Partenza blindata e secretata dallo scalo portuale di Monfalcone dopo
complesse operazioni di carico Si tratta dei primi quattro elementi
destinati a due centrali nucleari americane
Imbarcati ieri mattina (con una "strana" blindatura e secretazione
mediatica) e partiti nel pomeriggio dal porto di Monfalcone i primi
quattro serbatoi di accumulazione, sfere giganti in acciaio al carbonio,
realizzate dalla Mangiarotti per la Westinghouse. Un’operazione
complessa e delicata - senza che i fotografi abbiano potuto neanche
avvicinarsi - che ha impegnato le maestranze del porto per buona parte
della giornata per sistemare a bordo questo carico “speciale” di
elementi per centrali nucleari relizzati dall’azienda monfalconese
leader mondiale nella componentistica per questi impianti e per quelli
petrolchimici. Si tratta del secondo imabarco dell’estate, dopo i
preriscaldatori spediti via mare in luglio per una centrale francese sul
Rodano. L’operazione è stata ancora di maggiore rilievo, trattandosi
della prima “partenza” di una commessa per la Westinghouse, del valore
di 150 milioni di dollari, le cui consegne proseguiranno fino alla fine
del 2014.
Le sfere in acciaio al carbonio (rivestite internamente in acciaio
inossidabile) del diametro di 5 metri e dello spessore di 5 centimetri,
fungono appunto da serbatoi di accumulazione dell’acqua borata immessa
nel circuito di raffreddamento delle centrali nucleari in caso di
incidente. La loro progettazione di dettaglio, come già per tutti i
componenti realizzati da Mangiarotti per Westinghouse nel 2008, è stata
effettuata negli uffici che la società ha, oltre a Monfalcone, anche a
Milano.
Nello specifico questi quattro serbatoi sono diretti a due centrali di
nuova generazione progettate dalla Westinghouse, e come detto sono i
primi componenti realizzati dalla Mangiarotti nell’ambito dell’ordine
che il colosso americano ha assegnato alla società friulano-monfalconese
e che prevede la costruzione di diversi elementi del circuito primario
di tre impianti nucleari attualmente in costruzione negli Stati Uniti.
Nei prossimi mesi è prevista infatti la spedizione di altri componenti
destinati alle stesse centrali.
La peculiarità di questi reattori consiste nell’uso di sistemi di
sicurezza “passivi” per far fronte a eventuali incidenti, sistemi cioè
che funzionano ad esempio con la forza di gravità o per espansione di
gas compressi, e quindi senza la necessità di disporre di sistemi
alimentati ad energia elettrica per spegnere il reattore ed evitare
problemi di fusione del combustibile.
La partenza di questi primi quattro serbatoi rappresenta l’avvio di una
nuova fonte di liquidità, problema che l’azienda si trova a
fronteggiare nonostante un ricco portafoglio ordini fino al 2017.
Fonte
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