Dal mio canto, non essendo il sottoscritto “Quelo”, un guru biancofiore o un santone scientista, chi nel corso degli anni ha voluto rivolgersi a me soprattutto per avere un interlocutore “empatico”, lo ha fatto sapendo che sono stato anche io protagonista di un tale fenomeno di prelevamento nel lontano 1999. Per empatia si dovrebbe intendere a mio avviso quella qualità che caratterizza l’essere umano che, nel nostro caso, consente di considerare in primis la persona nel suo intimo, “sentire” anche propria la sofferenza dell’emarginazione dell’altro. Empatia vuole anche dire risonanza.
Il protagonista di queste vicende ha a lungo lottato contro il muro di difficoltà comunicative nel rapportarsi a chi gli/le sta vicino, nelle relazioni familiari e sentimentali, con amici e conoscenti, sul lavoro e in “società. Ha quindi intrapreso un difficile percorso cognitivo, in cerca di risposte dagli “specialisti”. I medici, che quasi mai conoscono la questione e gli/le hanno consigliato delle terapie a base di psicofarmaci. Altri esperti hanno proposto le ipnosi, inducendolo a credere che potrà così “liberarsi” dal giogo dei suoi malvagi rapitori. Per non dire di chi sia finito nelle grinfie di operatori dell’occulto e di esorcisti, con ovvie ripercussioni, o dei santoni olistici che, come abbiamo visto in apertura, rientrano nella categoria dei predicatori illusionisti che ti fanno il lavaggio del cervello inculcandoti la certezza che la tua salvezza viene dallo spazio.
Fortunatamente, non tutti gli experiencers (o addotti) vivono solo nella paura, sanno anche che c’è dell’altro e si dicono “devo trovare qualcuno che ha vissuto le stesse esperienze” e finiscono per imbattersi nel sottoscritto, con la speranza di essere ascoltati. Nel corso degli anni mi sono esposto sentendo la responsabilità di testimoniare la mia unica (che io ricordi) esperienza risalente al 1999, ma sia chiaro che ho sempre dato più importanza ai testimoni, che non ai ricercatori in campo ufologico.
Chi non sia ricorso agli psicofarmaci o all’acqua benedetta, man mano sente dentro di sé emergere componenti sopite, già facenti parte della propria vita, prive di connotazioni negative, che possono provenire da nuclei familiari in cui il mondo dell’altrove e del sovraumano sono accettati e non esclusi. La paura maggiore è la natura materiale dell’essere diverso sotto forma di entità aliene.
A quel punto le persone devono collegarsi all’idea di una partecipazione attiva a quello che stanno vivendo, non subendo i fenomeni, ma facendone parte….
Per far questo hanno bisogno di informarsi, avendo un approccio obiettivo, neutrale, che non presuppone un giudizio, di qualsiasi natura, altrimenti ricadono nella dimensione della paura dell’essere giudicati e condannati per quello che vivono e che sono.
Ecco la NUOVA UFOLOGIA. La cui realtà appartiene alla vita quotidiana, non è astratta, aleatoria, o vista nei programmi in televisione, no. È una disciplina che analizza gli accadimenti e le conseguenze che essi provocano nella vita di alcune persone, o meglio, di quanto emerge dal loro vissuto qualora e se siano in grado di comunicarlo. Se questo viene loro impedito, se il soggetto viene emarginato e perseguitato, ecco l’oscurantismo medioevale, ecco l’inquisizione, ecco la pira per Giordano Bruno, ecco la manna per i guru degli extraterrestri o cattivissimi o buonissimi. E ci si guadagna alla grande.
Maurizio Baiata
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