La Nasa metterà a disposizione la propria immensa banca dati ai cittadini del mondo, dagli appassionati di tecnologia, agli studenti di ingegneria, ambiente e aeronautica, ma anche scienziati e web developers e soprattutto i cosidetti makers, coloro che praticano e credono nel principio dello "sviluppo hardware fai da te". "Molti progetti spaziali sono lunghi, complessi e costosi. Abbiamo moltissimi dati che retsano inutilizzati. Li daremo in mano alle persone alle persone e gli diremo: 'fate, contribuite' ", spiega all'Huffpost Samantha Cristoforetti, astronauta dell'Esa che si è occupata, insieme all'Ambasciata americana a Roma, di portare il progetto in Italia.
L’idea è quella di applicare l’open government e i principi di trasparenza e condivisione dati nel coinvolgimento dei cittadini per lo sviluppo di soluzioni per il bene comune. "La Nasa ha preso quest’idea e la ha adattata alle sfide del suo programma spaziale", dice l'astronauta italiana.
Lo Space Challenge è partito dall'agenzia spaziale americana ed era già stato sperimentato negli anni passati, ma solo negli States. Adesso, per la prima volta, potranno partecipare anche gli italiani. L'incontro a Roma si svolgerà all'Università la Sapienza, la cui facoltà di ingegneria resterà aperta per due giorni a tutti coloro che vogliano partecipare -unica richiesta, la previa registrazione (senza costi) sul sito.
In uno spirito di collaborazione e comunanza, ci si munirà di bloc notes, portatile e sacco a pelo (al cibo penserà l'organizzazione) e si scambieranno idee all'interno di team creatisi spontaneamente, al momento, per arrivare a progetti concreti sui diversi temi proposti dalla Challenge.
Di progetti ce ne è per tutti i gusti e competenze ma saranno principalmente quattro le tipologie: software, hardware, citizien science e data visualization. Si va quindi dalle App per mappare e illustrare Marte e la Luna, dalle lotte per l'ambiente, alle App che permettono di identificare i meteoriti che vengono avvistati, al programma che permetta di visualizzare in tempo reale gil aggiornamenti sui programmi della Nasa, alle stampanti in 3D.
I progetti proposti dalla Challenge sono soprattutto destinati al
pubblico di appassionati, come ad esempio tour virtuali dei pianeti,
aggiornamenti sulle attività delle agenzie e soluzioni per lo smog nelle
città. Quale App potrebbe invece tonrare utile ad un astronauta?
Lo abbiamo chiesto a Cristoforetti che è stata a lungo pilota
dell'aeronautica italiana. "Quando lavoravo alla stazione spaziale, la
ricerca della location di un fuoco a bordo era molto laboriosa. Allora
mi chiesi perché non esisteva una Application che ne rendesse
l'identificazione più semplice!".
Fra le locations, oltre alla capitale italiana, non potevano mancare Londra e New York, ma anche molte città europee come Amsterdam, Atene e Madrid e poi capitali asiatiche, sudamericane e perfino africane e la stazione McMurdo della stessa Nasa, nell'Antartico.Durante la maratona spaziale sarà possibile e anzi incoraggiato lo scambio di idee fra i team in giro per il mondo, in modo da creare delle soluzioni condivise e 'globali' per temi che interessano l'intero pianeta, in un clima di "shock creativo", come lo ha definito l'astronauta italiana.
Per chi non potesse recarsi fino a Roma, si può prendere parte 'virtualmente', collegandosi con il proprio pc, anche se sarà la collaborazione la parte più divertente. Più che vincere, l'importante sarà 'correre'; i progetti più creativi e realistici saranno comunque segnalati da Nasa ed Esa che più in là potrebbero decidere di investirvi e darvi seguito.
Nello spirito di open source, con cui questo progetto si caratterizza fin dall'inizio, le idee che usciranno da questa maratona saranno però messe a disposizione di chuinque volesse portare le proprie idee e talento per contribuire a questi temi che toccano l'intera umanità.
Il 19 aprile si terrà alla Sapienza un incontro di orientamento e presentazione della maratona con il direttore dell'Esa, Samantha Cristoforetti e chiunque si sia registrato, in modo da cominciare subito a conoscersi e scambiare conoscenza e idee.
Fonte
ROMA - Marte potrebbe non essere poi così lontano.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Con le attuali tecnologie, infatti, portare astronauti su Marte implicherebbe circa 500 giorni, per non parlare dei costi del carburante che si aggirerebbero intorno alla modica cifra di 12 miliardi di dollari.
Il razzo a fusione consentirebbe di raggiungere una velocità di 30 km al secondo e sarebbe in grado di non causare danni gravitazionali all'equipaggio della navetta.
Una pallina delle dimensioni di un granello di sabbia fornirebbe lo stesso propellente di un gallone di carburante per i razzi convenzionali.
ROMA - Marte potrebbe non essere poi così lontano.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Con le attuali tecnologie, infatti, portare astronauti su Marte implicherebbe circa 500 giorni, per non parlare dei costi del carburante che si aggirerebbero intorno alla modica cifra di 12 miliardi di dollari.
Il razzo a fusione consentirebbe di raggiungere una velocità di 30 km al secondo e sarebbe in grado di non causare danni gravitazionali all'equipaggio della navetta.
Una pallina delle dimensioni di un granello di sabbia fornirebbe lo stesso propellente di un gallone di carburante per i razzi convenzionali.
ROMA - Marte potrebbe non essere poi così lontano.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Un motore a fusione nucleare potrebbe consentire all'uomo di raggiungere il Pianeta Rosso in soli 30 giorni.
Uno degli ostacoli più evidenti alla progettazioni di missioni umane marziane è sempre stata la distanza e i relativi problemi che ne conseguono, come la durata del viaggio, i rischi per l'equipaggio e i costi eccessivi.
Per questo motivo la Nasa ha deciso di finanziare un team di scienziati dell'Università di Washington per la realizzazione di un razzo a fusione che accorcerebbe la durata del viaggio, facendo diventare le altre forme di navigazione spaziale obsolete.
Con le attuali tecnologie, infatti, portare astronauti su Marte implicherebbe circa 500 giorni, per non parlare dei costi del carburante che si aggirerebbero intorno alla modica cifra di 12 miliardi di dollari.
Il razzo a fusione consentirebbe di raggiungere una velocità di 30 km al secondo e sarebbe in grado di non causare danni gravitazionali all'equipaggio della navetta.
Una pallina delle dimensioni di un granello di sabbia fornirebbe lo stesso propellente di un gallone di carburante per i razzi convenzionali.
No comments:
Post a Comment
Note: Only a member of this blog may post a comment.