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Friday, August 17, 2012

Assange pronto a interrogatorio via web "Disponibile ad affrontare giudici svedesi"

L'hacker australiano accetta di rispondere attraverso VideoLink alla magistratura della Svezia per l'accusa di reati sessuali. Lo farà però dall'ambasciata dell'Ecuador che ieri gli ha concesso asilo politico. Il Paese sudamericano sollecita una riunione dell'Onu e dell'Organizzazione degli Stati Americani

LONDRA - Non sono le domande di un processo in Svezia per reati sessuali a spaventare Julian Assange. Ma l'estradizione in un Paese che potrebbe essere solo una tappa di passaggio verso gli Stati Uniti. E' lì che l'uomo che ha reso pubbliche le ombre e i segreti della diplomazia mondiale rischia un processo per alto tradimento e, forse, la pena di morte. Ma se la Svezia deve interrogarlo, Assange è disposto a rispondere. Lo farà dall'ambasciata dell'Ecuador, dove è rifugiato dal 19 giugno 1 e che ieri gli ha concesso asilo politico 2. Per giurare di dire la verità userà internet, per dare la sua versione dei fatti apparirà ai giudici tramite VideoLink. A confermare la disponibilità dell'hacker australiano è stato il portavoce di Wikileaks Kristinn Hrafnsson.

Assange resta dunque dietro le mura della sede diplomatica dell'Ecuador nel quartiere londinese di Knightsbridge, vicino Harrods. Ma il problema resta la posizione del Regno Unito. Nonostante non abbia più minacciato alcun raid all'ambasciata dell'Ecuador per arrestare Assange, la Gran Bretagna è determinata a portare a termine il processo di estradizione in Svezia. Secondo il ministro degli Esteri britannico William Hague, l'asilo politico non deve essere usato per aggirare un procedimento giudiziario, e l'impasse su Assange rischia di protrarsi per parecchio tempo. Hague ha spiegato che il fondatore di WikiLeaks deve rispondere a "gravi accuse" in un Paese che "ha i più alti standard legali" e dove "i suoi diritti sono rispettati".

Dopo aver concesso l'asilo politico, oggi il Parlamento dell'Ecuador ha chiesto al governo di sollecitare una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu per evitare che la Gran Bretagna usi la forza e entri nell'ambasciata di Quito a Londra. In una seduta che si è prolungata fino a notte fonda, l'Assemblea nazionale ha respinto la "minaccia" della Gran Bretagna e ha esortato gli ecuadoriani a unirsi a difesa della sovranità nazionale. Inoltre ha richiesto, tramite la rappresentante María Isabel Salvador, una riunione urgente dei ministri degli Esteri dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) per discutere delle "minacce da parte del Regno Unito contro l'Ecuador e il suo edificio diplomatico nel Paese".

A fianco della decisione di Quito si è subito schierata l'Argentina, i cui rapporti con Londra sono tesi per la controversia sulle isole Falkland-Malvinas. Solidale anche il Venezuela. Stati Uniti e Canada sono contrari, affermando che la questione non riguarda l'Osa. Per la convocazione di una riunione urgente dei ministri degli Esteri, serve il parere postivo della maggioranza assoluta dei Paesi membri. Il Consiglio permanente dell'Osa si riunirà oggi alle 15 (le 21 in Italia) a Washington per decidere se convocare un meeting di consultazione per il 23 agosto. Domani sulla stessa questione si dovrebbe riunire l'Alba (Alleanza bolivariana per l'America), mentre domenica toccherà all'Unasur (Unione degli Stati sudamericani), che terrà un incontro a Guayaquil, in Ecuador.

(17 agosto 2012)

Fonte: http://www.repubblica.it

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