Quest’ultima è l’isovalina, appartenente ad un gruppo di amminoacidi presenti sul meteorite; una forma chimicamente speculare di questa sostanza, è stata trovata circa due anni fa su alcuni funghi, con probabili proprietà antibiotiche. L’isovalina, alla quale si riferiscono gli studiosi, ha una struttura simili a quella degli antidolorifici, ma con proprietà antiepilettiche. Insomma una sostanza molto curiosa, che è stata attentamente studiata dai ricercatori del Center of Neuropharmacology & Neuroscience di New York, insieme a quelli della University of British Columbia di Vancouver e di Toronto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista EPILEPSIA (organo ufficiale dell’ILEA, la Società Internazionale di Epilettologia), è stato eseguito sia sugli animali che su cellule nervose umane. Per ora i risultati sono soddisfacenti: l’attività farmacologica sembrerebbe più duratura rispetto a quella degli attuali e conosciuti farmaci usati per trattare l’epilessia, come la carbamazepina e il valproato. Ulteriori studi dovranno verificare se oltre agli effetti positivi, si possono escludere anche quelli collaterali.
Fonte: http://www.tantasalute.it
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