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Forse è già stato tutto chiarito. O forse no. Ad ogni modo, è il caso di segnalarlo. Martedì scorso, 26 novembre, una macchia nera è stata percepita sopra la Casa Bianca e, trattandosi quello di uno spazio aereo assolutamente “off limits”, l’allarme è immediatamente scattato. Si è alzato in volo un elicottero, ma anche dei “jet fighters” (caccia intercettori) come ben si evince dal tweet del Norad che pubblico come prova documentale. Ebbene, il giorno dopo è arrivata la spiegazione ufficiale: si è trattato di uno enorme stormo di uccelli. La soluzione del “giallo” non sarebbe sconclusionata, anzi sarebbe più plausibile, se non fosse che nel già citato messaggio affidato all’uccellino (lui non in stormo) si fa riferimento esplicito a un velivolo al quale è stato anche comandato di rispondere. Si sottolinea anche che il velivolo “non è ostile in questo momento”. Possibile che si scambi ciocca per brocca? Che sofisticati mezzi tecnici non riescano a distinguere tra pennuti e volatili di metallo? L’impressione, insomma, è che ancora una volta si stia cercando, in maniera goffa, di nascondere qualcosa anche se poi può essere benissimo che di uccelli si trattasse. Però la Casa Bianca è stata isolata per un po’ e il Norad in un comunicato ufficiale ha spiegato che non può confermare né smentire che si sia trattato di uno stormo in migrazione. Se davvero non era una minaccia, se davvero erano pennuti, perché non dirlo chiaramente ed evitare il rischio di forzature e di esagerazioni? Per pura cronaca, va detto che in questi giorni la Russia, oltre ad aver fatto parlare di sè per un nuovo e mostruoso sommergibile nucleare, ha collaudato un super-drone. Ha forse deciso di collaudarlo sulla “capa” di Trump? O forse sono esperimenti di altri?
Flavio Vanetti
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