Proprio per questo particolare obiettivo, GOCE era stato collocato ad un’orbita molto bassa (circa 224 km) rispetto ad altri satelliti di ricerca.
Lo scorso 21 ottobre la missione ha avuto termine con il completo esaurimento del suo propellente. L’ESA prevede di poter acquisire ancora dei dati da GOCE fino a quando i sistemi di bordo smetteranno di funzionare per le avverse condizioni ambientali presenti a bassa quota.
La maggior parte del satellite, il cui attuale peso è di 1002 kg, secondo le previsioni dell’ESA si disintegrerà nell’atmosfera e solo alcune piccole parti potrebbero raggiungere la superficie della Terra.
"In questo momento il satellite sta
scendendo gradualmente ed è costantemente monitorato - dichiara l'ing.
Claudio Portelli, responsabile del settore in ASI - anche se va detto
che si ritiene sia stata in questo caso superata la soglia di tolleranza
di 1/10.000 per quanto riguarda la probabilità di rischio a cose o
persone".
Dal 21 ottobre 2013 la discesa di GOCE è infatti monitorata dall’Inter-Agency Space Debris Coordination Committee (IADC) e dallo Space Debris Office dell’ESA.
Dal 21 ottobre 2013 la discesa di GOCE è infatti monitorata dall’Inter-Agency Space Debris Coordination Committee (IADC) e dallo Space Debris Office dell’ESA.
In base alle attuali previsioni, il
satellite dovrebbe rientrare in un arco di tempo compreso tra il 3 e il 9
novembre 2013, ma non è ancora possibile delineare una traiettoria che
potrà essere tracciata in maniera attendibile solo da 24 a 36 ore prima
del rientro.
La caduta di eventuali frammenti potrebbe verificarsi in un’area compresa tra -90°S e +90°N di latitudine nord e sud.
La caduta di eventuali frammenti potrebbe verificarsi in un’area compresa tra -90°S e +90°N di latitudine nord e sud.
CLICCA QUI' per monitorare la TRAIETTORIA di GOCE
GOCE aveva portato con sé nello spazio
molto tricolore. Infatti, il contributo italiano alla missione è stato
di grande rilievo. Thales Alenia Space è stata il prime contractor del
satellite, che è stato integrato a Torino, mentre l’ASI ha finanziato il
progetto GOCE-ITALY (svolto dai gruppi di ricerca del Politecnico di
Milano, Università di Milano, Università di Padova, Università di
Trieste, Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste,
ALTEC e Galileian Plus) che prevede l’utilizzo da parte degli scienziati
italiani dei prodotti della missione. [fonte: ASI]
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