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Thursday, November 10, 2011

Mask-bot, le teste parlanti di Futurama in videoconferenza

di Roberto Caccia

Mask-bot è un nuovo progetto che punta ad aumentare il realismo delle cosiddette teste robotiche. I tratti umani sono simulati proiettando immagini dietro a una maschera in plastica trapsarente, mentre un software si occupa di gestire la voce e le espressioni facciali. La possibilità di cambiare i volti apre uno scenario d'uso anche nelle video-conferenze.


Mask-bot è la nuova faccia robotica realizzata dai ricercatori della Technische Universitat di Monaco, in Germania, e promette di rivoluzionare il settore aumentando il livello di realismo e "l'umanità" di queste teste robotiche.

Mask-bot, il futuro dei volti robotici?

Il segreto di Mask-bot è abbandonare il classico sistema basato su micro-motori posizionati sotto uno strato di pelle artificiale, la tecnica usata sulla maggior parte dei robot umanoidi realizzati finora. I ricercatori hanno deciso di usare un piccolo e potente proiettore che "spara" l'immagine 3D di un volto sul retro di una maschera trasparente, facendo controllare a un PC la voce e le espressioni facciali.

L'obiettivo è di dare ai robot del futuro un volto più umano, ma il sistema potrebbe essere usato anche per creare avatar da adottare nelle videoconferenze e per fare compagnia alle persone anziane.

Un altro vantaggio di Mask-bot è che il volto proiettato può appartanere a chiunque. Tutto quello che serve è una normale foto in 2D, che grazie a un programma sviluppato dai ricercatori sarà convertita in una proiezione adeguatamente proporzionata per la maschera 3D.

Il progetto sembra ispirarsi ai "busti cantanti" della Haunted Mansion di Disneyland, la cosiddetta casa dei fantasmi, anche se in questo caso le immagini sono proiettate sul lato anteriore delle maschere. I creatori di Mask-bot hanno invece deciso di posizionare il proiettore dietro la maschera, ottenendo un risultato più realistico e che può esser visto da diverse angolazioni, compresi i lati.


Il segreto di Mask-bot è abbandonare il classico sistema basato su micro-motori posizionati sotto uno strato di pelle artificiale, la tecnica usata sulla maggior parte dei robot umanoidi realizzati finora. I ricercatori hanno deciso di usare un piccolo e potente proiettore che "spara" l'immagine 3D di un volto sul retro di una maschera trasparente, facendo controllare a un PC la voce e le espressioni facciali.

L'obiettivo è di dare ai robot del futuro un volto più umano, ma il sistema potrebbe essere usato anche per creare avatar da adottare nelle videoconferenze e per fare compagnia alle persone anziane.

Un altro vantaggio di Mask-bot è che il volto proiettato può appartanere a chiunque. Tutto quello che serve è una normale foto in 2D, che grazie a un programma sviluppato dai ricercatori sarà convertita in una proiezione adeguatamente proporzionata per la maschera 3D.

Il progetto sembra ispirarsi ai "busti cantanti" della Haunted Mansion di Disneyland, la cosiddetta casa dei fantasmi, anche se in questo caso le immagini sono proiettate sul lato anteriore delle maschere. I creatori di Mask-bot hanno invece deciso di posizionare il proiettore dietro la maschera, ottenendo un risultato più realistico e che può esser visto da diverse angolazioni, compresi i lati.

"Con Mask-bot si possono creare riproduzioni realistiche di una persona che può sedersi virtualmente a un tavolo di una conferenza e parlare con gli interlocutori", spiega Takaaki Kuratate, uno dei ricercatori che ha lavorato sul progetto. "Si possono usare maschere generiche per maschi e femmine oppure scegliere una maschera personalizzata per ogni persona".

Per replicare le espressioni facciali i ricercatori hanno sviluppato un motore di animazioni su misura. Con questo sistema un PC filtra una lunga serie di dati facciali presi direttamente da persone vere attraverso il motion capture e seleziona l'espressione migliore che si può collegare a un suono specifico, i cosiddetti fonemi.

Quale sarà il prossimo passo di questa tecnologia?

Il computer si occupa anche di estrarre un set di coordinate facciali da ognuna di queste espressioni, in modo che possano essere assegnate a qualsiasi nuova faccia. Inoltre, un software di sintesi delle emozioni riesce a far capire le sfumature visibili che indicano per esempio tristezza, felicità o rabbia. Le teste di Futurama si stanno avvicinando.

Fonte: http://www.tomshw.it

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