2013, scie chimiche – foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 
Qualche giorno fa sul Tirreno cosentino si è arenato un gigantesco capodoglio. L’intensificarsi degli spiaggiamenti di cetacei e tartarughe caretta caretta, come non mai prima,  fa sorgere diversi dubbi. L’esemplare morto sul lido di Cittadella del Capo era lungo 16 metri e pesava circa 20 tonnellate. I biologi marini incaricati dal comune di Bonifati hanno prelevato i tessuti per esaminarli, prima che la carcassa finisse incenerita in un “cancro-valorizzatore” del salernitano. Questo caso non ha precedenti a memoria umana in Calabria. Il caso più eclatante che si rammenti si è consumato nel dicembre dell’anno 2009tra lo Jonio e l’Adriatico. Sulle spiagge del Gargano, esattamente sull’istmo di Varano, andarono a morire ben 7 capodogli in fuga. Gli esami scientifici hanno rivelato, smentendo clamorosamente le menzogne dei soliti esperti accademici e di Stato, che sono deceduti a casa di un’embolia gassosa a livello coronarico. Ergo: sul banco degli imputati ci sono le attività belliche degli anglo-americani. Ne avevo già scritto a suo tempo, sul giornale ITALIA TERRA NOSTRA, con dovizia di prove. In sintesi: nel 2013 in tutta la Calabria si sono già spiaggiati addirittura 20 cetacei. Soltanto tra Amantea e Tortora si sono arenate una decina di tartarughe. Nella stessa zona, lo scorso anno non si è verificato neanche un episodio di questo genere. Nel frattempo, le autorità civili tranquillizzano alla stregua degli ambientalisti locali e nazionali, mentre i militari tacciono. I politicanti, grullini compresi? Non pervenuti. Come sempre.
A mezzogiorno approdo nella città che a buon titolo è definita l’Atene di Calabria. Il cielo è lattiginoso, nonostante un sole folgorante che apre spiragli e barlumi singhiozzanti di energia.
 
Gargano, anno 2009 – capodoglio spiaggiato – foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 
Almeno 4 aerei dell’Alleanza atlantica incrociano l’orizzonte cosentino – in direzione nord-sud – accanendosi a ripetizione proprio sull’ignara città e suoi inconsapevoli abitanti.
Saluto l’amico Walter Pellegrini: un coraggioso editore del Sud. E anche lui alza lo sguardo al cielo ormai plumbeo. Medesimo copione il giorno seguente: aerei che intossicano di veleni il respiro di chiunque, soprattutto i più indifesi, ovvero i bambini d’Italia.
Domenica mattina (14 aprile) riparto in auto verso la Puglia. Attraverso il nord della Calabria, accarezzo con gli occhi il Pollino, martoriato dai sismi bellici.
Gli aerei militari sfrecciano ovunque: l’azzurro è solo il pallido ricordo del passato. Sosta per un caffè a Sibari. Un’occhiata a Capo Spulico e riprendo  il tragitto passando accanto al centro nucleare Enea della Trisaia, subito dopo Nova Siri, ossia un’area contaminata dalle radiazioni. Policoro, Scanzano, Metaponto si susseguono passive lasciando intuire i brandelli della Magna Grecia.
Autostrada a Massafra, dove si staglia l’ennesimo inceneritore illegale di rifiuti della Marcegaglia,in fase addirittura di ampliamento. Passo vicino alla base aerea di Gioia del Colle: trampolino di lancio per innumerevoli guerre: in particolare in Jugoslavianegli anni ’90.
Tappa finale: il porto di Manfredonia. E’ morto un altro pescatore a causa di un cancro improvviso. Aveva solo 48 anni e famiglia numerosa. Mangio un boccone con un fidato gruppo di lavoratori del mare, decimati dai decessi senza preavviso e dagli incidenti causati dal ripescaggio frequente di ordigni chimici e radioattivi, disseminati dalle forze armate di USA, GB e NATO.  In serata mi imbarcherò per l’isola di Lissa.
Fino alle 18 il cielo è così terso e vivido che puoi specchiarti. La luce che tanto aveva affascinato Federico II di Svevia (puer apuliae) è abbagliante. La bellezza dei luoghi è così struggente da emozionare anche i sassi. Alle 18,30 circa, tuttavia, l’incanto si dissolve. Infatti, compaiono tre velivoli NATO che inondano l’atmosfera locale con le pericolose e famigerate scie. Davanti al faro della marina sipontina si erge un antico castello. Accanto al possente complesso storico un nugolo di bambini gioca festoso ed ignaro dei pericoli. Per più di un’ora, le minacce alate sorvolano la Capitanata, impestandola di veleni.
Il copione è lo stesso per tutto il resto d’Italia (comprese le isole) e gran parte del mondo. Cosa fare per distruggere questa camera a gas planetaria? Se non fossi un convinto assertore della lotta nonviolenta, avrei già fatto di tutto per cominciare ad abbatterne a scopo dimostrativo più di qualcuno di questi aerei di morte.
Dalle parole ai fatti. A parte la fondamentale informazione documentata e rigorosa sul fenomeno. Ora occorre un’azione eclatante. Non sarebbe male, occupare in massa qualche aeroporto – da cui decollano ed atterrano questi mostri che gradualmente attentano alla vita dell’intera nazione – gestito sulla carta dalla venduta Aeronautica militare italiana, complice a livello dello Stato Maggiore di questo massiccio avvelenamento di massa. Le acque piovane italiane, come risulta dalle analisi, sono contaminate in particolare dal bario e dall’alluminio.
A proposito: c’è un giudice almeno a Berlino? In uno dei miei ultimi discorsi pubblici, tra la gente c’erano due magistrati italiani a prendere appunti. Spero bene. Perché se non sarà prontamente, a brevissimo periodo la magistratura ad intervenire iniziando a sequestrare i velivoli a terra, allora saranno padri e madri di famiglia a fare ben di più. Su la testa: non siamo cavie! E’ l’ora di combattere e sconfiggere sul campo questi assassini e criminali in divisa altolocata e doppiopetto di potere.
video:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0GrspMZJoyE
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TBIf_8Rm5a4
http://www.youtube.com/watch?v=T9BIHbYXA3c&feature=player_embedded
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=scie+chimiche
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=guerra+ambientale

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