Abraham "Avi" Loeb, scienziato
israeliano-americano di fama internazionale che si occupa di astrofisica
e cosmologia, Professore di Scienze presso l'Università di Harvard,
svela nel suo nuovo libro Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth che gli alieni sarebbero transitati nel nostro universo nel 2017. La prova? L'oggetto non identificato soprannominato Oumuamua - parola hawaiana che significa "esploratore" - avvistato in quel periodo.
Le dichiarazioni di Loeb arrivano poco dopo quelle di Haim Eshed,
ex-capo della sicurezza spaziale di Israele, il quale ha assicurato che
il suo Paese e gli Stati Uniti sono in relazione con una "federazione
galattica": Eshed, 87 anni, ha detto di non avere "niente da perdere"
prima di aggiungere che "gli oggetti volanti non identificati hanno
chiesto di non pubblicare che sono qui, l'umanità non è ancora pronta".
Il mistero di "Oumuamua" continua: la tesi di Loeb
Ma torniamo alla tesi di Loeb. Il professore chiarisce la sua teoria in un'intervista rilasciata al New York Post: "Cosa
sarebbe successo se un uomo delle caverne avesse visto un cellulare?
Avendo visto pietre tutta la vita, avrebbe pensato ad una pietra
scintillante. Certa gente non vuole discutere della possibilità che ci
siano altre civiltà là fuori, credono che siamo speciali e unici. Io
credo che sia un pregiudizio che dobbiamo abbandonare" ha
dichiarato. Benché la maggior parte degli scienziati sostiene che
"Oumuamua" sia una cometa, secondo Loeb si tratterebbe di "spazzatura"
abbandonata da una specie aliena, scarto probabilmente di qualche
astronave che vaga nello spazio chissà da quanto. Come riporta La Stampa, "Oumuamua" era almeno da cinque a dieci volte più lungo di quanto fosse largo e aveva la forma di un sigaro. "Questo
rende la sua geometria più insolita di almeno un paio di volte in
proporzione rispetto agli asteroidi o comete più estremi che abbiamo mai
visto", scrive Loeb. Inoltre, era anche insolitamente brillante,
almeno "dieci volte più riflettente dei tipici asteroidi o comete del
Sistema solare" e la sua superficie era più simile a metallo lucido che a
roccia.
"L'unico modo per cercare [civiltà aliene] è
cercare la loro spazzatura, come i giornalisti investigativi che
guardano nella spazzatura delle celebrità", ha detto Loeb.
Naturalmente, non tutti nella comunità scientifica sono d'accordo con la
sua teoria. Nel luglio 2019, il team "Oumuamua" dell'International
Space Science Institute ha pubblicato un articolo su Nature Astronomy
nel quale spiegava che non vi erano "prove convincenti" per
determinare se Oumuamua fosse un oggetto "alieno". Tuttavia, secondo
Loeb gli scettici che provano a dimostrare l'origine "naturale"
dell'oggetto misterioso forniscono spiegazioni del tutto insufficienti. "Qualunque sia la verità - osserva il New York Post - la posta in gioco è alta".
Che cos'è "Oumuamua"
In effetti, ci sono molte cose che non tornano rispetto all'avvistamento di Oumuamua. Come spiega Business Insider,
in un primo momento si pensava fosse un asteroide arrivato da un altro
sistema solare, ma la sua velocità e traiettoria non ne giustificavano
le caratteristiche: poi si è parlato di cometa, ma anche questa ipotesi è
stata smentita da molti scienziati in quanto non si sono osservate
tracce di coda; infine si è ipotizzato che l’oggetto interstellare fosse
un oggetto ghiacciato composto solo da idrogeno molecolare (ossia fatto
di molecole composte da due atomi di idrogeno) - ma Loeb, e non solo
lui, contesta questa tesi. Infatti, quella nube non avrebbe potuto dare
vita ad un iceberg di idrogeno molecolare tale da farlo viaggiare
intatto nello spazio per così lunghe distanze.
C'è un'altra stranezza in Oumuamua che gli scienziati non riescono a spiegarsi, come rileva la rivista Le Scienze:
Il telescopio spaziale Spitzer non ha rilevato alcun calore sotto forma
di radiazione infrarossa provenire da Oumuamura. Data la temperatura
della superficie, determinata dalla traiettoria di Oumuamua vicino al
Sole, questo impone un limite superiore alla sua dimensione di centinaia
di metri. Considerato questo limite dimensionale, Oumuamua deve essere
insolitamente brillante, almeno dieci volte di più dei "normali"
asteroidi osservati nel sistema solare. E se davvero avesse ragione
Loeb?
Roberto Vivaldelli
Fonte
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