Si chiama Man-Yi il tifone che dalla mattina di lunedì sta colpendo il
Giappone con forti venti e piogge torrenziali, il cui arrivo anche nella
zona di Fukushima ha messo in allerta la Tepco
Ad essere investita per prima dal 18esimo tifone della stagione è
stata la città di Toyohashi nella prefettura di Aichi, dove dalle 8 del
mattino ora locale (la mezzanotte italiana) la Japan
Meteorological Agency (Jma), che ha proclamato la massima allerta per
le precipitazioni "senza precedenti" (tra i 300 millimetri a Kyoto e i
500 millimetri nelle prefetture di Nara e Mie), ha registrato raffiche
di vento fino ai 162 chilometri orari. Sempre l'agenzia meteorologica ha
calcolato, inoltre, che Man-Yi si sposta con una velocità di 45km/h in
direzione nord-nordest colpendo durante il suo passaggio la capitale
Tokyo e le aree vicine, mentre particolare allerta era stata lanciata
nelle prefetture di Kyoto, Shiga, Hyogo e Mie dove è stata disposta
l'evacuazione per quasi 400 mila persone.
Intanto, oltre al forte rischio di danni agli edifici e alle persone -
secondo l'emittente televisiva NHK ci sarebbero al momento tre dispersi
e all'incirca trenta feriti -, il Paese è in parte paralizzato dalla
cancellazione di almeno 350 voli nazionali e di molti treni, soprattutto
quelli in partenza dalla capitale.
Nel tardo pomeriggio ora locale, quando in Italia sarà metà mattina,
il tifone si abbatterà sull'area dell'ex centrale nucleare di Fukushima -
tristemente famosa per l'incidente dell'11 marzo del 2011 - dove la
paura più grande della Tepco, che nel frattempo ha predisposto misure di
sicurezza immediate, è il rischio che le piogge torrenziali aumentino
il fenomeno di acqua contaminata che viene assorbita dal terreno. Paura
che è aumentata dopo le parole di qualche giorno fa di un alto dirigente
della compagnia elettrica giapponese secondo cui la situazione a
Fukushima non sarebbe "sotto controllo", dichiarazioni smentite
immediatamente dalla Tepco che ha però registrato, nel frattempo, un
aumento considerevole di sostanze radioattive nelle falde acquifere
vicine all'ex centrale.
Fonte
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