Importante scoperta in ambito astronomico: non solo Marte, ma anche la ben più vicina Luna potrebbe avere ospitato la vita
Importante scoperta in ambito astronomico: non solo Marte, ma anche la ben più vicina Luna potrebbe avere ospitato la vita
in un lontano passato, quando circa 3,5 miliardi di anni fa aveva
un’attività vulcanica che liberava in superficie gas e vapore acqueo.
Lo rivela lo studio pubblicato sulla rivista Astrobiology, condotto da un gruppo dell’Università dello Stato di Washington, coordinato dall’astrobiologo Dirk Schulze-Makuch, in collaborazione con l’Università di Londra.
Gli astrobiologi hanno analizzato numerose rocce lunari raccolte in passato dalle missioni Apollo e i dati di missioni più recenti, trovando sulla Luna tracce di attività vulcanica.
Secondo gli autori, queste emissioni potrebbero aver creato “pozze d’acqua liquida sulla superficie e un’atmosfera abbastanza densa da mantenerla allo stato liquido per milioni di anni, precondizione per la comparsa della vita”, hanno aggiunto.
Un altro fattore a favore della presenza di vita è la possibile esistenza sulla Luna in passato di un campo magnetico, in grado di schermare la superficie dal vento solare. Lo scenario più verosimile, però, conclude Schulze-Makuch, “è che la vita non sia nata sulla Luna, ma sia piovuta dal cielo a bordo di un meteorite“, trovando poi condizioni adatte al suo sostentamento.
A quasi 50 anni dal primo sbarco sulla Luna, gli Stati Uniti intanto sono già al lavoro per il ritorno sul nostro satellite, questa volta con missioni robotiche destinate a fare da apripista a future esplorazioni umane. Queste nuove missioni potrebbero, secondo gli autori, fornire importanti indizi sull’eventuale presenza di vita nel passato lunare.
Lo rivela lo studio pubblicato sulla rivista Astrobiology, condotto da un gruppo dell’Università dello Stato di Washington, coordinato dall’astrobiologo Dirk Schulze-Makuch, in collaborazione con l’Università di Londra.
Gli astrobiologi hanno analizzato numerose rocce lunari raccolte in passato dalle missioni Apollo e i dati di missioni più recenti, trovando sulla Luna tracce di attività vulcanica.
Secondo gli autori, queste emissioni potrebbero aver creato “pozze d’acqua liquida sulla superficie e un’atmosfera abbastanza densa da mantenerla allo stato liquido per milioni di anni, precondizione per la comparsa della vita”, hanno aggiunto.
Un altro fattore a favore della presenza di vita è la possibile esistenza sulla Luna in passato di un campo magnetico, in grado di schermare la superficie dal vento solare. Lo scenario più verosimile, però, conclude Schulze-Makuch, “è che la vita non sia nata sulla Luna, ma sia piovuta dal cielo a bordo di un meteorite“, trovando poi condizioni adatte al suo sostentamento.
A quasi 50 anni dal primo sbarco sulla Luna, gli Stati Uniti intanto sono già al lavoro per il ritorno sul nostro satellite, questa volta con missioni robotiche destinate a fare da apripista a future esplorazioni umane. Queste nuove missioni potrebbero, secondo gli autori, fornire importanti indizi sull’eventuale presenza di vita nel passato lunare.
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