“Si
muoveva a una velocità ipersonica, prevedeva il movimento degli altri
oggetti volanti”. “Uno strano cubo è comparso proprio in mezzo ai
caccia”. “Va contro le leggi della fisica”.
Così
i piloti dell’aeronautica militare statunitense descrivono gli incontri
ravvicinati con gli UFO o, come li chiamano oggi, con “fenomeni aerei
non identificati”. Mentre prima erano in pochi a prendere sul serio i
racconti dei testimoni di incontri con gli extraterrestri, oggi, se le
dichiarazioni sono rese da militari, le autorità sono costrette ad
entrare in azione. In verità, la tanto attesa relazione del Pentagono,
invece di dare risposte, non ha fatto altro che alimentare nuove
domande. Una su tutte: che tipo di fenomeno è se nemmeno i militari non
sono in grado di identificarlo? Oppure non vogliono farlo?
“Ci guardano come se fossimo ritardati”
“Sì! Quando ero piccolo si parlava soltanto degli UFO”,
ricorda Alan Harper. È cresciuto negli anni ’90 nel Missouri, dove nel
1941 pare che si fosse schiantato un oggetto volante misterioso con due
strane creature a bordo. La leggenda vuole che i corpi degli
extraterrestri fossero stati prelevati dai militari. Le macchine
fotografiche dei testimoni oculari furono confiscate.
Durante
l’infanzia di Alan si sviluppò una vera e propria sub-cultura di tutto
ciò che è extraterrestre. Il film “E.T. l’extraterrestre” rese Stephen
Spielberg uno dei più famosi registi al mondo, “Aliens” divenne un film
che sbancò il botteghino. A coronare il genere vi fu poi la serie culto
“X-Files” con la sua tagline “La verità è là fuori”.
Personalità
del decennio è senz’altro Bob Lazar che, pare, avesse lavorato presso
le strutture segrete del Pentagono dove i militari studiano i dischi
volanti. I talk show sugli extraterrestri erano parte integranti dei
palinsesti TV e gli entusiasti da tutto il mondo puntavano i telescopi
verso il cielo notturno con la speranza di vedere qualcosa e non
identificarlo.
Crescendo,
Alan si è dimenticato del suo hobby infantile. Ma quando alla metà
degli anni 2010 il Pentagono pubblicò un video girato dalle telecamere
di alcuni aerei che avevano identificato strani oggetti volanti il suo
interesse si manifestò di nuovo:
“Ho cominciato a volere delle risposte”. Alan studiò le
testimonianze dei testimoni e le registrazioni video. “Comparvero molte
strane teorie. Anche se il tema è così folle che è difficile dire quali
ipotesi siano verosimili e quali no”.
Secondo
Alan, tra le ipotesi poco verosimili vi sono i racconti di Lazar
secondo i cui i militari sarebbero in grado di copiare le tecnologie in
uso presso i dischi volanti. Alan non crede nella cooperazione tra
governo statunitense ed extraterrestri e nemmeno nel fatto che sul lato
non visibile della Luna vi sia una base segreta.
Non si capisce nemmeno se abbia senso parlare di abitanti di altri pianeti simili alla Terra. “Credo che l’ipotesi di una loro origine extradimensionale sia più verosimile”,
spiega l’americano. Sebbene anche questa teoria sia per lui causa di
dubbi: probabilmente questi oggetti sono mezzi militari russi o cinesi. “E poi, una volta che i dischi caddero, trovarono i corpi”, ecco che Alan torna a questo aneddoto di fantasia. “Esistono centinaia di video e foto ad alta qualità, dati raccolti da satelliti, radar, ma il Pentagono non pubblico tutto”.
Il nostro interlocutore preferisce non condividere con persone esterne le proprie opinioni ufologiche. “Vi
sono numerose communities su Internet in cui è possibile discutere di
questi argomenti. Ma, sapete, anche se si presentano migliaia di prova,
continuano comunque a considerarti un ritardato. Anche se, a dirla
tutta, a me questo non interessa. So che gli UFO esistono”.
Seth
Shostak, astronomo americano e attivo partecipante a molti talk show
sul tema UFO, è comprensivo nei confronti di questa ostinazione: “Quando sai qualcosa che la scienza non conosce, ti senti superiore”.
Ad ogni modo lo scienziato non nega la possibilità di una vita
extraterrestre. Il programma di ricerca SETI per il quale lavora Shostak
si occupa proprio della ricerca di segnali provenienti da civiltà
extraterrestri.
Cerchiamo di carpire ciò che probabilmente qualcuno ci sta inviando.
Sono convinto che nello spazio siano molti i pianeti su cui esiste la
vita, anche se non sviluppata. Una vita che non creerà opere
particolarmente elevate e non costruirà un radiotrasmettitore. Ma solo
nella nostra galassia esistono 200 miliardi di stelle e probabilmente
migliaia di miliardi di pianeti. È un numero impressionante! E se
soltanto sulla Terra accadesse qualcosa di interesse, significherebbe
che noi siamo un miracolo. Ma dopotutto la scienza insegna a non credere
ai miracoli, no?”.
SETI
non è di certo l’unico programma a studiare fenomeni aerei
inspiegabili. Un altro player del settore è la nota società To The Stars
alla costituzione della quale ha partecipato Tom DeLonge (ex
chitarrista e solista del gruppo Blink 182).
La
popolarità del gruppo coincise con il coinvolgimento nazionale ai temi
dell’ufologia che interessò lo stesso DeLonge sin dalla sua infanzia.
Nel 2017 DeLonge e altri 11 entusiasti si occuparono di analizzare le
registrazioni pubblicate dal Pentagono. In un’intervista il cantante
scherzò sul fatto di essere fatto appositamente per quel lavoro.
Testimoni pazzi
Sono
numerosissime le testimonianze di avvistamenti extraterrestri nel
passato. Ma la moderna ufologia nasce il 24 giugno 1947 quando il pilota
americano Kenneth Arnold, in sorvolo sul Parco nazionale del Monte
Rainier nello stato di Washington, osservò in cielo 9 oggetti simili a
un piatto.
Dopo
alcune settimane una rivista dello stato del New Mexico riferì che i
militari avevano scoperto un disco volante caduto al suolo. Gli
americani volsero dunque lo sguardo al cielo ed entro la fine dell’anno
in tutto il Paese si contarono ben 850 avvistamenti di oggetti volanti.
Nel
decennio successivo gli extraterrestri cominciarono a “interagire con
gli umani”. Ad esempio, il meccanico Truman Bethurum fu prelevato da una
navicella spaziale proveniente dal pianeta Clarion e capitanata dalla
bella Aura Rhanes. A causa della ossessione del meccanico con la ragazza
extraterrestre l’uomo divorziò dalla moglie. Ma da quel momento sempre
più persone cominciarono a parlare di extraterrestri. Alcuni
raccontarono di aver persino avuto rapporti sessuali con queste
creature, altri di aver perso degli organi perché rimossi dagli
extraterrestri, altri ancora di aver visto qualcosa di inspiegabile.
L’aeronautica
militare statunitense cominciò le attività di ricerca negli anni ’50
con il progetto Blue Book. Tra il 1947 e il 1969 furono rilevati 12.618
oggetti inconsueti dei quali 701 rimasero non identificati.
Tuttavia,
gli scienziati non trovarono prove dell’origine extraterrestre e non li
considerarono una minaccia alla sicurezza nazionale. Non rilevarono
nemmeno tecnologie eventualmente sconosciute ai terrestri. L’indagine fu
chiusa nel 1985.
Gradualmente
i testimoni di avvenimenti extraterrestri vennero considerati degli
squilibrati. Questo approccio fu alimentato anche dalle storie
spirituali di sette come Heaven’s Gate i cui membri commisero un
suicidio di massa in attesa della venuta sulla Terra degli
extraterrestri. Un esempio lampante dello stigma fu lo psichiatra di
Harvard John Mack il quale riteneva che bisognasse credere alle parole
di un testimone. Per poco non venne radiato, ma il messaggio era chiaro:
le persone “serie” facevano meglio a non credere agli UFO.
Tuttavia,
nel 1990 il 27% degli americani credeva che gli extraterrestri
visitassero la Terra. Dieci anni dopo a crederlo era il 33% degli
americani e nel 2015 il 45%.
Dopo
un periodo di silenzio, a inizio secolo l’interesse per gli UFO si
manifestò nuovamente: nel 2016 uscì la nuova stagione di X-Files.
Hillary Clinton promise di rivelare i segreti governativi qualora fosse
diventata presidente. Ad alimentare le voci della presenza di eventuali
segreti fu Barack Obama. In uno show gli ricordarono che Bill Clinton
una volta avesse ammesso di non aver mai trovato alcuna conferma degli
UFO negli archivi segreti. “Per il protocollo dobbiamo rispondere così”, scherzò Obama.
Una tecnologia per noi ancora inarrivabile
Tuttavia
proprio durante il governo Obama si svolse il programma AATIP (Advanced
Aerospace Threat Identification Program) guidato dalla DIA (Defense
Intelligence Agency). Tra il 2007 e il 2012 furono spesi per il progetto
circa 22 milioni di dollari.
Il
direttore di AATIP Luis Elizondo entrò in seguito nella società To The
Stars e divenne ospite fisso di diversi talk show sul tema.
“Il governo USA sostiene che gli UFO esistono”, conclude Elizondo, agente della intelligence son 20 anni di esperienza in Afghanistan e Medio Oriente. “L’obiettivo
di AATIP era di raccogliere e analizzare informazioni su oggetti
volanti anomali. Sì, sembra quasi che io abbia perso il senno, ma è la
verità”.
Dopo
la chiusura del programma comparve nuovo materiale degno di indagine.
L’ex pilota dell’aeronautica militare statunitense Ryan Graves avvistò
più volte qualcosa di strano durante i suoi voli sull’Hornet nei pressi
della costa del Virginia nel 2014. “Vidi oggetti simili ogni giorno
per almeno 2 anni. Era un cubo all’interno di una sfera, i suoi angoli
sporgevano verso l’esterno”.
I piloti effettivamente possono vedere delle illusioni ottiche. “Ma
era qualcosa di diverso. Pensammo per lungo tempo che fossero dei
droni. Ma una volta qualcosa per poco non causò un incidente: uno di
questi cubi passò in mezzo a due caccia”, ricorda Graves.
Un oggetto volante simile di forma ovale senza tubo di scappamento fu avvistato nel 2015 sulla costa della Florida. “Guarda là! Wow… Si muove controvento e il vento soffia a 120 nodi”, si sente nella registrazione della cabina di pilotaggio.
È difficile da spiegare, sostiene Graves. “Questi oggetti si muovono ma, francamente, non capisco cosa siano”. Il pilota sospetta che possano essere opera dell’intelligence di altri Paesi.
I
testimoni di un altro noto avvistamento non ne parlarono per molto
tempo. Nel novembre del 2004 Alex Dietrich e David Fravor stavano
volando sopra il mare non lontano da San Diego. Durante l’intera
settimana di addestramenti i geolocalizzatori presenti sulla portaerei
Princeton registrarono all’orizzonte dei “mezzi di trasporto aerei
anomali” che scendevano di quota di 250 km in meno di un secondo. Anche Dietrich e Fravor notarono qualcosa di voluminoso e bianco sulla superficie dell’acqua.
“Inizialmente l’oggetto si muoveva in cerchi e poi cominciò a copiare specularmente le mie manovre: io salivo, lui scendeva”, raccontava Fravor. “Sapeva che eravamo lì”. Secondo i piloti, l’oggetto aveva le dimensioni dell’Hornet ma non aveva ali o tubi di scappamento. “Poi si fermò direttamente davanti a noi e scomparve improvvisamente”.
“Non
riuscivamo a starci dietro né con le parole né con i nostri pensieri né
con il nostro collegamento radio. Provavamo a dare una spiegazione:
forse è un elicottero, forse un drone”, precisava Dietrich. “Ma poi scompariva”.
L’oggetto rimaneva vicino ai caccia per circa 5 minuti e un secondo
dopo la sua scomparsa i radar della Princeton la registravano a 40 km
dagli Hornet.
“Se fossi stata da sola, penso che non ne avrei mai parlato perché sarei sembrata una pazza”, ammette Dietrich. Ma i piloti disorientati descrissero l’accaduto in una relazione indirizzata ai loro dirigenti.
Chad Underwood fu non soltanto uno dei primi piloti ad aver visto questo oggetto, ma riuscì anche a registrarlo in video.
“Mi
stupì il modo in cui si muoveva senza un ordine preciso: cambiava quota
e velocità. Non è normale secondo le leggi della fisica”.
“Prima
di raggiungere questo livello tecnologico ci servirebbero 100 o
addirittura 1000 anni. Rispetto a un tale oggetto siamo indifesi”, osserva Shawn Cahill che si trovava sulla Princeton. “L’oggetto si muoveva a una velocità ipersonica e pareva che prevedesse i movimenti dei piloti e li superava”.
Relazione dai militari
Il programma AATIP non riuscì a gettare luce su questi incidenti. Nel 2017 Elizondo si rivolse ai giornalisti.
Dopo
alcune pubblicazioni su grandi giornali la situazione suscitò
l’interesse del senatore Marco Rubio. Nell’agosto del 2020 il Pentagono
dovette ammettere l’esistenza di un nuovo programma di ricerca di
fenomeni aerei non identificati e nel mese di dicembre il comitato per
l’intelligence del Senato richiese di prendere visione delle relazioni di questo programma.
La
richiesta ebbe una grande copertura mediatica, ma la relazione in sé
non godette di grande copertura. Infatti, le 9 pagine di report,
accessibili al pubblico, non contenevano nulla di nuovo. “Non possiamo
spiegare cosa fosse”, conclusero i militari autori del report.
“È chiaramente una delusione”,
sospira Alan Harper. Ma questo è soltanto il primo passo. Ora il
Pentagono è tenuto ad avere un atteggiamento più serio nei confronti
delle comunicazioni relative agli UFO e ad analizzare ogni singolo caso.
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